Alda La Brasca è un autrice che non conoscevo e che mi ha piacevolmente sorpreso col suo romanzo un po’ rosa e un po’ d’avventura ambientato a Parigi dopo il periodo napoleonico.
Ti sto parlando di Oltre la maschera edito da Queen edizioni.
Un romanzo che ti fa viaggiare per Parigi, non la Parigi di oggi ma quella dei palazzi di conti e marchesi che facevano da contrappeso alle casupole in legno dei sobborghi e dalla periferia.
Alcune descrizioni assai puntuali portano il lettore ad immergersi facilmente nella situazione descritta soprattutto quando si tratta degli ambienti riguardanti il passato sia di Isabelle che di Cédric. I bassifondi che lui frequentava, le peripezie che ha dovuto affrontare per sopravvivere, così vive nei suoi ricordi, sono ben catturati dall’autrice che se li riporta con precisione e ci fa rivivere alcuni momenti.
La stessa cosa avviene con un ritmo diverso per quel che riguarda Isabelle e il suo passato tanto doloroso quanto inaspettato e sorprendente; anche in questo caso la descrizione fatta dalla zia ritrovata e i pochi ricordi che lei stessa ha sono sufficienti a creare una buona immagini di quello che è stato.
Avrei sottolineato di più le ambientazioni legate alla vita dei nobili, proprio per accentuare le diversità che sono la base di parte del testo.
Oltre la maschera chi ci potrà mai essere per Alda La Brasca?
Oltre la maschera è un titolo che possiamo interpretare in due modi differenti. Il primo è quello puramente fisico, delle persone che stanno dietro a queste maschere vere e proprie, il secondo è psicologico cioè cosa di queste persone si nasconde dietro una maschera che si sono costruiti come corazza.
Il nostro Cédric, paladino della giustizia, un Robin Hood se vogliamo, indossa entrambe le maschere. Una che nasconde il suo volto quando gira travestito da bandito e cerca di risollevare le sorti di altri malcapitati; l’altra per proteggersi da tutto il male che ha provato e che ha paura possa tornare o possa lui stesso fare.
Un personaggio molto ben costruito, dove la bellezza fisica traspare ma non va a sovrastare la descrizione della sua crescita personale che, secondo me, è il punto focale di tutto il romanzo.
Isabelle è invece il personaggio con una crescita maggiore e più difficoltosa perché ha un cambiamento notevole in pochissimo tempo; anche in questo caso le descrizioni sono ben fatte, le caratteristiche ripetute quel tanto che basta per farla subito identificare dal lettore. Ho apprezzato molto come l’autrice riesce a farla convivere con i vari personaggi secondari facendole cambiare registro nelle varie occasioni. Lo stesso Alda La Brasca fa con Renée nei duplici panni che indossa.
Il romanzo è scritto bene, si seguono senza difficoltà tutti i passaggi delle vicende che tra loro si intrecciano. Devo sottolineare qualche errore di battitura ed un’impaginazione a volte errata. Un appunto sulla cover: non trovo pertinente l’immagine che riporta alla protagonista femminile, non so perché ma la immagino diversa; è un parere personale naturalmente.
Un romanzo che ha per filo conduttore le vicende di Cèdric e Isabelle, che non possiamo far rientrare solo tra i romanzi rosa in quanto ciò che accade lo rende molto vicino ad un romanzo d’avventura, se consideriamo i fatti del presente, o di formazione, se consideriamo tutto ciò che è avvenuto in passato ai nostri protagonisti e li ha portati ad essere quello che sono.
Brava a Alda La Brasca per averci raccontato una bella storia, con una trama diversa dalle solite che fanno da sfondo ai romanzi rosa.