Caro iCrewer, qual è stata la tua ultima lettura? La mia è De Motu Sanguinis di Paolo Di Pierdomenico, edito da Nero Press Edizioni nel lontano febbraio 2014 e già apparso nella raccolta Fratelli di Razza per Il Mondo Digitale Editore.
Si tratta di un racconto horror di ambientazione storica, che ho divorato in poche ore in un afoso pomeriggio di fine luglio, per quanto mi è piaciuto!
La vicenda si svolge infatti a Genova nel 1528, durante un’epidemia di peste. Fra la moltitudine di contagiati vi è anche la moglie di Ignazio: guardia cittadina delle locali carceri e voce narrante della storia. Come ci insegnano I promessi sposi, non vi sono cure efficaci per la piaga se non la fede, tuttavia il protagonista viene esortato a far seguire l’amata dal medico migliore… e più costoso della città! Non potendolo però pagare, accetta allora di compiere per lui alcuni incarichi di dubbia natura.
Questo è solo l’inizio del racconto breve, che conta circa quaranta pagine, e non voglio aggiungere altro, perché rischierei di rovinarti il piacere della lettura con qualche anticipazione non richiesta.
Se ti piacciono le storie dell’orrore alla Dracula di Bram Stoker, ti consiglio vivamente di leggere De Motu Sanguinis, perché richiama fortemente la letteratura gotica con la sua ambientazione cupa e a tratti claustrofobica e un crescendo di suspense e terrore.
Detto questo, starai pensando che io abbia avuto brividi di freddo dall’inizio alla fine del racconto per delle immagini terrificanti e scabrose, invece non è andata così. Gli elementi orrorifici non sono così marcati, nemmeno nella descrizione delle scene potenzialmente più cruente: questo perché Di Pierdomenico non si perde in dettagli inutili o “splatter”, ma lascia intendere che ciò di cui bisogna aver paura risiede nell’animo umano e non nel soprannaturale.
In questo sta il vero orrore: la consapevolezza di qualcosa di profondamente sbagliato, ed è un sentimento che pian piano si fa strada dentro di te e non ti abbandona fino all’ultima pagina. È una visione del genere horror che ammiro e apprezzo in un buon racconto, perché invita a guardarsi dentro: a vedere il male in ognuno di noi e a non considerare l’estraneo come qualcosa di nocivo a prescindere… O come nel caso di De Motu Sanguinis, come qualcosa di cui approfittare per i propri biechi scopi.
Pensando allora a questo, trovo che il titolo del libro sia incredibilmente evocativo, perché racchiude il desiderio che muove l’azione dei personaggi e il loro nefasto destino. Caro iCrewer, vorrei essere più precisa, ma anche qui lo spoiler è dietro l’angolo! Ti lancio quindi una domanda-esca: se lo hai letto, condividi questa impressione o è soltanto una mia congettura? Ti lascio solo un indizio: la formula latina usata è tipica dei trattati scientifici, perché in poche parole esprime il contenuto della trattazione.
In conclusione su De Motu Sanguinis
Sinceramente, non so che altro dirti su questo racconto: ho toccato tutti i punti che mi interessava affrontare. Passo quindi alla conclusione di questa recensione.
Perché ti consiglio De Motu Sanguinis di Paolo Di Pierdomenico?
In poche pagine l’autore riesce a conquistarti con una vicenda che mischia sapientemente storia e invenzione e che mostra il lato oscuro dell’essere umano, grazie al crescente clima di suspense e orrore, tipico della letteratura gotica. Inoltre il racconto si legge in pochissime ore, perché è in grado di catturarti con la trama ben strutturata e lo stile di scrittura scorrevole e coinvolgente.
Caro iCrewer, se sei un appassionato di letteratura dell’orrore, non posso che consigliarti questo racconto edito da Nero Press Edizioni!