Ho avuto il piacere e la fortuna di poter leggere in anteprima il libro di Gianluca Valenti, Il Cannibale (BookaBook), un’opera molto interessante che stimola e provoca il lettore su un tema sempre attuale, la giustizia. L’autore ha utilizzato un caso, purtroppo, molto diffuso sulle prime pagine della cronaca: la violenza sessuale.
La trama de Il Cannibale di Gianluca Valenti
Eleonora e Fausto si incontrano ad una cena organizzata da alcuni amici in comune e, poche ore dopo, hanno un rapporto sessuale. Sei mesi più tardi, si trovano di fronte in tribunale: lei lo accusa di stupro, mentre lui afferma che era consenziente. Tra le due versioni, così contrastanti e inconciliabili, si delinea gradualmente, attraverso le testimonianze di chi era presente quella sera, i commenti di estranei e i ricordi dei loro amici, una gamma di sfumature che rende difficile, persino per il lettore più rigido, prendere una posizione netta a favore di uno solo dei due.
Ne Il Cannibale, tutto è messo in discussione: ogni sistema di valori è esaminato, ogni interpretazione viene sfidata da una controprova, e ogni opinione, per quanto solida, è destinata a essere riconsiderata fino all’ultima pagina, se non fino all’ultima riga.
Valenti esplora anche come una notizia del genere riesca ad entrare in qualunque tipo di conversazione. E lo fa in maniera diretta, senza usare mezzi termini o parole di circostanza, e in questo modo cerca di smuovere la coscienza del lettore.
La recensione
La struttura del libro, suddivisa in tre parti — Accusa, Notte di Valpurga e Difesa — riflette un processo giudiziario, mostrando come le percezioni e i pregiudizi influenzano il risultato. Attraverso Eleonora, l’autore esplora non solo la sua sofferenza, ma anche il modo in cui il sistema legale può a volte sembrare indifferente o persino ostile alle vittime. Il suo monologo iniziale è carico di emozione e mette in luce la fragilità della condizione umana di fronte a esperienze inimmaginabili.
Valenti adotta uno stile diretto e incisivo, capace di evocare sentimenti intensi e una profonda empatia per il personaggio di Eleonora Salieri. La sua prosa è caratterizzata da un linguaggio evocativo che riesce a trasmettere il senso di impotenza e il desiderio di giustizia della protagonista. La presenza di “demoni gialli e viola” è un elemento simbolico che suggerisce la distorsione della realtà percepita da Eleonora, rendendo tangibile il suo stato mentale durante le deposizioni.
Eleonora è un personaggio complesso, la cui vulnerabilità è bilanciata da una forza interiore che emerge man mano che la storia si sviluppa. La sua lotta non è solo contro l’imputato Fausto, ma anche contro un sistema che può sembrare più interessato a trovare colpevolezza o innocenza che a comprendere e validare il suo dolore.
Fausto Machiavelli è l’imputato, il cannibale, che si sente travolto dagli eventi e dai giudizi della gente. Un uomo che non riesce a capire perché sia finito in tribunale.
Gli altri personaggi, dagli amici ai giudici, dai giornalisti alle persone comuni, sono tratteggiati in modo tale da mettere in risalto le loro ambiguità morali, offrendo un’analisi critica delle istituzioni legali.
Il tema della giustizia
Il Cannibale è un’opera che esplora la complessità della giustizia, la vulnerabilità delle vittime di violenza e le dinamiche psicologiche che accompagnano un processo legale. La storia si sviluppa attraverso gli occhi di Eleonora Salieri, una donna che affronta un trauma profondo e una battaglia legale dopo un evento traumatico che segna la sua vita: uno stupro. La narrazione inizia con la sua testimonianza in aula, un momento cruciale che diventa un microcosmo delle ingiustizie e delle domande senza risposta che circondano le esperienze delle vittime.
Allo stesso tempo, l’autore stimola e provoca il lettore, infatti inserisce anche il punto di vista di Fausto Machiavelli, un uomo che non è stato in grado di capire e interpretare i gesti contraddittori della donna e le parole non dette. L’uomo, durante l’udienza, racconta di essere stato in parte anche lui vittima (ma lascerò voi giudicare, se lo ritenete opportuno). E qui interviene la provocazione di Gianluca Valenti, e non solo per quanto riguarda uno stupro. Una provocazione che può essere adattata in qualunque aspetto della vita, dai più semplici casi personali ai temi più grandi e impegnativi: dove risiede la verità?
Il Cannibale è un libro che sfida il lettore a riflettere su questioni di giustizia, identità e trauma. La scrittura di Gianluca Valenti è potente e coinvolgente, invitando a una riflessione profonda sulle esperienze delle vittime di violenza e sulle fragilità di un sistema giuridico che deve ancora affrontare molte delle sue ingiustizie.
È un’opera che lascia un segno e stimola un dibattito necessario, facendo emergere la domanda fondamentale di “perché” sia accaduto tutto ciò, un quesito che risuona lungo le pagine e nella mente di chi legge.