L’amore e tutti gli altri rimedi un nuovo regency per Anita Sessa che segue, anche se non è il sequel, La sposa inglese che vedrà la sua riedizione da parte di Words edizioni nei prossimi giorni.
Una bella storia, che si snoda negli anni dal 1818 in poi, quella che ritroviamo in questo testo, la storia di una nuova vita, della consapevolezza che ciò che è capitato non deve per sempre segnare ogni passo della vita anche se i brutti ricordi non se ne andranno mai.
Il rosso e l’oro della cover penso siano i colori giusti per rappresentare quello che è la storia; il rosso non è quello dell’amore ma quello della sofferenza, l’oro è la luce: la rinascita.
Il testo è scritto molto bene, si legge con facilità e scorrevolezza; i salti temporali tra la prima e la seconda parte non creano difficoltà nel lettore, anzi lo mettono nella condizione di capire quello che è successo in precedenza senza annoiarlo con troppi particolari. Le descrizioni dei luoghi sono curate e sufficienti per farti immergere nella bellezza delle residenze nobiliari così come nella cruda realtà di un luogo di prigionia.
Poggiò le dita sulla maniglia intagliata dell’antica porta della biblioteca, tremando di rabbia e cercando di imbrigliare l’agitazione che la stava scuotendo.
Chi sono i protagonisti de L’amore e tutti gli altri rimedi?
Caro iCrewer starai rispondendo: la solita coppia che si formerà alla fine del romanzo. Invece no! I protagonisti di questo regency sono ben quattro. Anche se le vicende si snodano principalmente attorno alle vicissitudini riguardanti Margareth e Ezra non si può non considerare il Duca di Richmond e la sua consorte come protagonisti di questo testo. Inizialmente questi ultimi due sembra siano gli unici protagonisti mentre con il susseguirsi delle pagine ci si accorge come fungano da spalla ai nostri due giovani.
Posso affermare che tutti i personaggi prendono vita in modo differente a seconda del ruolo che ricoprono e che le loro descrizioni risultano puntuali e precise. I rapporti che vi sono tra loro vendono sottolineati in modo che il lettore riesca a capire le differenze di comportamento a seconda della classe sociale o al titolo nobiliare che ciascuno porta.
Mi soffermerei solo su Margareth: una giovane che non crede più nel prossimo, che nemmeno vuole che gli altri si avvicinino a lei e ancor meno che la tocchino. Una donna che ha sofferto e che non riesce a superare la barriera tra lei ed il resto del mondo che si è costruita. Saranno gli affetti più cari che le ridaranno la forza di vivere e di svoltare.
Diretta e sincera Margareth lo era sempre stata, ma dopo il rapimento quei tratti del suo carattere si erano maggiormente imposti, fino a diventare predominanti. Perché il dolore squarcia anche le anime più pure, le riduce a brandelli ed è impossibile ricucirle del tutto. E da quelle crepe, da quelle cuciture lente viene fuori qualcosa di simile a una persona. Viene fuori il poco che si può offrire al mondo. Nel migliore dei casi, come era successo per Margareth, diffidenza e solitudine profonda, con una buona dose di sincerità assoluta.
L’amore e tutti gli altri rimedi è un libro che ti fa riflettere sul valore dell’amicizia, il significato di famiglia più ancora che sull’amore