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Lettura: Recensione: “In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo” di Roland Schimmelpfenning
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Recensione: “In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo” di Roland Schimmelpfenning

Anna Francesca Perrone 7 anni fa Commenta! 4
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Caro/a iCrewer questo non è solo un libro, è la sceneggiatura di un film!

In In un chiaro gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo di Roland Schimmelpfenning le scene si alternano illuminando la storia di personaggi che incontrano in qualche modo un lupo.

Contenuti
Caro/a iCrewer questo non è solo un libro, è la sceneggiatura di un film!E il lupo? Perché è tornato in quella zona dopo così tanto tempo (l’ultima volta che ne è stato visto uno nella zona era il 1984)?

“In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo un lupo solitario attraversò poco dopo il sorgere del sole il fiume ghiacciato che separa la Germania dalla Polonia.”

Il lupo è, infatti, il filo conduttore della storia: un lupo che osserva, che si avvicina e che influenza con la sua presenza la vita della città.

La morte, l’alcolismo, la solitudine, la paura sono protagonisti delle vicende dei personaggi di questa narrazione e in generale della società moderna descritta dall’autore.

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La storia si svolge fuori dalla città di Berlino, nel bosco e nella città stessa. La prima scena che si presenta è quella dell’incontro di Tomasz con il lupo, mentre è fermo per un incidente sulla strada per Berlino. Tomasz e Agnieszka sono polacchi ma vivono e lavorano nella capitale tedesca da qualche anno. Tomasz parla poco, vive nel suo mondo ed ha paura della solitudine, è dipendente da Agnieska, ma lei sembra gelida e priva di sentimenti.

Contemporaneamente due ragazzi, Elisabeth e Micha, entrambi minorenni, scappano da casa e si addentrano nel bosco dove trovano il cadavere di un uomo, un cacciatore, uscito nella notte in cerca del lupo. La ragazza scappa dalla violenza della madre, alcolista. Anche il ragazzo ha il padre alcolista, da poco ricoverato in una clinica proprio a causa del male che lo flagella.

A queste due scene principali che si alternano nelle pagine con paragrafi molto brevi, quasi dei flash, si intrecciano le storie di persone che vedono la presenza del lupo come un modo per avere successo, come il giovane proprietario di un chiosco di giornali che vuole trovarlo a tutti i costi, e una giornalista che vuole scriverci un articolo.

Poi ci sono i genitori dei ragazzi scappati, che sembrano aver perso le tracce anche di loro stessi.

E il lupo? Perché è tornato in quella zona dopo così tanto tempo (l’ultima volta che ne è stato visto uno nella zona era il 1984)?

Non è affatto una lettura agevole, ci sono stati molti momenti nei quali ho avuto difficoltà a seguire la trama, perché la narrazione non è lineare, ogni storia però è collegata con le altre e alla fine si riesce ad uscire dal labirinto dei protagonisti.

Le descrizioni dei personaggi è  solo accennata, quello che emerge sono soprattutto gli stati d’animo: ho immaginato Tomasz parlare con se stesso perché non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti ad Agnieszka, ho avvertito il suo senso di solitudine, o ancora di Elisabeth ho sentito il dolore per i pugni in faccia ricevuti dalla madre e quel continuo andare, con al suo fianco Micha, senza parlare, sempre insieme, in cerca di un amico di lui, Icke.

Il tema dell’alcolismo viene drammaticamente descritto, in particolare attraverso il personaggio del padre del ragazzo che non ricorda nulla degli ultimi anni proprio a causa di questo vizio.

È un libro che non riesci a chiudere perché vuoi assolutamente sapere come finisce, ma quando finisce la tua testa continuerà a girare per metterne insieme tutti i pezzi. Almeno questo è quello che è successo a me.

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Aspetto i tuoi commenti, per conoscere altri punti di vista su questo libro molto particolare. A presto!

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