L’autore de La cospirazione degli Illuminati arriva con un nuovo, intrigante romanzo: L’alchimista di Venezia, di G. L. Barone!
Ciao iCrewer! Come stai? Spero bene! Sono qui per parlarti dell’ultimo libro che ho letto. Sai, l’ho finito giusto giusto questa mattina, quindi quale momento migliore per scrivere una recensione, se non quando la trama è ancora fresca e ricordo tutti i nomi dei personaggi? Quindi, siediti comodo e preparati: sto per presentarti L’alchimista di Venezia, di G. L. Barone, edito da Newton Compton editori.
E’ un giallo, ambientato nella misteriosa e affascinante cornice di Venezia, la Venezia di metà ‘700, tra dame, damerini, spie e barnabotti (così venivano chiamati i nobili decaduti).
E’ un libro fitto di misteri, intrighi, sotterfugi e personaggi. Ce n’è per tutti i gusti: Mattio Mellan, il Misser Grande, colui che conduce le indagini relative agli omicidi sospetti che hanno macchiato di sangue le acque della laguna. Lodovico Van Axel, capitano degli zaffi da barca, suo braccio destro e colui che, materialmente, indaga e insegue i sospetti.
Madame d’Aumale, affascinante contessa francese trasferitasi a Venezia anni addietro, che sembra essere il filo conduttore e il burattinaio dell’intera vicenda. Rudolf, fedele assistente e tuttofare della donna.
E poi, finalmente, Eliardo de Broglie, l’alchimista, colui che si trova, suo malgrado, invischiato nella vicenda fin dall’inizio. Fin da quando vede Gerolamo Venier, marito della donna con cui il giovane ha appena passato una notte d’amore, cadere dalla finestra della sua camera da letto e annegare nel Canal Grande. Dal quel momento in poi l’uomo è nell’occhio del ciclone: tutti lo cercano, sia la polizia, che i collaboratori di Madame d’Aumale. Perchè? Cosa sta succedendo? E come fa, la donna, a essere sempre – quasi comicamente – un passo avanti a tutti? L’unico modo per scoprirlo è continuare a leggere.
Un bel libro. I continui cambi di punto di vista e colpi di scena movimentano una narrazione che, senza, non farebbe lo stesso effetto. Sebbene possa sembrare caotico, i continui rimandi e riprese fanno sì che il lettore non si perda nel dedalo di di personaggi, luoghi e avvenimenti.
Il linguaggio è molto specifico, si nota che è stata fatta un’accurata ricerca per adattarlo al contesto storico della narrazione. Le descrizioni sono molto dettagliate e precise, riescono a rievocare perfettamente Venezia, con le sue maschere, le sue calli strette e i suoi eterogenei abitanti. Se devo essere sincera, i nomi specifici delle imbarcazioni mi hanno un pò disorientata (“gondola” a parte, gli altri mi erano sconosciuti), ma si ricollegano comunque alla veridicità storica.
Per quanto riguarda i personaggi, non vi sono veri e propri cambiamenti o maturazioni in loro. Credo che, più che altro, ognuno rappresenti uno specifico tratto caratteriale o morale (Mellan la ricerca; Van Axel la rettitudine morale; de Broglie la volontà di sopravvivere; ecc.). La narrazione è molto concentrata sull’azione e un pò meno sull’interiorità, ma ciò è comprensibile, se si tiene conto che l’autore stesso classifica questo romanzo come primo di molte avventure che avranno Eliardo de Broglie come protagonista.
A volte ho pensato che mancasse un pò di suspance, ma è solamente una mia opinione.
La cover è bella e rispecchia l’animo e l’ambientazione del romanzo.
Nato a Varese, L. G. Barone è sempre stato attivo in politica e si è laureato in Giurisprudenza. L’alchimista di Venezia è il suo ultimo romanzo, ma sono molti i titoli pubblicati da Newton Compton e, poi, tradotti in lingua inglese, portoghese e spagnola: La cospirazione degli Illuminati (2013), Il sigillo dei tredici massoni (2014), La chiave di Dante (2015), I manoscritti perduti degli Illuminati (2016) e la Codice Fenice saga, costituita da La settima profezia (2017), Il settimo enigma (2017) e Il settimo oracolo (2018). Nel 2018 ha pubblicato anche Reichland. L’aquila delle dodici stelle, solamente in formato digitale.