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Recensioni

Recensione: Fino a te di Marta Arvati

Stefano Buzzi 5 anni fa Commenta! 11
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FINO A TE: il romanzo della scrittrice Marta Arvati, una lunga e travagliata storia d’amore di inizio duemila.

Fino a te  di Marta Arvati è il romanzo che mi ha tenuto compagnia in queste prime settimane di quarantena, per questo, prima ancora di addentrarmi nelle mie valutazioni e nelle mie emozioni legate alla lettura, devo sicuramente dire un grazie all’autrice che con questa storia mi ha fatto passare delle piacevoli ore, sopratutto serali, aiutandomi a distogliere il pensiero dalle preoccupazioni che tutti quanti stiamo un po’ vivendo in questi giorni particolari.

Contenuti
FINO A TE: il romanzo della scrittrice Marta Arvati, una lunga e travagliata storia d’amore di inizio duemila.FINO A TE: I PUNTI DI FORZAFINO A TE: I DUBBIFINO A TE: CONCLUSIONI

Detto questo, ti confesso, caro iCrewer, che sono leggermente in difficoltà nell’esprimere le mie impressioni su questo libro, visto che io non sono per nulla un appassionato di Romance e Fino a te ha tutte le caratteristiche per entrare in questo genere letterario. Potrebbe essere, per l’autrice, una sfortuna che in redazione sia stata assegnata a me, che sono un uomo, la lettura del suo romanzo, o forse, perché no, una fortuna, visto che potrei dare un parere e un punto di vista decisamente proveniente da quella che è la mia metà del cielo.

Per questo, ho deciso che prima di trarre conclusioni, farò delle riflessioni dividendole in cosa mi ha convinto e in cosa invece mi ha lasciato qualche perplessità.

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Fino a te

FINO A TE: I PUNTI DI FORZA

Probabilmente è stato leggendo dalla sinossi che la storia d’amore coinvolge due calciatori e che il mondo del calcio fa da contorno all’intera vicenda che si è deciso di affidarmi la lettura di questo romanzo. In realtà di quel meraviglioso gioco che appassiona noi maschietti, nel libro, c’è veramente poco, pochissimo, anche se l’autrice fa intendere che è un mondo che conosce e che mastica, o perlomeno non incappa in situazioni poco probabili e poco credibili per chi invece conosce le dinamiche di questo sport. Mi sono chiesto più volte se il modo di caratterizzare i due calciatori mi ha convinto oppure no, e alla fine ho optato per una opinione positiva.

Andando con ordine, senza svelare troppo della trama, Fino a te racconta la storia di Laura, una ragazza di Verona con un passato non tanto felice, che durante una vacanza lavoro a Riccione conosce due giocatori del Milan: Massimo e Roberto. La protagonista si avvicina teneramente ad entrambi dando vita così a un triangolo che metterà a dura prova sentimenti, lealtà e amicizia fino ad arrivare all’epilogo che chiaramente lascerò scoprire a chi deciderà di leggere il romanzo.

Dicevo dei due calciatori: dipinti come ragazzi normali, pieni di fragilità e umanità, ripuliti dagli eccessi della bella vita che probabilmente fanno parte dello stereotipo che comunemente immaginiamo e portati alla semplicità delle giornate passate con gli amici senza dovere per forza di cosa esagerare. Questo modo di vedere la figura della star, perché chiaramente sia Massimo che Roberto sono due personaggi pubblici che vengono in continuazione riconosciuti, mi ha convinto molto.

Altro punto a favore del romanzo l’ambientazione temporale: i primi anni duemila. La lettura ha scatenato in me ricordi più che piacevoli, a partire dell’Europeo di calcio che anche io avevo seguito, come i protagonisti, in un locale, a cena, con tutti i miei amici. Oggi, a maggior ragione in questo periodo di lockdown, ho molta nostalgia di quei tempi, e una lettura che evoca ricordi piacevoli non può che essere apprezzata.

Ma non vorrei parlare soltanto di pallone, visto che, ribadisco ancora una volta, questo non è un romanzo sul calcio, quindi mi concentrerei sulla domanda sostanziale che caratterizza gran parte del romanzo: si possono amare due persone in egual misura? Come si può scegliere con chi stare? È questo il tormento che Laura si porta nell’anima per molte pagine di Fino a te, e anche questa sensazione ha risvegliato in me alcuni ricordi sempre legati a quegli anni di inizio millennio.

Fino a Te

Ero giovane, e senza sbilanciarmi troppo raccontandoti fatti miei personali, posso dirti che attraverso le mie esperienze sono riuscito ad entrare nelle dinamiche dei pensieri e delle domande esistenziali della protagonista. Chiaramente con punti di vista diversi, dettati dal fatto che oggi sembrerebbe, ma non ne sono del tutto sicuro, che io sia un adulto, e sopratutto dal fatto che senza girarci tanto intorno c’è una discreta differenza nel valutare e gestire queste situazioni tra maschi e femmine.

Rinunciare ad una persona con cui ci si sente bene non è mai facile, anzi credo sia una delle scelte più sofferte che ho preso nella mia vita, ma se il fine è quello di gettarsi tra le braccia di chi alza ancora di più l’asticella dello stare bene, credo che sia sconsiderato stare a rimuginare per mesi e mesi sul da farsi. Quando si prende una decisione, che coinvolge anche i sentimenti di una altra persona, non si può esclusivamente pensare al proprio interesse. Bisogna essere chiari, decisi e diretti.

Ecco sto parlando come se lo fossi sempre stato, invece no, ho combinato un sacco di disastri e solo con l’esperienza ho capito tante cose. Esperienza che non può avere Laura, essendo una giovane ragazza alle prese con i primi veri problemi di cuore.

Anche i luoghi mi hanno convinto: Verona, il lago di Garda, Milano città, tutte zone che conosco benissimo e quindi posti che ho potuto disegnare perfettamente con la fantasia sullo sfondo delle vicende che via via si susseguivano tra i vari personaggi. Al di là dei tre protagonisti, riempiono la storia i tanti amici di Laura, che fanno da contorno, con le loro vicende e il loro essere legati da una grande amicizia alla ragazza. L’importanza di questo valore è ben evidente nel romanzo e questo è un altro chicco sulla bilancia per far pendere il giudizio verso il bello.

FINO A TE: I DUBBI

I personaggi secondari sono davvero tanti, e molti di loro giustamente non sono ben caratterizzati, se non fosse che sporadicamente subentrano nella storia prendendo le luci della ribalta. Non lo avrei fatto, sapere come vanno le cose tra due amici di Laura è vero che serve a mostrarci la protagonista sotto le vesti di buona amica che sa dispensare consigli, ma è anche vero che distoglie l’attenzione dalla trama principale e allunga i tempi del libro in maniera decisa.

Le intuizioni sono ottime, mi sento di consigliare all’autrice, se avrà il piacere di leggere queste righe, di pensare a degli spin-off in cui si raccontano le vite e le vicende degli altri, in particolare del pittore Mark, il mio personaggio preferito per la facilità e serenità con cui prende la vita e risolve le questioni.

A proposito di questioni risolte, spesso succede che le situazioni intriganti si risolvono velocemente, quasi di fretta. L’autrice è bravissima a portarti appassionatamente ad un punto, ad un incontro, ad una situazione interessante, ma poi se la svigna senza approfondire le sensazioni di chi sta caratterizzando quei momenti. Avrei voluto sapere di più su Laura. È un personaggio bellissimo, una ragazza tremendamente forte, una persona decisa, caparbia e seducente, e proprio per questo potere di sedurre anche il lettore, merito della scrittrice, sarebbe stato più bello riuscire a lasciarsi coinvolgere di più nei suoi pensieri, nel suo male, nel suo amare e nel suo soffrire.

Mi rendo conto che forse sono un po’ troppo esigente, ma la curiosità di andare a fondo nei meccanismi femminili in queste situazioni ha prevalso durante questa lettura, ecco perché in qualche punto sono rimasto con la bocca asciutta. Pensavo già di poter essere come Mel Gibson in What women want alla fine di questo romanzo, mi sia consentita questa battuta.

FINO A TE: CONCLUSIONI

Ma alla fine, Fino a te ti è piaciuto o no?

Se sei arrivato a leggere fino qui, probabilmente ti starai facendo questa domanda, e io sono incredibilmente divertito nel tenerti sulle spine…

Fino a teSI, mi è piaciuto.

La scrittura scorre, probabilmente ci sono una sacco di fatti elencati uno dopo l’altro, e come dicevo, poco spazio all’approfondimento dei personaggi, ma l’autrice è molto brava a farti entrare in questa compagnia che si divide tra amici che stanno a Milano e amici che stanno a Verona. Mi ha portato alla mente “… gli anni delle immense compagnie, gli anni in motorino sempre in due..”, per citare una famosa canzone e sopratutto mi ha fatto rivivere con piacere la bellezza della gioventù in cui ci si innamorava con il cuore, lasciando poco spazio alla ragione e alla testa.

Un libro da leggere con il cuore, senza avere la presunzione di giudicare nessuno dei personaggi, lasciandosi trasportare tra i peccati, gli errori e i battiti d’amore che tutti abbiamo vissuto nella nostra giovane età.

Oh che poi sia chiaro, non è che diventare adulti vuol dire essere di ghiaccio, anzi, lunga vita a chi riesce a rimanere per sempre sognatore e disincantato come i giovani protagonisti di Fino a te.

 

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