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Lettura: Recensione: Lupo racconta la SMA di Jacopo Casiraghi
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Recensione: Lupo racconta la SMA di Jacopo Casiraghi

Stefano Buzzi 5 anni fa Commenta! 8
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Come ho detto nella recensione di Quella mattina prima di morire in questi primi giorni dell’anno sto chiudendo i rapporti con le ultime letture dell’anno passato. Mi restavano ancora due libri da recensire e dopo aver parlato di quel bellissimo thriller, eccomi oggi a scriverti le mie impressioni su una raccolta di favole per bambini e ragazzi molto molto particolare: Lupo racconta la SMA, l’ultima mia lettura del 2019.

Lupo racconta la SMA è un favoloso libro illustrato che mette insieme dodici favole che trattano un tema assai delicato, ovvero sono favole rivolte alle famiglie che hanno in casa un malato di Atrofia Muscolare Spinale. La prima cosa che ho fatto dopo aver preso in mano il libro è stata quella di leggere le brevi introduzioni che spiegano in semplici parole questa malattia e introducono alle storie provando anche a delucidare il perché di un libro per ragazzi con una tematica così complessa e seria.

Ho scoperto così, vista la mia poca preparazione sull’argomento, che la SMA è una malattia neuromuscolare rara che causa debolezza e che comporta atrofia muscolare progressiva. Questo è dovuto alla perdita dei neuroni che trasportano il segnale dal sistema nervoso centrale ai muscoli. Si tratta di una malattia genetica che colpisce principalmente i bambini fino ai 16 anni di età. Capisci anche tu, caro lettore, che pensare di leggere delle fiabe per bambini, o comunque ragazzi, incentrate sul mondo che ruota intorno a questo tipo di malattia suona un po’ strano, ed invece devo dirti che Jacopo Casiraghi ha fatto un lavoro egregio. Del resto il suo percorso professionale è quello di psicologo e psicoterapeuta esperto in diversa abilità e in relazioni familiari in cui è presente un paziente con malattie del motoneurone. Con le illustrazioni di Samuele Gaudio il libro si presenta visivamente molto piacevole, pieno di colori e di mondi fantastici.

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lupo racconta la SMA

La copertina raffigura un lupo, che è colui che veste i panni del narratore. L’incipit porta il lettore in un fantomatico bosco dove tutti gli abitanti, gli animali di ogni tipo, catturano il lupo perché questi continuava a rubare il cibo a tutti gli altri. Una volta catturato, il Consiglio del Bosco si raduna per decidere sul futuro del lupo e così trovano l’accordo che in cambio di un certo numero di favole, dodici, avrebbe potuto ottenere la libertà. Il lupo inizia il racconto delle dodici favole ambientate nel bosco e che coinvolgono un po’ tutti gli animali che lo animano: c’è una fiaba con protagonista il leprotto, una con il cinghiale, una con il serpentello, una con i pesci, una con la civetta e così via fino a creare una vera e propria famiglia che abita il bosco incantato luogo che fa appunto da scenario a tutte le storie.

Sono storie ben scritte, che parlano di diversità. Di presa di coscienza della malattia. Di coraggio. I protagonisti sono alle prese con le loro difficoltà motorie e con il difficile compito di accettare e farsi accettare dal gruppo nonostante i problemi di salute che la vita gli ha riservato. Sono favole scritte per le famiglie, io non credo siano solo destinate ai ragazzi affetti dalla SMA, ma anche ai loro genitori. Si racconta di genitori coraggiosi che intraprendono lunghi viaggi per trovare una cura per i figli, è il caso di mamma Cinghiale che si spinge fino al pericoloso cuore del bosco, ed è proprio l’autore che presenta con poche righe le favole a indicare a chi è rivolta questa o quella man mano che si sfogliano le pagine.

Immagino che sia stato un percorso difficile, quello della stesura di queste storie, perché se da un lato c’è la necessità di sensibilizzare verso la malattia e l’esigenza di trovare il modo giusto di rivolgersi e spiegarla ai piccoli, dall’altro c’è anche quello di dover scrivere una fiaba che comunque deve mantenere quelle caratteristiche “magiche” necessarie per poter essere apprezzata dai più giovani. Facendo una breve ricerca su internet ho letto una intervista in cui l’autore ha dichiarato che questo libro è nato dall’esigenza da parte dei genitori di dover spiegare ai loro bambini affetti da questa malattia il fatto che debbano avere un percorso di vita diverso di loro coetanei e dall’esigenza di diminuire al massimo il disagio del sentirsi diversi. La favola è il mezzo con cui Casiraghi si è prefissato di rispondere a queste richieste. E io credo ci sia riuscito. Tutte le storie sono piacevoli da leggere, anche per noi adulti, tutte insegnano che con il coraggio si può vincere qualsiasi difficoltà e tutte fanno riscoprire il valore dei sentimenti veri. Le ho trovate toccanti. Giuste per tutti e non solo per chi ha questo tipo di problema in famiglia. L’idea del non denigrare chi ha avuto meno fortuna, l’idea dell’accoglienza del diverso e l’idea del saper convivere con i propri problemi penso siano valori universali e applicabili ad ogni tipo di situazione della vita.

Leggendo mi è tornato alla mente un dialogo di qualche tempo fa con una mia carissima amica, che ha un figlio con piccoli problemi e che, conoscendo la mia passione per la scrittura, mi ha chiesto di scrivere una storia per far capire al piccolo che avere un problema non significa essere diverso dagli altri. Non ho mai scritto quella storia, non mi sono mai ritenuto capace di poter affrontare così a cuor leggero con una fiaba un tema così delicato, ecco perché con grande ammirazione giudico in maniera ultra positiva questo libro.

Cercalo.

Leggilo.

Lascia che il Lupo apra gli occhi e il pensiero anche a te con le sue storie.

In chiusura, prima di liberarlo, gli abitanti del bosco gli chiedono come mai, essendo lui grande, grosso e coraggioso, abbia scelto di raccontare storie di questo tipo e lui risponde che “gli amici di cui vi ho narrato non devono essere dimenticati e chiunque può imparare qualcosa da loro. Io credo che non importi quanto siano forti i tuoi muscoli: sei hai il cuore per ascoltare queste favole, beh, fai parte della storia anche tu”.

E io credo che noi lettori di libri.iCrew il cuore ce lo abbiamo grande grande.

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