Nadia Banaudi, “Il Giardino Viola”
Caro iCrewer approfittando del gran caldo dei giorni passati e delle tanto amate vacanze estive ho letto con gran piacere “Il Giardino Viola” di Nadia Banaudi ed ecco la mia recensione.
Il Giardino Viola
Vorrei iniziare questa recensione con una frase di questo romanzo di formazione che tanto ho amato:
Quando vi svegliate al mattino osservate i colori che prendono vita e dategli il valore che dimentichiamo spesso abbiano.
Lasciatevi caricare dall’energia gialla del sole, rilassare dall’azzurro intenso del mare per affrontare la giornata. Riempitevi di pensieri positivi per mantenere alto il livello del cuore e non smettete mai di amare.
Credo che questo breve estratto riassuma pienamente il romanzo di Nadia Banaudi, si tratta infatti di un libro che racchiude tre capitoli che raccontano tre differenti storie accumunate da una grande sensazione di rinascita, voglia di libertà e di un forte sentimento di positività che resta nel lettore.
Era una di quelle giornate che la rendevano felice. E la felicità, si sà, ha lunghi rami capaci di avvinghiare tutti.
Tutte e tre le storie narrate in “Il Giardino Viola” meritano una particolare attenzione, ma quella che a me è più piaciuta per il tatto con cui è stato affrontato l’argomento e per l’importanza che esso riveste è sicuramente l’ultima: la storia di Renata, Anna e Lisa. Ho adorato Lisa, le sue doti così speciali e il luogo in cui i bambini possono ritrovarsi per essere finalmente in compagnia; questo racconto racchiude in sé una sorta di magia che entra nel cuore e riesce a restarci.
Come ho detto anche le altre due storie sono molto positive, sia la rinascita di Giulia che lo scoprire se stessa e i propri desideri di Viola; sono narrazioni che portano una crescita anche nel lettore.
Tuttavia arriviamo alle note dolenti, ho valutato solamente tre stelle il romanzo di Nadia Banaudi per un semplice motivo, anche se l’opera è bella e scritta bene a mio parere i tre racconti sono veramente troppo corti, sai che mi piace mettermi nei panni dell’autore e in questo caso se io fossi stata l’autrice avrei composto tre libri differenti, magari collegati da un luogo comune, creando una sorta di trilogia composta da tre romanzi autoconclusivi. Non dico che ogni romanzo doveva essere di 200 pagine, ma a mio parere le storie così importanti dal punto di vista emotivo dovevano essere trattate singolarmente e questo elemento non mi porta a dare una valutazione ottimale al testo che comunque resta una piacevole e consigliata lettura.
Nadia Banaudi
Nadia Banaudi nasce nel 1974 a Savona, per poi trasferirsi a Imperia all’età di 12 anni dove attualmente vive con i due figli e i due gatti.
Da sempre ama scrivere e sogna di farlo diventare il suo mestiere, nel 2017 ha pubblicato una raccolta di racconti dal titolo “Vita e riavvita” con Bookabook tramite una raccolta di fondi con il crowdfunding.
Ha partecipato con racconti in diverse raccolte solidali:
“L’amore non crolla storie di Natale” e “Buck e il terremoto” di AA.VV Amici di Buck;
“Sognando” di Panesi edizioni; al momento pubblica i suoi racconti sulla rivista Confidenze.