Credo che non ci sia modo migliore di concludere questo 2022 se non con una recensione. E perchè non farlo con il libro che più mi è piaciuto tra quelli che ho incontrato negli ultimi dodici mesi? Sto parlando di La casa sul mare celeste di TJ Klune, pubblicato da Mondadori.
Si tratta di un romanzo fantasy, con una vena romantica e molto dolce, che vira anche sulle dinamiche familiari – per quanto particolari possano essere – e che, in generale, ho trovato davvero meraviglioso.
Una breve introduzione (piccola, perchè questo libro merita davvero tanto di essere letto)
Linus Baker è un assistente sociale tra i più diligenti. Segue alla lettera tutte le procedure dettate dal Ministero, e il tutto per raggiungere un solo scopo: assicurarsi che i bambini magici siano trattati nel miglio modo possibile, che vengano accuditi e seguiti come si meritano. Certo, la vita privata di Linus non va proprio a gonfie vele, ma non è un problema.
Immagina lo shock, quando i piani alti lo spingono caldamente (leggi, “lo obbligano”) a prendere un treno diretto fuori città, a scendere all’ultima fermata, in un piccolo paesino, per occuparsi di un orfanotrofio davvero segretato, che ospita soltanto sei bambini, uno più speciale dell’altro.
Linus, così amante delle regole e dei manuali, riuscirà ad adattarsi a questo nuovo mondo? O finirà per aprire il proprio cuore al cambiamento?
La casa sul mare celeste di TJ Klune: la mia recensione
La casa sul mare celeste di TJ Klune è facilmente il libro più bello che io abbia letto quest’anno. Dalla trama interessante, in cui non mancano punte d’ironia, tristezza e gioia profonda. Scene dolcissime, arringhe accattivanti, isteria collettiva, coraggio inarrestabile: davvero, c’è proprio tutto.
Fin dalle prime pagine ho provato una simpatia assoluta per Linus Baker, il protagonista, forse perché si percepisce quanto tenga al suo lavoro, il suo viverlo non come un dovere, ma come una vocazione. Certo, magari la cieca fiducia nel sistema è un tratto leggermente ingenuo, ma per fortuna tutto si risolve.
Linus, che si crede così normale, non memorabile, non si tira indietro quando arriva il momento di mettersi in gioco, di compiere un incarico così importante da essere segretato. Per fortuna, oserei dire. E il mondo che trova, una volta giusto sull’isola, è sconvolgente. L’esistenza stessa dei bambini lo porta a farsi domande la cui risposta non sapeva nemmeno essere necessaria, prima di posare lo sguardo su quei sei piccoli volti (e su quello di Arthur, perché diciamocelo, se non è stata un’infatuazione a prima vista, lo è stato alla seconda).
Forse è proprio questo ciò che apprezzo di più del protagonista di TJ Klune: la sua capacità di cambiare, di tornare sui propri passi, ammettere gli errori e porvi rimedio. Non è il comportamento che potrebbe venire spontaneo aspettarsi da un uomo di mezz’ora che ricopre una carica di un certo livello all’interno dell’apparato pubblico.
In più, La casa sul mare celeste ha vari piani di lettura, a parere mio. C’è la superficie, dolce e avvolgente, di un uomo che trova finalmente il suo posto del mondo. C’è lo strato appena sotto, ancora scaldato dal sole, ma che inizia già a raffreddare, in cui si parla di legami, di pregiudizi e delle difficoltà degli individui magici in un mondo dominato dai non magici.
E, infine, ci sono le acque più profonde, scure e gelide, in cui basta vedere il protagonista soltanto nella sua veste di uomo bianco, e ridurre gli altri personaggi, ad esempio, alla loro etnica (africana, asiatica, nativa americana, aborigena, solo per citarne qualcuna) oppure al loro genere, o ancora al fatto di appartenere alla comunità LGBTQIA+, per cambiare completamente scenario. Ecco che allora il romanzo di TJ Klune diventa molto più di un fantasy d’amore, con scene dolci e combattive: uno mezzo per ragionare sui problemi della nostra società, sui soprusi e sulle discriminazioni, su tutti quei meccanismi che operano di soppiatto, ma che sarebbe proprio giunto il momento d’iniziare a riconoscere e bloccare.
Lo stile adottato da TJ Klune è davvero meraviglioso: scorrevole, vivace, dettagliato al punto giusto. Evocativo ma non pesante, ironico ma toccate al momento giusto. Ho trovato interessante, poi il contrasto d’ambientazione e di condizioni atmosferiche tra la città e l’isola; sembrano uno specchio dell’interiorità di Linus, esprimendo i suoi desideri prima ancora che se ne renda pienamente conto.
La cover è perfetta, riprende in pieno lo spirito della storia: colorata, vivace e un po’ anticonvenzionale.
Per concludere, non so se c’è qualcuno a cui non consiglierei La casa sul mare celeste di TJ Klune (escludendo chi preferisce non affrontare storie d’amore LGBTQIA+) perché è dolce, profondo e straordinariamente facile da leggere. Senza contare che alla fine Linus diventa proprio un eroe dei migliori: senza mantello e super poteri, ma con la sua voce di uomo comune, che ha finalmente capito per cosa vale la pena lottare.