Ho ricevuto come regali di Natale posticipato il misterioso giallo di Benjamin Stevenson, Tutti hanno dei segreti a Natale, edito da Feltrinelli. Dopo aver letto la trama, mi sono subito persa tra le pagine di questo giallo, che racchiude in sé la vena investigativa di Agatha Christie. Ho iniziato a leggere questo romanzo giallo senza sapere che faceva parte di una serie, ma a dire il vero funziona bene come libro autonomo e non ho avuto la sensazione che mancasse nulla alla storia perché non avevo letto i libri precedenti.
La trama di Tutti hanno dei segreti a Natale
Ernest Cunningham torna per risolvere un nuovo caso nel romanzo Tutti hanno dei segreti a Natale di Benjamin Stevenson, con un intrigo che mescola crimini, magia e il tipico umorismo tagliente che ha reso celebre la serie.
A Natale, Ernest sperava in una pausa dai delitti, ma i suoi piani vengono sconvolti quando un Lyle Pearse viene assassinato nel backstage dello spettacolo del celebre mago Rylan Blaze. La prima ad essere accusata è l’ex moglie di Ernest, Erin, e attuale compagna dell’uomo assassinato. Il caso si rivela complicato: ogni sospettato è un maestro dell’inganno e del depistaggio. Tra questi ci sono un esperto di trucchi e travestimenti, un’ipnotista, una gemella, uno psicologo, un tecnico delle luci e una responsabile finanziaria, ognuno con un motivo per mentire.
Gli indizi? Scarsi e nebulosi, come un messaggio di aiuto criptico, un omicidio apparentemente impossibile e un calendario dell’Avvento che potrebbe contenere le chiavi per svelare il mistero.
Per risolvere il caso, Ernest dovrà scoprire cosa si cela oltre le illusioni, perché, in fondo, un omicidio ben congegnato non è così diverso da un trucco di magia: entrambi si basano su inganno e distrazione. Tra colpi di scena e atmosfere natalizie tinte di rosso, Ernest si prepara a smascherare l’assassino in questo giallo festivo che combina ingegno, suspense e un pizzico di sarcasmo.
La recensione
L’opera di Benjamin Stevenson si presenta come una letture leggera, ma interessante. La si può leggere in due modi: o tutta di un fiato (come ho fatto io, perché volevo capire chi era l’assassino e il suo movente) oppure un capitolo alla volta seguendo il Calendario dell’Avvento (cosa che non ho potuto fare perché mi è arrivato troppo in ritardo).
Il sistema di indizi, presentato come un calendario dell’avvento, è originale:
È meglio trattare il tutto come un calendario dell’avvento: ventiquattro capitoli, ventiquattro indizi.
La trama è semplice ma avvincente, con una distribuzione costante di indizi che porta a una conclusione logica: «Se avete prestato attenzione, avete tutto ciò che serve per… colpire nel segno». Non ho indovinato l’assassino, ma il mistero è stato comunque divertente e intelligente. Meglio non scoprire il colpevole che ritrovarsi ammazzati o pestati a sangue, dopotutto.
In definitiva, sopravvivere fino alla fine è un miracolo natalizio di per sé!
Sei sospetti. Sette regali. Apriamoli.
Mi è piaciuto lo stile narrativo di questo libro e mi è piaciuto molto anche il personaggio di Ernest e la sua affinità per la risoluzione di enigmi. Nonostante l’argomento, il libro ha un tono piuttosto spensierato e assolutamente divertente. Siamo guidati attraverso il mistero da Ernest, che narra attentamente tutti i vari indizi, fornendoci anche una pista sbagliata. Coinvolto nel mondo della magia, non c’è da stupirsi che tutti quelli che incontra siano in grado di suscitare mistero e fargli prendere la strada sbagliata.
Mi è piaciuta molto la trama di Tutti hanno dei segreti a Natale e il modo in cui Cunningham ha scoperto chi era l’assassino. I suoi metodi erano molto metodici e mi ha ricordato molto Poirot di Agatha Christie. Il modo in cui è stato fatto tutto è stato molto intelligente.
Il problema principale che ho avuto con questo libro è stato che i personaggi erano piuttosto insignificanti e molto dimenticabili. A parte Ernest e forse un altro personaggio, non saprei dirti i loro nomi o niente di veramente su di loro. Ho solo avuto la sensazione che tutto lo sforzo fosse stato messo nella trama e non nei personaggi, il che è stato un peccato.
Al contrario, invece, mi è piaciuto molto come l’improvvisato investigatore e autore di gialli, Ernest Cunningham interveniva direttamente con il lettore. La storia si intrecciava perfettamente con i pensieri diretti e le riflessioni del protagonista. Un modo di scrivere che mi è particolarmente piaciuto.
Grazie a questo regalo inaspettato, ho scoperto Benjamin Stevenson e prossimamente correrò in libreria per cercare i due gialli precedenti: Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno e Tutti su questo treno sono sospetti.