L’ultima notte di Willie Jones racconta le ultime ore di un diciottenne nero nella Louisiana del 1943.
il protagonista è rinchiuso in carcere da otto mesi, accusato di aver violentato una ragazzina e per questo condannato a morte. Nella cittadina di St. Martinville, dove la convivenza tra bianchi e neri si basa ancora su discriminazioni sociali e ingiustizie, e dove arriva la sedia elettrica “ Feroce Gertie”, il vero evento è proprio questo, piuttosto che la morte imminente di questo povero ragazzo.
La narrazione è divisa in quattro parti: nei vari capitoli viene raccontata la storia di altri personaggi le cui vicende si intrecciano e si sviluppano proprio nelle ore precedenti l’esecuzione. Sono figure inquiete che si fanno delle domande, alcune si rendono proprio conto che non può essere una cosa giusta questa attesa di una morte certa, in ogni caso rimangono immobili. Il resto della comunità è fuori ad aspettare l’esecuzione.
“Gli si annebbia la vista. Otto mesi qui dentro gli sono sembrati più lunghi di tutta la vita vissuta prima. Ricorda quella vita, ma non ricorda cosa provava vivendola.”
Una frase che fa venire i brividi, e che ci lascia immaginare quel senso di vuoto e di distacco dalla vita che ha creato la prigionia. Willie affronta così le sue ultime ore, quasi come se non stesse accadendo a lui, e lo confida a padre Hannigan mentre sta consumando la sua ultima cena.
“Quando alza gli occhi, Willie lo sta guardando. «Come ti senti, Willie?» chiede Hannigan. È una domanda stupida, ma cos’altro può dire?
Willie aggrotta la fronte. «Non lo so» risponde. «Non sembra vero. Come se non riesco a sentire.”
L’autrice, come lei stessa scrive alla fine nel libro, ha costruito il personaggio di Willie partendo dalla storia di due persone realmente esistite: Willie McGee e Willie Francis le cui storie sono state prese dagli archivi storici, dove erano anche riportate le parole che stabilivano la condanna del ragazzo a ricevere nel suo corpo «una corrente elettrica di intensità sufficiente a causare la morte…». Anche il nome di “Feroce Gertie” per la sedia elettrica è vero, sedia che ucciderà ottantasette persone.
I temi dell’esclusione, del razzismo, dei pregiudizi, della convivenza, della giustizia e del perdono, trattati in questo libro in maniera cruda ma efficace, sono questioni purtroppo sempre aperte ed attuali sulle quali è sempre bene riflettere.
ELIZABETH H. WINTHROP
E’ nata e cresciuta a New York. Dopo la laurea a Harvard in Letteratura angloamericana, ha conseguito il Master of Fine Arts in Fiction alla University of California Irvine. Vive a Gloucester, Massachussetts, dove insegna inglese e scrittura creativa all’Endicott College. È autrice di Fireworks (2006), December (2009) e The Why of Things (2013). “L’ultima notte di Willie Jones” è il suo primo romanzo tradotto in Italia.