Oggi, caro lettore di ICrewplay, recensiremo un libro ambientato in un luogo che tutti conosciamo grazie a Trump, le cheerleader, il football, le serie tv rinomate, il burro d’arachidi e il tacchino del Ringraziamento. Oggi parleremo di Hey, sembra l’America. Diario di un anno di insegnamento in USA scritto da Michele Di Mauro pubblicato da Battaglia Edizioni nel novembre del 2020.
Di cosa parla Hey, sembra l’America?
La SHS, acronimo di Silvana High School, è una scuola immaginaria americana, nello Stato del North Carolina. L’edificio, un monolite di mattoni rossi tagliato a distanza regolare dai quadrati delle finestre, si stende su un terreno prevalentemente pianeggiante e dolcemente ondulato, che passa dalla palude vicino alla baia, incastonato in un paesaggio bucolico.
Questo edificio degli anni Cinquanta non è neanche un lontano parente dell’America patinata e luccicante che siamo abituati a vedere nei magazines o in televisione. Vecchio, essenziale, e scarnamente funzionale al suo scopo: ingoiare duemila studenti ogni mattina, ruminarli tra le pieghe dei suoi meandri per sette ore e vomitarli fuori integri e istruiti al suono della campanella: il “mònotono bip montòno” della sesta ora.
La voce narrante, Mr D, è un giovane professore italiano, che insegna latino, emigrato negli States. Oltre alla vocazione di insegnare, Mr D ha una grande passione: scrivere. Così Mr D ci accompagna in un diario a episodi, nelle aule della SHS, che rivela pagina dopo pagina, l’America nascosta: un Paese in disequilibrio perenne tra la ricerca di giustizia sociale, politiche del consenso, e la non-etica del capitalismo incipiente. Hey! sembra l’America ci racconta attraverso le storie di una classe di ragazzi e del suo professore, e con uno stile piacevole, preciso e scanzonato, quello che l’America è ma non vuol far credere di essere.
«Mr. D noi non insegniamo, noi creiamo consenso. Il nostro datore di lavoro sono le famiglie che pagano le tasse… e loro non vogliono che insegniamo, loro vogliono che…» Mr. Cummings aveva alzato la testa verso il soffitto, come a cercare una qualche ispirazione tra le pieghe del cartongesso pezzato di umidità, «loro vogliono che intratteniamo i loro figli. Io mi limito a semplificare al midollo un programma che negli ultimi due decenni è stato gradualmente semplificato a causa delle pressioni anti-intellettuali di una società utilitaristica. Gli insegnanti di questo Millennio non devono insegnare, devono intrattenere. Imparare è un processo intellettuale e le famiglie lo trovano incredibilmente palloso. Noi abbiamo smesso di insegnare da molto tempo…»
Un libro che racconta l’anno scolastico di questo professore di Latino che si è trasferito negli Stati Uniti per insegnare. Hey, sembra l’America racconta di ragazzi tipici americani, dalla capo squadra delle cheerleader chiamata Kenzie, al ragazzo popolare della squadra di football Alex, dai ragazzi delle diverse etnie che sono immigrati in America, al ragazzo sempre assente perché ha cose che reputa più importanti della scuola Seth. E poi c’è il narratore della storia Mr. D, docente di latino che vuole insegnare una lingua morta a dei ragazzi americani.
Effettivamente sembra l’inizio di una barzelletta. È un libricino leggero, divertente, che a tratti fa riflettere. L’autore descrive scene “surreali” dove il patriottismo prende il sopravvento sulla cultura e il mondo reale. I personaggi sono coerenti tra di loro, ben descritti.
Chi è l’autore di Hey, sembra l’America?
Michele Di Mauro (1974). Nasce in Italia, in provincia di Como da madre americana e padre italiano. Ha insegnato Italiano e Latino in Italia per una decina di anni. Nel Duemila undici si è trasferito negli Stati Uniti dove insegna come professore di Latino presso una scuola superiore.