Un thriller psicologico che non concilia la fiducia nel genere umano: La babysitter perfetta di Sheryl Browne, tradotto da Paola Bertante, edizioni Garzanti.
Sheryl Browne ha conseguito un master in scrittura creativa e fa parte delle Crime Writers’ e Romantic Writers’ Association. Vive nel Worcestershire e ha raggiunto il successo internazionale grazie a La babysitter perfetta.Altri suoi titoli sono: The affair, The second wife, After she’s gove,
Un’escalation di perversa cattiveria da un lato e di totale ingenuità dall’altro: potrebbe riassumersi così, in molta sintesi, il contenuto di questo thriller psicologico della scrittrice inglese Sheryl Browne, edito da Garzanti, dal titolo che è tutto un programma e un anticipo della storia raccontata, La babysitter perfetta.
Ora, se è vero che la perfezione non è di questo mondo, come comunemente si dice, il personaggio protagonista principale del libro, la baysitter appunto, di perfetto ha soltanto la sua perversione e le scontate turbe psicologiche, della quale l’autrice fa intravedere le cause, già nel primo breve capitolo d’apertura del libro.
I protagonisti che incarnano rispettivamente il male più assoluto e il bene più ingenuo e fiducioso, sono mossi nel libro, in un contesto ristretto di tempo, anche se, chi si approccia alla lettura ha l’impressione che sia lungo, probabilmente perchè i ritmi ripetitivi della storia, rallentano la lettura… o almeno è questa l’impressione che io ne ho avuto.
La babysitter perfetta è un thriller atipico, un thriller che potrebbe definirsi al contrario, in quanto l’autrice, Sheryl Browne, fa scoprire “il colpevole” fin da subito, mentre per “le vittime” (la famiglia co-protagonista), i disegni perversi e le macchinazioni mentali della babysitter di cui si fidano ciecamente, non sono per nulla motivo di “allerta”. Tanto che, fin quasi alla fine della storia, continuano ad essere vittime inconsapevoli ma di quella inconsapevolezza che appare palesemente lontana dalla realtà.
Anche dal titolo del libro e dalla frase posta in bella vista sulla copertina –“È brava. Troppo brava”, si intuisce già prima di cominciare a leggere, dove l’autrice vuole andare a parare. La cover del libro, di un bel rosso acceso su cui spiccano tre fiammiferi (che non hanno niente a che vedere con i famosi tre fiammiferi di Prevert), sono propedeutici del contenuto: le fiamme e il fuoco sono infatti usati spesso dalla protagonista in modo catartico, di purificazione di tutto ciò che la sua mente malata giudica deleterio per la sua persona.
Lo stile è limpido e diretto favorisce la scorrevolezza della lettura, merito anche dell’ottima traduzione di Paola Bertante. I capitoli brevi, sono sempre introdotti dal nome di uno dei protagonisti: questo favorisce, e in qualche modo anticipa, l’argomento al lettore che si trova ad essere preparato su quanto si appresta a leggere. L’epilogo, se da un lato fa riflettere su come traumi ed eventi dolorosi possano segnare per sempre un individuo, che da vittima diventa carnefice per difesa e reazione, dall’altro sembra un po’ scontato e prevedibile.
La babysitter perfetta di Sheryl Browne, arrivato in Italia nel Marzo 2019, ha ottenuto un grande successo di vendite e di pubblico ed è stato tradotto in varie lingue. E, in conclusione, un po’ per celia, un po’ sul serio ti consiglio, caro iCrewer, se sei diffidente di natura e ti trovi a leggere questo thriller, beh, tieni ben presente che è sempre un prodotto scaturito dalla fantasia una scrittrice che, forse a sua volta, non ha molta fiducia nel genere umano… e chissà quali cause si nascondono dietro questa convinzione.