Un romanzo che spazia dal mistero, all’amore, alla psicologia introspettiva: Un viaggio, la ricerca di una rosa per continuare a vivere: Niente da perdonare di Livia Snow.
Quando chiudi l’ultima pagina di un libro e concentri le idee su ciò che hai letto e che ti ha lasciato, immancabilmente riaffiorano tutte le sensazioni e le emozioni che hai provato dalla prima all’ultima pagina, ammesso che ce ne siano state. Non so se per te, caro iCrewer, è la stessa cosa ma credo che un qualsiasi libro e relativo autore, assolvano la loro “missione” nella misura in cui sono capaci di trasmettere emozioni e suscitare riflessioni in chi legge.
Niente da perdonare, auto-pubblicazione di Livia Snow, disponibile su Amazon dal Marzo scorso, è un libro che di emozioni, sensazioni e riflessioni, fa fare il pieno. Lo affermo senza il timore di apparire esagerata. Raramente una storia scritta riesce a catalizzare totalmente la mia attenzione, in genere sono attenta a tutti quei dettagli tecnici, piccoli e grandi che sono importanti quanto l’intreccio della storia stessa, questa volta, devo ammettere che l’intreccio della storia ha vinto sui dettagli tecnici che comunque, sono pienamente assolti.
Leggendo Niente da perdonare di Livia Snow, fin dalla primissima pagina, ho avuto la sensazione che fosse una storia controversa: la dimensione onirica, il sottile gioco psicologico, il sentimento che infarciscono tutto il racconto, sono ben visibili e hanno la bella prerogativa di catturare l’attenzione e coinvolgere senza permettere distrazioni di sorta. Già dal prologo, l’attenzione del lettore viene concentrata sul leit-motiv di tutto il romanzo, una pagina di prosa che posso definire poetica e che utilizza una rosa come metafora:
“Un’unica singola rosa. È sola […] Tutto intorno a lei è morte. Ma lei è viva. Respira. Pulsa. Dove tutto finisce, lei resiste. […] Paziente. Silenziosa. Ferma nello spazio e nel tempo”.
Un linguaggio scarno e una stile di scrittura incalzante che accompagnano dalla prima all’ultima pagina.
L’intreccio della storia vede all’attivo due soli personaggi e un viaggio: un viaggio che, reale, sognato o metaforico che sia, è un viaggio alla scoperta di un mistero, di un richiamo, di una voce, di una rosa, in un territorio accidentato e minato, dove la strada carica di imprevisti, di svolte, di incroci, di errori, di rimorsi e di desiderio di redenzione, conduce ad una sola ed importate meta, la vita. Nelle pagine finali l’autrice, a sorpresa, sovverte i termini di tutta la storia che potrebbe ricominciare esattamente da dove finisce, anche questa trovata, è sicuramente originale e lascia il lettore forse un po spiazzato ma, in ogni caso ammirato per la sua fantasia.
Lungo il cammino la malattia, il dolore, la fatica, la paura dell’incognito, nel romanzo raffigurata da una personaggio-proiezione, nero e furtivo che segue il protagonista e incombe su di lui, con l’alito lercio di morte, sempre in agguato e sempre pronto a stringerlo in un abbraccio gelido, ad inchiodarlo sugli errori commessi e sulle sue responsabilità: la proiezione mentale delle angosce, dei rimorsi che, Adam, il protagonista, (come ognuno di noi) si porta dentro.
Fragile come una rosa ma caparbia la speranza (e l’amore con lei), vince su ogni disperazione, sulla malattia, sull’angoscia, sugli errori e sui rimorsi. Fragile ma caparbia come la vita che trova il coraggio di ricominciare ogni giorno, ogni istante. Una vita in cui non c’è niente da perdonare perchè tutto ha un fine preciso, una logica che sfugge ad occhi distratti: “Debole eppure vigorosa. Fragile eppure tenace. E lascia spaziare la vista oltre, fin dove abitano la fiducia, il coraggio e la speranza. Una rosa che è una vita. Una rosa che sarà sempre la mia vita”. Si conclude così Niente da perdonare di Livia Snow.
Da leggere!
Caro iCrewer ti consiglio di leggere altre recensioni di questo libro e vedrai… è piaciuto proprio a tutti.