Quelli cattivi “lo sanno bene che LA GUERA È GUERA, ovviamente senza troppi sprechi di doppie. Perché metterci due R quando ne basta una?“
Ma non soltanto “Quelli cattivi” ne sono consapevoli: in questo romanzo, che è anche noir, che è anche documento storico, che è anche giallo e anche thriller, ogni tipologia di attore lo sa: la guerra è guerra. Poliziotti, mafiosi, barabba, neri, camorristi e perfino giornalisti, sono tutti intenti a combattere la propria, di guerra, senza esclusione di colpi, senza sconti, senza paura, fino alla fine dei giochi.
Lido di Ostia, Roma, Anni ’80
“Me dovete da rivortà tutta Roma. Vojo sapè che cazzo j’è successo e lo vojo sapè subito, chiaro? Nun me ne frega un cazzo de come fate: sentite i papponi, le mignotte, le guardie a busta paga, l’infami, i picchettari, ’sto cazzo che ve s’encula… Nun ve fate vedè si nun c’avete quarche notizia”
Mi appresto a leggere questo romanzo e, il trovare subito in prima pagina dialoghi in dialetto romano, mi crea un po’ di perplessità. Penso che 500 pagine così non potrò leggerle abbastanza scorrevolmente da godermi la storia. Poi penso che forse non succederà in ogni capitolo (…ma no, è così fino alla fine…) e poi, appena dopo due paragrafi, penso che è un racconto dal carattere così forte che riesce a restituirti una realtà impattante anche se al limite del surreale. Questo dialetto crudo, diretto e anche un po’ manfano, riesce a farti immedesimare a 360 gradi nel personaggio, nei personaggi, nell’ambiente, nella situazione. E non solo perché la storia nasce da avvenimenti reali. Dopo poche pagine ti senti un po’ romano anche tu, ti senti un po’ barabba, ti senti un po’ cafone, e ti affezioni ai personaggi. Anche quelli cattivi, sì. Perché insieme alla storia sulla nascita e ascesa di un boss mafioso, di uno stile di vita che non esiste più, dietro alle retate, alle intercettazioni, alle improbabili alleanze, ai furti, agli efferati omicidi, agli scoop di giornalisti senza scrupoli, e a quella che è stata una parte di storia del nostro Paese, trovi anche il lato umano. Entri empaticamente nella parte emozionale dei protagonisti, anche se sono degli assassini, dei cattivi, o dei buoni corrotti. E percepisci la fragilità di una nascita, dell’ascesa, della corsa al successo, dell’amore e poi la forza della morte, o del prezzo da pagare per le tue azioni.
La guerra è bella anche se fa male… canta Francesco De Gregori. Omar comincia a domandarsi se è veramente bella o fa solo male. Il nemico non è vinto, sconfitto, battuto. Non ci sono infermiere con cui fare l’amore. Solo una ragazza di ventotto anni ammazzata da una pallottola al torace.
Un’escalation di corse al potere, alleanze, mazzette, amori segreti, assassinii, fughe, delitti, vendette e ritorsioni che ti accompagna per tutta la durata del racconto, con finale assolutamente intrigante. Imperdibile per chi ama i thriller, i gialli, i polizieschi, ma anche per chi volesse capire o approfondire la conoscenza sulle dinamiche e i meccanismi applicati della criminalità organizzata.
“Hai visto mai che tra il colpo in Spagna e un’alleanza coi camorristi Pietro Salis, Er Cattivo, si ritrovi veramente su un trono, con la corona in testa e lo scettro in mano?“
GLI AUTORI
Massimo Lugli si è occupato per «la Repubblica» di cronaca nera per quarant’anni. Ha scritto Roma Maledetta e per la Newton Compton La legge di Lupo solitario, L’Istinto del Lupo, finalista al Premio Strega, Il Carezzevole, L’adepto, Il guardiano, Gioco perverso, Ossessione proibita, La strada dei delitti, Nelmondodimezzo. Il romanzo di Mafia capitale, Stazione omicidi. Vittima numero 1, Vittima numero 2 e Vittima numero 3, Città a mano armata, Il criminale e nella collana LIVE La lama del rasoio. Suoi racconti sono contenuti nelle antologie Estate in giallo, Giallo Natale, Delitti di Ferragosto, Delitti di Capodanno e Delitti in vacanza. Ha firmato con Andrea Frediani Lo chiamavano Gladiatore. Insieme ad Antonio Del Greco ha scritto Città a mano armata, Il Canaro della Magliana e Quelli cattivi.
Antonio Del Greco è nato a Roma nel 1953 ed è entrato in Polizia nel 1978. Dopo i primi incarichi alla Questura di Milano, è stato dirigente della Omicidi. Sue le indagini su alcuni dei più grandi casi di cronaca nera degli ultimi anni, tra cui l’omicidio del “Canaro” alla Magliana, la cattura di Johnny lo Zingaro, il delitto di via Poma, la Banda della Magliana.