Caro iCrewer, ho appena terminato La villa del mercante di cioccolato della scrittrice tedesca Maria Nikolai e voglio condividere con te a caldo le impressioni e le sensazioni che ho ricevuto, leggendo questo romanzo pubblicato da Newton Compton alla fine di settembre.
Il motivo che mi ha spinto fra le sue pagine è presto detto: l’ambientazione. L’azione si svolge nella Stoccarda di inizio Novecento: è una città alle prese con l’industrializzazione e le sue opportunità. Un teatro interessante e particolare, che non avevo trovato in altri romanzi storici e per questo ero curiosa di immergermici. Devo dire che ogni aspettativa che mi ero fatta non è stata delusa, anzi in molti casi è stata addirittura superata: ho trovato una struggente storia d’amore, un appassionante intrigo politico-economico e un interessante quadro sociale.
L’intera trama ruota intorno alla famiglia Rothmann, proprietaria di una celebre azienda dolciaria, le cui specialità al cioccolato sono richiestissime. Il padre, Wilhelm, è il classico padre-padrone alto borghese: abituato a comandare e farsi rispettare in fabbrica, impone un rigido codice di comportamento ai suoi famigliari e non accetta insubordinazioni di alcun tipo. Non riesce tuttavia a controllare con pugno di ferro i figli minori, i gemelli Karl e Anton: due piccole pesti che si cacciano costantemente nei guai e non si rendono conto delle loro azioni spregiudicate. Wilhelm riconduce questa lacuna di disciplina alla mancanza della moglie Hélène, che ha momentaneamente abbandonato i suoi figli per farsi curare i nervi a Riva del Garda. La figura materna sembra dunque ricadere sulla figlia maggiore, Judith, ma la ragazza ha altri problemi per la testa: lei vorrebbe affiancare il padre nella gestione della fabbrica e proporre al pubblico le sue creazioni di cioccolato, tuttavia Wilhelm combina il suo matrimonio a sua insaputa, per giunta con un uomo che lei non potrà mai amare!
Come puoi ben supporre da questo breve ritratto, alcune delle situazioni che si verranno a creare durante lo svolgimento di trama sono piuttosto prevedibili, non lo nego. Ciò che mi ha colpito di più è che viene dato ampio spazio alla caratterizzazione e all’analisi dei protagonisti. Ogni capitolo è infatti dedicato ad un membro della famiglia e alle loro interazioni sociali con personaggi di finzione e storici. In questo modo, li possiamo conoscere, comprendere il loro punto di vista, sia quando sono nel giusto sia quando sbagliano, e assistere poi al loro cambiamento in una società che sta abbandonando i vecchi e rigidi costumi delle classi sociali e che si sta avviando verso il progresso tecnologico e meccanico. Sono questi i tipi di dettagli che mi piace affrontare in un romanzo di questo stampo, dove l’azione è praticamente assente e si dà grande importanza alla sfera emotiva e ai dialoghi.
Altro aspetto che mi ha catturato durante la lettura è lo stile di scrittura dell’autrice. Anche se il tono generale è formale e ricercato, come si addice alla classe sociale protagonista, il testo è scorrevole e accattivante e io non ho avvertito la pesantezza delle cinquecento pagine che costituiscono il tomo, anche se non mancano parti più lente e descrittive, che non a tutti possono piacere. Questo tipo di registro e di costruzione mi ha ricordato i classici della letteratura inglese, come Jane Austen, o di Heinrich Mann per l’area tedesca: testi lunghi, per alcuni difficili, ma che sanno tenerti incollati alle loro pagine. Forse sono esempi un po’ azzardati e pretestuosi, ma ho avvertito l’enorme lavoro che l’autrice Maria Nikolai ha fatto per la stesura del suo primo romanzo e glielo voglio riconoscere.
La villa del mercante di cioccolato è il primo volume della saga dedicata alla famiglia Rothmann e spero che la pubblicazione continui, perchè sono davvero curiosa di sapere come continua questa saga famigliare ambientata in un tempo lontano, ma che tratta temi che mi hanno ricordato la grande letteratura di quell’epoca.