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Recensione: Il Sarto di Parigi di Marius Gabriel

Jessica Verzelletti 6 anni fa 1 Commento 6
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Ecco a te, mio caro iCrewer la recensione di un libro molto particolare della Newton Copton Editori: Il sarto di Parigi di Marius Gabriel.

il sarto di parigi

“È il 1944 quando Copper Reilly, fresca di matrimonio, arriva per la prima volta a Parigi, poco dopo la liberazione. La città è in fermento e i festeggiamenti rendono l’aria frizzante e piena di promesse, ma lei è imprigionata in un matrimonio che la rende infelice. Quando suo marito la tradisce per l’ennesima volta, Copper decide che è troppo e chiede la separazione. Da sola, in una grande città come Parigi, trova conforto in una bizzarra amicizia: un uomo tormentato, uno stilista di mezza età che nasconde il suo talento nei retrobottega di una casa di moda in decadenza. La sua riluttanza ad apparire si scontra però con la bellezza audace dei suoi disegni. Il suo nome è Christian Dior. Affascinata dalla sua bravura, Copper lo esorta a mettersi in proprio, aiutandolo a sconfiggere le proprie insicurezze. Con l’aiuto di alcune fotografie e una macchina da scrivere, si avventura nel mondo selvaggio e colorato del giornalismo di moda, decisa a raccontare al mondo il genio di Dior. Grazie a questa nuova, ambiziosa missione, Copper riuscirà a capire chi è e cosa vuole davvero?”

Quando ho cominciato a leggere “Il sarto di Parigi” non sapevo cosa aspettarmi a dire il vero, visto che il suddetto romanzo era catalogato in narrativa storica. Inizialmente, cominciando la lettura, mi aspettavo una storia semplice con la linea del romance, visto che la protagonista è una donna con un matrimonio che sta andando in frantumi e con tutte le sfaccettature del caso. Proseguendo mi sono resa conto che in realtà non è così e tutto il romanzo non è incentrato solo sulla protagonista: Copper.

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Voglio precisare che non è una lettura semplice, forse non è nemmeno adatta a tutti, visto che non si tratta della classica storia d’amore, non è nemmeno uno storico a parer mio, ma un insieme di più generi, il tutto ambientato negli anni quaranta nella Parigi reduce dalla guerra. In questa dinamica, la protagonista farà la conoscenza di Christian Dior, il famoso stilista, trovandosi catapultata nel mondo della moda e di… persone che riterrà all’inizio un po’ bizzarre.

Fare una recensione a questo romanzo è stato difficoltoso, visto che come ho precisato prima, il testo a mio parere comprende una varietà di generi e mi ha lasciato un poco perplessa riguardo al modo in cui è stato “catalogato”. La storia parla anche dei campi di concentramento e tutte le conseguenze che la guerra ha scatenato, alcune cose potrebbero mettere a disagio il lettore, visto che alcune descrizioni sono un po’ crude, anche se purtroppo, come la storia ci insegna, fanno parte della realtà e si spera che non accadano mai più. Ma oltre a questo troviamo delle sfaccettature LGBT. Perché? Beh… per chi non lo sapesse, Christian Dior era conosciuto anche per la sua omosessualità e la protagonista si troverà nel contesto all’epoca tenuto nascosto anche personalmente, visto che dovrà fare una scelta bizzarra in questioni di cuore. Non avrà la difficoltà di scegliere tra due uomini, ma bensì tra una donna e un uomo. In più all’interno del testo vi sono scene esplicite e riferimenti a rapporti lesbici. Su questo non ho nulla da criticare da amante del genere LGBT e narrativa M/M, lungi da me a segnarlo come punto negativo, anzi, rende il tutto più originale.

L’unica mia critica al riguardo è la mancata precisazione di questo particolare, visto che il suddetto romanzo è segnato come narrativa storica. Questo ha portato a pormi una domanda: se un lettore acquistasse il libro, convinto di avere tra le mani un romanzo storico, ma poi si trovasse questa sfumatura di genere LGBT che magari non gradisce per niente? Credo che non sarebbe una bella figura.

Il romanzo è sicuramente scritto con cura e la storia mi ha appassionato moltissimo, lo stile è scorrevole e riesce a coinvolgere il lettore, soprattutto per l’entrata in scena di personaggi come Christian Dior, Suzy Solidor, Jean Cocteau, Ernest Hemingway, Picasso… e tanti altri artisti della Francia bohémien dell’epoca, citato anche Baudelaire, oltre a scrittori e poeti. Nel complesso ho adorato la storia e mi dispiace molto non riuscire a mettere cinque stelle per la mancata precisazione del genere. E’ come vendere un genere LGBT ambientato in un mondo fantastico e lo si spaccia per semplice fantasy, non mi pare corretto.

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1 Commento 1 Commento
  • Maura Radice ha detto:
    Aprile 18, 2019 alle 8:27

    Giusto il parere che hai dato sul genere del libro, è brutto quando ci si imbatte in qualcosa di diverso da ciò che ci si aspetta

    Rispondi

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