“Faccio la mia cosa” il libro autobiografico di Frankie HI-NRG MC è una lezione base di Hip Hop che appassiona dalla prima all’ultima pagina.
Non giriamoci troppo intorno, “Faccio la mia cosa” è un gran bel libro. Certo il mio giudizio è influenzato dal mio grande amore per il mondo della musica e dalla mia perenne nostalgia per i tempi andati, ma nelle circa 240 pagine si viene davvero avvolti e coccolati in una storia personale avvincente e meravigliosamente curiosa da scoprire pagina dopo pagina.
Frankie HI-NRG MC non ha certo difficoltà nello scrivere, e vista la sua carriera da cantante rap, non può che essere così: racconta tutta la sua vita fino al debutto discografico con il brano Fight da Faida con la naturalezza e la spontaneità di uno che si siede al banco del bar davanti a una pinta di birra e inizia a riempirti di ricordi, aneddoti e situazioni di vita come fosse la cosa più facile del mondo da fare.
Ma andiamo con ordine, ho detto che il mio giudizio super positivo su questo libro, parte dal mio amore per l’universo “musica”. Ed è proprio così. La musica è una costante importantissima nella mia vita, risale davvero ai primi anni di vita, ed è proprio per la possibilità di “scegliere la musica” che ho iniziato il mio percorso in radio.
(per chi non lo sapesse collaboro in una radio locale della mia zona)
C’è da sottolineare che il Rap e l’Hip Hop non sono per nulla i miei generi. Sono un rockettaro, sono uno che ha bisogno di sentire le chitarre distorte, ma sono anche uno che da molta importanza ai testi e da qui il mio nuovo avvicinamento a tutto quello che è il movimento di cantautori “indie” degli ultimi anni. Però sono anche uno che non ha gli occhi chiusi, ne tantomeno le orecchie, e so benissimo che ciò che va di moda adesso tra i ragazzini è la musica Trap. Come ho detto non sono un intenditore di questo ramo, ma credo di poter affermare, che la Trap è un po’ la nipote del Rap nato negli anni ’90.
Frankie HI-NRG MC è il pioniere di questo genere. Uno dei primi in Italia. Sicuramente colui che ha contribuito a far conoscere e affermare questa nuova musica che arrivava dall’America e rivoluzionava drasticamente tutto quello che si era ascoltato fino a quel momento. Il libro è uno straordinario ABC della storia del Rap. Una lezione intensa per chi come me conosce davvero poco delle origini di questo genere. Frankie è bravissimo nell’incastrare nozioni di storia della musica (rap) all’interno di un percorso cronologico che segna le tappe della sua crescita e della sua vita.
Vi assicuro che se si facesse una Playlist dei brani raccontati e citati nel libro, verrebbe fuori un disco pazzesco. Nomi come Afrika Bambaata, Run Dmc, Grandmaster Flash, James Brown, Public Enemy che magari a dirsi non evocano nulla alle vostre orecchie ma che in realtà sono gli autori di pezzi che per forza, e ribadisco per forza! sono passati nelle nostre vite ed hanno lasciato il segno.
La seconda motivazione che ho dato all’inizio di questo articolo è la mia nostalgia dei tempi andati. E la storia della sua vita che racconta Frankie è piena di ricordi che fanno parte anche della mia di vita, e un po’ credo anche di quella di tutti. Fatti e avvenimenti, programmi Tv e personaggi, canzoni, giochi e aneddoti di gioventù che mi hanno davvero fatto fare tanti passi indietro nel tempo.
Mi sono riconosciuto in quella “crewe” che fermentava negli angoli delle strade scambiandosi cassette e idee sul rap che stava nascendo, anche io l’ho vissuto, dentro e fuori dalle sale prove con gli strumenti in spalla in giro per tutti i paesi della Brianza. Io parlavo di punk rock, ma la sostanza è la stessa. Mi sono riconosciuto, e ho rivisto nella mia mente, i periodi della scuola, le ansie per le interrogazioni, la voglia di ribellarmi alle regole, la continua ricerca di equilibrio tra la mia libertà e la convivenza in famiglia, le vacanze estive e invernali e tanti altri momenti di una vita normale.
Ed è proprio questo il punto, una vita normale. Frankie non parla di se come un uomo eccezionale, ma descrive la sua normalità e il suo essere un ragazzo dei tanti. Un ragazzo, aggiungo io, spinto dalla voglia di fare, di imparare e di lasciare il segno, che poi è quello che in realtà differenzia chi realizza qualcosa da chi resta solo a guardare. Se poi si aggiunge che Francesco Di Gesù, questo il vero nome di Frankie, è dotato di un talento straordinario che a mio avviso ha raggiunto l’apice nel brano “Quelli che benpensano” ecco che ci si spiega subito il perchè di tanto successo musicale e il perchè di tanta bellezza racchiusa in questo libro.
Posso dire che vorrei che Frankie diventasse ufficialmente uno scrittore?
Segnalo soltanto un capitolo, un passaggio, perchè come ho detto il libro va letto tutto d’un fiato fino alla fine, ma la storia legata al disco “Thriller” di Michael Jackson è davvero straordinaria. Mi ha fatto gonfiare gli occhi che poi hanno versato qualche lacrima.
E se un autore riesce con le sua parole a trasmettere emozioni del genere, è davvero uno scrittore che ha fatto bene, anzi benissimo, il suo lavoro.