Ciao iCrewer! Anche oggi sono qui per parlarti di libri e, in particolare, per dirti come la penso rispetto alla mia ultima lettura: Eliza, di Sara Caporilli, pubblicato da Newton Compton edizioni.
È una storia molto complessa. Profonda e forte.
Fin dalla sua nascita Eliza ha vissuto segregata; è stata trattata dal re suo padrone alla stregua di un oggetto o, forse, con ancora meno riguardo. Torturata, schiava, completamente sottomessa, non riesce a vedere uno schema dietro al suo dolore, non riesce a capire perché il re si ostini a trattarla così. Non ha nulla, niente è in suo possesso, se non il suo nome e l’affetto della balia, donna dolce e tenace, che le ha fatto da madre e che l’ha istruita, per quanto le condizioni potessero permettere.
È completamente invisibile, inesistente agli occhi di tutti, notata solo da chi vorrebbe farle del male.
In questo buio, in questa disperazione che sempre la avvolge, la musica del ballo in onore dell’erede al trono pare chiamarla come il canto di una sirena. Che male può fare? Di sicuro, può concedersi una scappatina di sotto. Nessuno la noterà. Nessuno farà caso a lei.
E per un po’, tutto fila liscio. Eliza può ammirare le coppie che danzano, provando a immaginare come sarebbe se anche lei potesse seguire i passi di quelle danze sconosciute. La fantasia s’infrange, va in pezzi, non appena la giovane si scontra con uno sconosciuto.
Uno straniero i cui occhi non le passano attraverso, il cui sguardo si sofferma sul suo vestito vecchio e sporco, sulla pelle troppo pallida, sui lividi. Per la prima volta da anni, Eliza torna pienamente consapevole di sé, di ciò che è stata fata diventare. E, in cuor suo, decide che da quella sera le cose cambieranno.
Come potrà, tuttavia, tenere testa a un tiranno folle e brutalmente possessivo?
Prima di tutto, ci terrei a fare una piccola precisazione. Questo romanzo è stato inserito nella categoria “rosa“. Tuttavia, se consideriamo il romance come un racconto principalmente incentrato sulla relazione sentimentale tra i due protagonisti beh, penso che Eliza non possa rientrare in tale genere. Cercherò di spiegarmi meglio: per quanto la storia d’amore tra la protagonista e Leonard (il misterioso straniero) sia parte integrante della narrazione e un tassello da non dimenticare, credo che il fulcro principale sia un altro.
In questo libro, prima di tutto, si parla di abuso. Di uomini saccenti, accecati dal proprio ego, che si permettono di dimenticare che le donne non sono inferiori, non sono da confinate in camera da letto.
È la storia di una rinascita, faticosa, snervante; di un passato che cerca in tutti i modi di estendere pretese sul futuro; di mostri che non guardano in faccia a niente e nessuno pur di avere ciò che credono appartenere loro.
Eliza è un’opera complessa, profonda, dai vari gradi di lettura possibili. Romanzo rosa è solo la superficie, e forse neanche quello.
Lo stile mi è piaciuto, adatto al contesto medievale descritto, coerente durante il romanzo. Ho trovato la trama molto avvincente, intrigante, piena di colpi di scena che mi hanno tenuto con il fiato sospeso, che mi hanno fatto avere il cuore in gola per interi capitoli. Credo che sia una di quelle storie che, dopo essere state lasciate sedimentarie, acquistano tutto un altro sapore.
Ho apprezzato molto anche la carta geografica del regno, aiuta ad avere consapevolezza del viaggio e contestualizza molti discorsi.
Che dire dei personaggi? Eliza è la protagonista indiscussa della vicenda. Sempre cosciente di ciò che è, non si illude mai, non avanza mai pretese. Forse è per questo che sono gli altri ad accorgersi per primi dei suoi cambiamenti, del suo prendere confidenza, del suo crescere, del suo rinascere e sbocciare. Un personaggio profondo, mai banale, anche se, lo ammetto, qualche volta avrei proprio voluto afferrarla per le spalle e scuoterla forte.
Anche Leonard mi ha sorpreso. Me lo immaginavo più Principe Azzurro, invece anche lui è vero, non idealizzato. Ha i suoi pregi e i suoi difetti. Fa il possibile per agire secondo ciò che ritiene più giusto, non ha paura di lottare, ma sa anche quando dare la priorità a questioni più importanti. I suoi continui battibecchi con Eliza mi hanno divertito, scaldato il cuore e anche, a volte, un po’ esasperato.
E poi c’è Accursio: la vera sorpresa! Non ti svelo altro, o l’effetto svanirebbe e non sarebbe giusto nei tuoi confronti e in quelli dell’autrice.
Per quanto riguarda la cover, di per sé è carina, ha catturato la mia attenzione tanto da farmi decidere di leggere il libro, ma non c’entra proprio nulla con la storia. Forse l’abito rosso riprende una scena in particolare, forse la nebbia è da vedere come costrizione, però mi sembra un’interpretazione un po’ forzata.
Nel complesso, il romanzo mi è proprio piaciuto.
Sara Caporilli è originaria di Roma, dove vive tutt’ora. Impegnata negli studi di Giurisprudenza, fa parte di coloro che attraverso la scrittura riesce a esprimersi veramente, di sentirsi libera e completa, di essere se stessa fino in fondo. Eliza è il suo romanzo d’esordio, scritto alla tenera età di vent’anni.