È inutile tentare di imprigionare i sogni, soprattutto quelli di un adolescente
Imola, anni ’90. Per Baldo Creonti comincia una nuova giornata all’ITIS Alberghetti. Se fosse dipeso da lui, avrebbe mollato la scuola dopo la licenza di terza media, ma sua madre non glielo ha permesso. Mamma Creonti non ha avuto l’occasione di continuare i propri studi, così vede nel figlio la sua ribalta e la speranza di un futuro migliore. Creonti viene quindi iscritto ad un tecnico fatiscente lontano da casa, dove gli alunni sono esclusivamente maschi pluriripetenti e i professori si divertono a bocciarli. A questo punto l’unico sogno del ragazzo è terminare indenne il terzo anno… Poi un giorno l’equilibrio si rompe: Confittoni si fa prestare un montoncino per fare colpo su di una ragazza di ragioneria, invece torna in classe con un occhio nero e il capo d’abbigliamento in prestito sporco di sangue. È questione di un attimo e Creonti decide di prendere parte alla spedizione punitiva a ragioneria. Un atto di ribellione, che vendicherà il suo compagno di classe… E qualche torto subito in più.
Anche se si presenta come un libro per ragazzi, data l’ambientazione scolastica, Inutile tentare imprigionare sogni è un romanzo che può piacere anche a chi, la scuola, l’ha già finita da parecchi anni. Grazie alla semplicità dello stile di scrittura dell’autore che imita il linguaggio schietto e gergale dei ragazzi, ma senza strafare, la lettura risulta piuttosto scorrevole.
Il vero punto di forza della narrazione è l’ironia che usa Creonti nel commentare ciò che gli capita intorno e che permette subito al lettore di immedesimarsi nella quotidianità del protagonista. Ed è esattamente perchè questo romanzo descrive la quotidianità che sembra che nulla degno di nota accada. Il fascino di Inutile imprigionare sogni sta proprio in questo: raccontare in maniera alquanto fedele come uno studente vive una sua tipica giornata scolastica, cioè che anche la situazione più strampalata accaduta in classe, all’esterno dell’aula perde di significato. Per questo motivo, ogni pagina strappa un sorriso o una risata per quanto innaturale ci sembra. Ad esempio, il compagno di classe fattore che parla con i piccioni durante l’ora di matematica oppure gli screzi derisori fra professori. Battute veloci e brillanti, che al di fuori del contesto non hanno più lo stesso fascino e Cavina usa magistralmente l’ironia per creare proprio questo senso di complicità fra narratore e lettore, così come accade fra compagni di classe.
Un altro aspetto particolarmente apprezzato del testo è la sua forte connotazione autobiografica. Così come Creonti, anche Cavina è nato nel 1974 a Faenza e ha vissuto con sua madre e i nonni materni, ha frequentato un istituto tecnico industriale e nemmeno a lui piaceva andare a scuola. Forse è proprio questa condizione di insofferenza, che rende l’opera più verosimile rispetto a tanti altri romanzi per ragazzi, che spesso e volentieri risultano più stereotipati di quanto l’autore avrebbe voluto. Creonti è un personaggio vero invece, che vive la sua vita scolastica con rassegnazione e lascia che sia l’inerzia a governare le sue azioni. In un luogo dove ogni giorno è uguale all’altro, è facile cadere nello sconforto e anche le azioni più banali, come chiedere al bidello la cassetta del pronto soccorso, sembrano un evento epocale. È solo con un torto subito da un compagno di classe che Creonti comprende che forse non bisogna sempre restare impassibili davanti al mondo che lo circonda e che è necessario reagire alle difficoltà che la crescita comporta.
Inutile tentare imprigionare sogni è dunque un romanzo di formazione, adatto sia ai ragazzi che agli adulti, poiché rispecchia in maniera fedele e ironica la difficile età dell’adolescenza.
Cristiano Cavina, nato a Faenza nel 1974, ha pubblicato numerosi libri incentrati sui ragazzi. Tra questi, ricordiamo Alla grande (vincitore del Premio Tondelli) e Un’ultima stagione da esordienti (2006). Altro titolo da ricordare: Scavare buche (vincitore del Premio Vigevano, del Premio Serantini e selezionato per il Premio Strega), di stampo autobiografico.
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