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Recensione: Graffi(ti)… di me e di te di Arianna Venturino

Anna Francesca Perrone 5 anni fa Commenta! 4
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Caro iCrewer, eccomi qui con un nuovo romanzo: Graffi(ti)…di me e di te di Arianna Venturino, The scratches series 1.

Di questo romance ho apprezzato alcuni aspetti e altri un po’ meno, mi è piaciuta la storia e soprattutto il personaggio principale. Luna ha qualcosa da dire e l’autrice è riuscita a disegnarla molto bene: esce dalle pagine con grande forza e ti coinvolge nella sua storia, ti fa sentire tutto il dolore, la rabbia per un abbandono subito, ma anche l’amore per la musica e la paura di soffrire ancora.

Luna è una ragazza sola, abbandonata in un orfanotrofio e poi adottata da una famiglia incapace di amare, un destino difficile da accettare per lei che ha tanto amore da dare. Finalmente trova una “famiglia” in un gruppo di ragazzi e ragazze che suonano in una band di cui lei entra a far parte come batterista. Ma l’incontro con Christofer destabilizza il nuovo equilibrio che è riuscita a creare con tanta fatica. Riuscirà questo ragazzo a scavalcare il muro che Luna ha alzato tra sé stessa e l’amore?

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Forse aveva ragione, forse il mio muro era ancora in piedi, semplicemente avevo dato il permesso a una persona di entrarci e di proteggersi dal mondo insieme a me.

In alcuni passaggi non ho trovato continuità in termini di attenzione ai particolari e scorrevolezza del racconto: ad esempio quando Luna rincontra Paola, una compagna di orfanotrofio, i dialoghi tra le due ragazze non fanno emergere bene questo personaggio molto interessante. Ci sono poi dei passaggi ridondanti, forse determinati anche dall’espediente narrativo del doppio punto di vista di Luna e Christopher, soprattutto con riferimento al racconto in più riprese e in più occasioni della vita di Luna.

Altro personaggio principale è Christopher, anche lui ha un passato difficile, ma la passione per l’arte l’ha salvato. Tra Luna e Christopher c’è un attrazione molto forte che vince anche la paura di Luna; ma chi ha vissuto l’abbandono ha sempre timore di viverlo ancora e questa paura porta a compiere degli errori.

I ragazzi della band sono ben descritti e hanno una loro forza nel racconto, l’autrice ha usato molto i dialoghi e ha riportato in più occasioni il contenuto di post e messaggi, usando anche un linguaggio colorito comune nei giovani, rendendo le interrelazioni tra i personaggi molto verosimili.

Il tema dell’arte e della musica come elemento di aggregazione e di sfogo è il filo rosso che lega le diverse storie ed è un argomento che dà valore al romanzo.

Quell’energia esplosiva che sentivo nelle vene ogni volta che chiudevo gli occhi, lasciandomi trasportare dal suono, dall’istinto come se andassimo all’unisono io e lei, come se tutto il resto del mondo si spegnesse e io avessi il potere di riaccenderlo a ogni “pugno” dato al Tom Tom e al piatto.

Il titolo mi piace molto e rappresenta bene il romanzo che si legge, forse la cover è meno rispondente all’idea che mi ero fatta dei personaggi.

Il seguito si preannuncia molto intenso e spero di ritrovare Paola e la sua storia.

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