Il centro è un concetto narcisistico-ombelicale che attira su di sé lo sguardo, mettendo in ombra quel che ha intorno e il sistema nel quale è inserito. Invece il mezzo è più riferito a ciò che ci circonda, all’ambiente di inserimento.
Caro iCrewer non chiedermi perché ho iniziato questa recensione con questo stralcio preso dall’ultima opera di Mirca Ferri. Quando l’ho letto mi ha colpita perchè potrebbe essere l’essenza del libro, così come mi ha colpito tutto questa piccola antologia uscita il 6 gennaio, intitolato Il Confine del Nulla. Il margine sottile di quell’istante che profuma di eternità.
Una serie di racconti, se così possiamo chiamarli, dove i protagonisti vivono al di là del Confine. Quale confine? Tanti sono quelli che dobbiamo superare nella vita, troppi quelli che vorremmo evitare e uno da cui non si torna.
Mirca Ferri in sei brevi racconti ci presenta il conto
Sì, ci presenta il conto che la vita ci pone quando stiamo per passare quell’ultimo confine, quel margine sottile di quell’istante che profuma di eternità. L’autrice, in modo a volte ironico ed altre volte più introspettivo, ci fa riflettere su quel momento che è tanto vicino dall’ultimo respiro quanto nemmeno ce ne accorgiamo che è già passato.
Con personaggi diversi per età, ceto sociale e vissuto alle spalle che diventano il filo conduttore di uno specifico racconto, veniamo portati per mano a riflettere su quell’ultimo viaggio. Cosa rimane dopo? Cosa ci portiamo via? Cosa abbiamo lasciato? Ma soprattutto chi abbiamo lasciato e in quale condizione. La domanda che mi sono posta quando ho girato l’ultima pagina è stata: quanta solitudine c’è mentre siamo in mezzo a tanta gente?
Scritto molto bene, Mirca Ferri è riuscita a cambiare registro a seconda della situazione che ha immaginato per quel determinato racconto il che rende la lettura molto piacevole. Ho apprezzato anche l’inserimento di alcune immagini che forse avrei messo all’inizio dei capitoli per introdurre il lettore nell’ambiente che si va a proporre.
Non sono solo sei racconti, il libro si chiude con altri tre brevi pensieri dell’autrice scritti sotto forma, oserei dire, di poesia. Ti riporto soltanto uno stralcio del brano intitolato Il Passaggio
[…] La noia mi spezza, l’ignoranza mi irrita, il fallimento mi tormenta.
Ero un bambino prodigio destinato a grandi imprese.La mia penna era stata toccata dagli dei, dicevano.
Ho smarrito la genialità rincorrendo la banale chimera della felicità. […]
Cara Mirca, finché dalla tua penna usciranno libri come questo e come Rette coincidenti, Sopravvissuti e Direzione Ipotenusa , significa che non hai smarrito la genialità!!!!
Dalla recensione sembrerebbe una lettura allettante, forse indirizzata ai “contorsionisti mentali”…. Battute a parte, voglio dire che un libro concettuale e questo lo sembra da quanto scrivi, non è per tutti ma solo per chi è in grado di apprezzarlo. A parte i miei discorsi contorti, se hai dato 4,5 stelline di punteggio, conoscendoti, penso che le valga tutte. Lo leggerò.
Grazie mille. Ne sono davvero onorata
Ho comprato questo libro ieri a una fiera dove cera Mirca Ferri con il “La ragazza con la valigia”. Dopo aver letto la Vostra recensione ero troppo curiosa cps l’ho preso subito-. Iniziato stanotte e che dire: brividi puri. Narrazione eccellente. Felicissima dell’acquisto credo che ora andrò a ritroso con le recensioni e comprerò gli altri dell’autrice on line. Grazie Icrew!
Grande donna,grande autrice
TESOROOOOOOO