Il figlio del direttore di Piersandro Pallavicini è un romanzo, pubblicato da Mondadori, un po’ lontano dal mio genere preferito ma ho avuto la sensazione – sia dal titolo molto formale, sia dalla penna eclettica dello scrittore – che si racchiudesse qualcosa di autentico, sincero e ironico.
Ed è stato effettivamente così: penso che non ci sia regalo più bello che leggere pagina dopo pagina e comprendere sempre più a fondo quanto l’autore abbia voluto creare un rapporto confidenziale con il lettore, amichevole. E sai perché? Ho avuto l’impressione, analizzando la figura del protagonista, che l’autore in qualche modo abbia descritto sé stesso non solo anagraficamente ma soprattutto nella descrizione fisica e caratteriale. Infatti in un passo si legge: scienziato, miscredente, misantropo.
Che sia davvero lui? Ma ora facciamo un passo indietro e addentriamoci meglio nella mia recensione!
Il figlio del direttore di Piersandro Pallavicini: la mia recensione
Anche giù, sulla piccola promenade che in un tempo normale scintillerebbe per i neon e le luci dei ristoranti, tutto è spento e desolato, ma continua a non importarmene nulla, tanto quanto non m’importa più nulla, ora che sono arrivato, nei sessant’anni compiuti ieri.
«Essere qui è un respiro più ampio» dico, allo spettacolo oltre il parabrezza. «È il cielo senza nuvole, è il tepore della bella vita che ti accarezza il viso.»
Pure questa è una frase che ho perfezionato e scritto.
Il nuovo romanzo di Pallavicini è incentrato su un uomo che ha da poco compiuto il sessantesimo compleanno, Michelangelo Borromeo, e lavora da Recalcati Libri & Gusto, una libreria d’essai di Pavia, meta di collezionisti e amanti di libri ricercati.
Vendo libri da collezione, più che altro poesia e narrativa del Novecento, la mia specialità sono le copie autografate, e me le faccio strapagare.
Borromeo ha una vita agiata quindi, un buon lavoro che gli permette di avere parecchio tempo libero, che trascorre appena possibile in Costa Azzurra, nel suo appartamento a Cap D’Antibes. In questa ironia che serpeggia tra le pagine del romanzo si assapora molta malinconia, rimpianti e paure che partono da quella telefonata inattesa del padre – morto da due anni – che apre un varco e s’insinua tra i pensieri del protagonista.
Quella chiamata da il via alla ricostruzione di alcuni atteggiamenti ed eventi della vita del genitore, di cui pensava di sapere tutto ma di cui invece si rende conto di non aver mai saputo niente.
Le tematiche de Il figlio del direttore
Una delle tematiche del libro è la morte. C’è un passaggio, e il protagonista sembra faccia fatica a esprimerlo pienamente, in cui Michelangelo Borromeo racconta gli ultimi attimi di vita del padre e descrive il momento in cui è deceduto:
È morto mio padre. Mi imbarazza ammetterlo, ma ho provato una liberazione.
In questo passaggio, lucido e forse crudo, narra la realtà che molti hanno vissuto ma che pochi sono riusciti ad ammettere. L’addio a una persona in agonia da anni per una malattia invalidante significa porre fine alla sofferenza non solo del malato ma anche dei suoi familiari, che hanno sofferto insieme a lui.
Altra tematica che appare quando il protagonista torna indietro e riflette sul suo passato, quando studiava chimica a Pavia, è il peso del giudizio degli altri che lo ha inseguito in particolar modo da ragazzo fino all’età adulta per i suoi modi impacciati e timidi nei confronti delle donne e del sesso.
Le paure di Michelangelo Borromeo
Michelangelo Borromeo è un protagonista che esprime tutta la sua umanità: con una forte paura di amare, di non ritrovare più quella Marcella, unico amore della sua vita, che un giorno ha deciso di andarsene dalla sua vita di punto in bianco; con la paura di rimanere da solo e di non poter strappare qualche risata in compagnia di un amico con le sue battute irriverenti; con il rimpianto di non aver potuto evolvere in meglio il rapporto con la madre ma soprattutto con il padre – lontano anni luce dal suo modo di essere; con la paura del giudizio degli altri, che lo rattrappisce a tal punto da rendergli vividi momenti che ha trascorso da ragazzo e che decide poi di dimenticare.
Ma la vita ci da una seconda possibilità? E Michelangelo Borromeo riuscirà a coglierla in quel mare splendido della Costa Azzurra tra una promenade e l’altra? Ritroverà l’amore? Riuscirà a fare pace con sé stesso e con il suo passato? A queste domande troverai risposta leggendo questo romanzo.