Recensione del romanzo di Chuck Palahniuk: Il libro di Talbott.
“Il passaparola scatta solo tra persone fidate. “Il Giorno dell’Aggiustamento sta arrivando.” La gente fa circolare un misterioso libro nero-blu, una sorta di pamphlet profetico, memorizzandone le direttive rivoluzionarie. Messaggi radiofonici e televisivi, cartelloni pubblicitari e il web ripetono ossessivamente gli slogan di Talbott Reynolds: si avvicina il giorno della resa dei conti per la classe dirigente e le élite culturali. Una fantomatica Lista su internet – I Meno Amati d’America – identifica i bersagli. Il popolo non sarà più sacrificato alla nazione, il surplus di giovani maschi non verrà mandato al macello nell’ennesima guerra in Medio Oriente, ma a cadere saranno le teste di politici e giornalisti, professori e notabili – anzi, per la precisione, le loro orecchie. Sinistre. Con la Dichiarazione di Interdipendenza, gli ex Stati Uniti vengono ridefiniti secondo criteri razziali, e la popolazione ridistribuita in base al colore della pelle e alle preferenze sessuali. Il simile con il simile, nei tre nuovi stati-nazione di Caucasia, Blacktopia e Gaysia. Non che tutto fili liscio in questa America post apocalittica, intendiamoci…”
“Ricordate che la democrazia non dura mai a lungo. Ben presto si sciupa, si sfinisce e si uccide. Io invece di “uccide” sostituirei “suicida” Cit. 2° presidente degli USA John Adams.
Il libro di Talbott comincia proprio con questa citazione, dando un po’ l’idea di cosa troveremo in questa storia lunga quasi quattrocento pagine.
Devo dire che questo romanzo di Chuck Palahniuk è molto particolare e forse una lettura un po’ impegnativa per i contenuti, ma molto interessante per le tematiche trattate: in primis come l’animo umano riesce a provare rancore, la lotta per la libertà, la speranza dopo il degrado e una situazione politica che… forse non va lontana da quella dei giorni nostri e degli stati pseudo-uniti spaccati invece in due, diseguaglianza, razzismo, insofferenza e molto altro. Insomma, ci ritroviamo in una rivoluzione che divide ulteriormente i popoli.
C’è da dire che la trama è un vero puzzle da ricostruire, ci sono avvenimenti che bisogna mettere insieme, anche se a tratti l’ho trovato un po’ confusionario. I personaggi sono difficili da descrivere, visto che sono caratterizzati in modo molto particolareggiato, ovvero, sono fuori da ogni schema e sono a dir poco… strampalati? Non saprei che altro termine usare.
Nonostante la storia sia accattivante, ho fatto molta fatica a concludere la lettura, semplicemente per miriadi di ripetizioni che mi sono trovata davanti e lo stile di scrittura non sempre fluido, ma forse questa è semplicemente una caratteristica di questo romanzo e l’autore ha voluto fosse così oppure possono essere sorti dei problemi con la traduzione.
Lo consiglierei? Sì, per gli amanti del genere e i fan dell’autore.