Ecco a voi la recensione di un libro che mi è piaciuto particolarmente per il messaggio e la passione che trasmette: Il ventaglio sulla pelle di Barbara Sarri.
Trama:
Un ventaglio che, muovendosi, si proietta verso l’aria, scarpe dal tacco chiodato che, dando un ritmo, riportano a un contatto con la terra: questi sono i due estremi del flamenco, che con la sua magia può aiutare le donne a rinascere dopo un evento traumatico. Questa è la filosofia di Isabel Blanco, bailaora per passione e investigatrice per lavoro, due anime in un unico corpo.
Quando un misterioso serial-killer inizia a uccidere ballerine di flamenco a Roma e in Spagna, Isabel non può non sentirsi chiamata in causa, soprattutto perché le donne uccise hanno un tatuaggio che le accomuna tra loro e le unisce proprio a lei, che porta impressa sulla pelle la stessa immagine, creata da un tatuatore di Granada.
Non resta che partire e tornare alla terra da cui Isabel e il flamenco hanno origine.
Recensione:
Cominciamo con il dire che “Il ventaglio sulla pelle” di Barbara Sarri, non è il classico Harmony come si potrebbe pensare dalla dicitura della copertina. Anzi, è molto di più e lancia un messaggio importantissimo.
Il romanzo parla di donne. Donne forti che hanno il coraggio di combattere e reagire dopo una violenza subita. Questo coraggio lo trovano in cose come la danza. In questo caso: il flamenco.
La protagonista del libro di chiama Isabel Blanco, è un investigatrice privata di Ostia, vittima lei stessa di violenza. Lei sa cosa vuol dire essere vittima di abusi e proprio per questo insegna la sua “arte” nel centro “Una Rosa non un pugno!” per aiutare altre donne come lei a reagire.
“Il flamenco ha tanti segreti, uno di questi potrebbe essere che… si scopre come usare correttamente il proprio peso e si riacquista un nuovo equilibrio di vita.”
La solita routine di Isabel si spezza con una serie di omicidi che coinvolgono la danza che più ama: le vittime sono tutte ballerine di flamenco. Qui ruota tutta la vicenda, tra il passato di violenza e l’indagine dell’omicidio.
La storia l’ho trovata molto interessante, soprattutto per l’inserimento di questa “arte”: il flamenco. Deliziosa la descrizione della cultura e tutto ciò che ruota attorno di esso con dovizia di particolari. L’autrice riesce a coinvolgere il lettore in questa passione e di quanto possa davvero far sentire una persona libera.
“Flamenco è sangue e vita. Flamenco è cuore, per sempre per me e per te: una lingua universale che diventa arte”.
Devo dire che all’interno della storia ci sono dei personaggi secondari particolari che hanno attirato la mia attenzione: Nonna Erles e il commissario di polizia, Romeo e Cristian. Il primo personaggio l’ho trovato poco chiaro, visto che la storia si conclude lasciando in sospeso una serie di domande, che spero troveranno risposta in un secondo volume, perché altrimenti il ruolo della nonnina avrebbe ben poco senso. Ovviamente non voglio entrare nei dettagli per non incappare in spoiler, però ci tengo a dire che è una vecchina che sa il fatto suo.
Romeo, sembrerebbe il personaggio secondario di una storia che ha una piega harmony, infatti il rapporto tra i due sarà poco chiaro, con un avvicinamento verso la fine. Mentre Cristian, è un altro personaggio che lascia un po’ interdetti nel capitolo finale, insomma, anche qua non si capisce dove voglia andare a parare e si spera di un risvolto nel seguito.
Consiglio questo libro per il grande messaggio che vuole trasmettere contro la violenza sulle donne, però non lo proporrei per gli amanti dei Gialli o Thriller. Per quanto la lettura sia stata piacevolissima e lo stile di scrittura sia semplice e scorrevole, credo che solo perché si parla di investigazione sia un po’ forzato elencarlo come questo genere. Alla fine, nonostante vi sia un serial killer e investigazioni, parliamo sempre di violenza contro le donne e femminicidio: infatti le vittime nella storia sono solo donne.