Come si fa a smettere di sognare…
Peccato… è questo che ho pensato quando ho chiuso il libro. Di solito i commenti si fanno alla fine, ma ammetto, con una punta di nostalgia, che Samuele e Galileo mi mancheranno. Può sembrare strano, eppure è così… Un po’ come vedere un film che ogni sera hai dovuto interrompere per qualche motivo e hai voglia di sapere come andrà a finire. Samuele e Leo sono i personaggi del libro di Luca Ammirati “Se i pesci guardassero il cielo” edito da DeA Planeta e in uscita il 21 gennaio nelle librerie, un libro che mi ha colpito in maniera differente rispetto ad altri. Come se, in qualche modo, i miei pensieri e le riflessioni fatte nel tempo, si siano trasferiti nella sua penna. E non credo di essere l’unica. Probabilmente, la maggior parte di noi vive con il proprio cassetto pieno di sogni, magari con la chiave nella serratura così che sia pronto per essere aperto.
Anche il protagonista della nostra storia è un sognatore e la sua è una storia semplice e delicata. Samuele Serra, è un ragazzo gentile, dall’animo sensibile, astrofilo e con tanti sogni nel cassetto, tra questi quello di entrare in un’agenzia pubblicitaria. Vive con Leo, il suo pesciolino rosso, in un appartamentino ristrutturato di un palazzo ottocentesco nel centro storico di Sanremo. Ogni giorno, con la sua bicicletta, attraversa i vicoli della cittadina ligure, per andare a lavorare come reporter al Sanremo Punto News, un giornale locale, mentre il pomeriggio, segue la sua passione per le stelle, aiutando i suoi amici Pierluigi e Cecilia, a coordinare le attività dell’Osservatorio Astronomico di Perinaldo, come guida per i visitatori.
Ad allontanare i pensieri negativi di Samuele ci pensano le stelle, che l’autore descrive “come un libro fatto di storie meravigliose, casa di galassie e mondi sconosciuti, immenso palcoscenico incantato che tutti vorrebbero calcare” e Leo, il pesce rosso a cui, ogni giorno, il giovane affida tutti i suoi pensieri e i suoi sogni, quasi con una piccola punta d’invidia.
“Beato te, hai tutte le risposte perchè non hai bisogno di domande e la vita è un vero casino senza istruzioni per l’uso, ma come si fa a vivere dentro ai sogni senza farsi troppo male…”
Per Samuele il lavoro al giornale è sempre più precario, fidanzate neanche a parlarne e la bocciatura del suo progetto pubblicitario non gli rende certo le cose più facili. Il giovane, spesso, trova conforto nell’ottimismo di Ilenia, l’amica pasticcera, sempre pronta, a risollevargli il morale, con uno dei suoi pasticcini preferiti, (il Bacio di Sanremo) e le sue perle di saggezza “L’amore è vivere e nel nostro cuore c’è tanto amore. Nel mio come nel tuo. Prima o poi troveremo il modo usarlo” ma nella vita di Samuele manca sempre qualcosa…
Attraverso gli occhi di un ragazzo, comunque innamorato della vita, Ammirati ci porta con saggezza a riflettere sui sentimenti contrastanti che ognuno di noi vive, come una linea di un diagramma in cui tutto accade. Le illusioni di un sogno, le delusioni di un amore, la paura di non farcela, il coraggio di ricominciare e la speranza di un futuro diverso.
Samuele, infatti, vive la sua vita come un’altalena, tra mille sensazioni e quando nella notte di San Lorenzo incontra Emma, giovane illustratrice di libri per ragazzi, tutto cambia e sembra avere senso. In una notte magica, i giovani s’incontrano nelle parole e negli sguardi, ma complice la stanchezza, il giovane cede al sonno. Al risveglio, Emma non c’è più, di lei rimane, come ricordo, solo il segno di un rossetto sullo specchio. Stregato dall’incontro, Samuele, rivolge tutti i suoi pensieri alla giovane donna scomparsa, dallo sguardo velato e malinconico, e fa di tutto per ritrovarla…
“Ci sono notti per innamorati e notti per innamorarsi…”
Nella folle ricerca della donna Samuele perde il contatto con la realtà, una stato d’animo che l’autore descrive con naturalezza, in cui è facile perdersi. Neanche il licenziamento dal giornale sembra fargli cambiare idea, ancor meno l’estremo scetticismo di Jacopo, l’amico d’infanzia, convinto che “amare è prestare il fianco alla debolezza e la speranza è una parola ricca d’ingenuità…”
Lontano dal mondo reale, Leo sembra essere l’unico in grado di ascoltarlo e con il quale il giovane riesca a lasciarsi andare nei momenti di sconforto. Il suo silenzio, più profondo di qualsiasi voce, spinge il giovane a riflettere sul mondo, i rapporti umani, la necessità di riprendere in mano la sua vita e sarà proprio lui ad indicargli la strada anzi le stelle…
“Per ritrovare l’equilibrio, purtroppo bisogna perderlo”. Confida Samuele
Il finale di questo libro, (non voglio togliervi il gusto di leggerlo), parla chiaramente di successi, di gioie improvvise, di risultati attesi e inattesi, di confronti ma anche e soprattutto di speranza, quella che aiuta a rialzarti, che spinge a guardare avanti, che sa cogliere i messaggi nascosti tra le stelle dove tutto è magico e che non ti fa sentire solo.
“I sogni sono stelle nel buio, aiutano ad illuminare il cammino mentre proviamo ad essere noi stessi…”
Il libro di Luca Ammirati è un bel libro, leggero, vero, tenero, ironico quasi struggente nella sua semplicità discorsiva. Una storia che sa di buono, che parla a tutti, di tutto ciò che è normale, delle cose della vita, le nostre insicurezze, con cui tutti, prima o poi, facciamo i conti. E che dire, ho tifato per Samuele fino alla fine, se l’è meritato. Mi ha affascinato la sua personalità fuori dal tempo, la sua sensibilità d’animo e la sua delicatezza nell’entrare in relazione con gli altri. Sì! mi è piaciuto questo “giovane dall’animo delicato e gentile”, come dice la signora Verdanno, forse perchè di Samuele ce ne sarebbe un gran bisogno.
Samuele è uno di noi ed è come noi. Un sognatore, affaccendato in mille cose, con tanti desideri e la consapevolezza di poter essere e diventare, l’amore per la sua città meravigliosa che, Ammirati descrive come un pittore dipinge la sua amata. Tutto scorre e avviene come la più naturale delle esistenze. Il risveglio sulla terrazza di casa, i dialoghi meravigliosi con Leo, la solita corsa per le scale, per la paura di fare tardi, l’incontro mattutino con la strampalata signora del pianoterra, magari un po’ acida ma con un cuore grande e la sua bicicletta, quasi una guida devota, veloce come il vento tra le viuzze di una città in fermento, il caffè al bar con l’amica fidata, la riunione con il burbero direttore del giornale, i saluti dei pescatori, la cupola immersa nella notte stellata e lo sguardo di Emma, mi sembra quasi di vederlo, non è accaduto anche a noi? E allora mi sono chiesta, ma come si fa a smettere di sognare…
Luca Ammirati è nato a Sanremo nel 1983. Terminati gli studi classici presso lo stesso Liceo frequentato da Italo Calvino e quelli universitari di Legge, decide di dare corpo alla propria vocazione per la scrittura. Scrittore, poeta e intervistatore, è autore di format per il web e la televisione e all’occorrenza presentatore. Vincitore di svariati riconoscimenti letterari di livello nazionale patrocinati da Commissione Europea, Senato e Presidenza della Repubblica, è uno dei più giovani Assessori alla Cultura in Italia. I discendenti di Dante è il suo pluripremiato romanzo d’esordio. Nel 2014 pubblica L’espresso letterario edito da Leucotea e nel 2019 se i pesci guardassero le stelle con DeA Planeta. È responsabile interno della sala stampa del Teatro Ariston, dove ogni anno si svolge il Festival della canzone italiana.È stato assessore alla cultura del Comune di Perinaldo, dove esiste realmente l’osservatorio astronomico raccontato in questo romanzo.