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Recensione: Caffè Voltaire di Laura Campiglio

Anna Francesca Perrone 5 anni fa Commenta! 6
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Caro Lettore, oggi ti parlo della mia ultima lettura: Caffè Voltaire di Laura Campiglio edito Mondadori.

Contenuti
Come ho scelto Caffè Voltaire?Caffè Voltaire: ho scelto bene?

Come ho scelto Caffè Voltaire?

La prima cosa che mi ha colpito è stato il titolo: “Caffè Voltaire”. Mi piacciono le storie che hanno come punto di riferimento un bar, un posto dove andare per prendere un caffè con un’amica e godersi qualche momento di relax; e poi mi ha incuriosito la copertina, fantastica! Una ragazza, un tavolino, un pc e il dettaglio sotto il tavolino: una scarpa con il tacco e uno stivaletto casual. Infine la scritta:

La vita è una sola. Ma a volte te ne toccano due.

Ho curiosato anche un po’ sull’autrice: Laura Campiglio. Ha scritto per diverse testate giornalistiche, tra cui “GQ” e “Rolling Stone” e, su “Cronaca Vera”, ha curato la rubrica Al posto del cuore poi divenuto un programma radiofonico.

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Caffè Voltaire

Ha esordito nel 2007 con Invece Linda edito Dario Flaccovio e poi nel 2010 ha scritto Chi dà il nome agli uragani. I suoi romanzi prendono spunto dalla sua vita, ma poi se ne distaccano seguendo il corso degli eventi e delle storie dei personaggi.

Ma veniamo al libro: Anna Violetta Naldini la protagonista ha 35 anni, tanti lavori tutti precari e una famiglia un po’ bislacca. In compenso un nonno fantastico: Pietro da Lomello, che grazie alla sua saggezza e ironia la aiuta a superare i momenti più difficili della sua vita, come faceva da piccola quando le cantava un motivetto francese sugli illuministi, Voltaire e Rousseau: “C’est la faute à Voltaire, c’ est la faute à Rousseau!” (Colpa di Voltaire, colpa di Rousseau!).

Tutto precipita quando nel giorno del suo 35° compleanno quando perde la più importante tra le sue collaborazioni: il lavoro di reporter per “La Locomotiva”, quotidiano di sinistra.

Diventare adulti, in fondo, è stilare il bilancio tra velleità infantili e risultati ottenuti. Volevi fare la rockstar e fai la rockstar: bene. Volevi fare l’astronauta e fai, che so, l’assicuratore o l’impiegato al catasto: un po’ meno bene. In mezzo, infinite gradazioni di compromesso con l’idea di fallimento. Ora, se da piccola ambivi alla presidenza della Repubblica e da grande ti arrabatti tra collaborazioni e lavoretti precari, non è andata proprio alla grande, questo lo so. Solo che certi giorni brucia più di altri. Oggi, per esempio.

Anna non si dà per vinta e grazie anche ai “consigli” del nonno riesce a procurarsi una nuova opportunità. Anzi due in una! Ma sarà davvero una buona idea? o si metterà nei guai?

Non voglio anticiparti nulla di più sulla trama, ma ti dico subito cosa penso di questo libro.

I temi centrali del romanzo sono due: il precariato vissuto a 35 anni e la politica affrontata nei panni di una giornalista che deve scrivere un “corsivino” per due giornali concorrenti: uno che dà voce alla destra e l’altro alla sinistra.

L’argomento è affrontato con ironia e intelligenza, mostrando quanto sia facile sostenere una tesi e il suo esatto contrario.

Il precariato, poi, è un problema molto attuale che oggi coinvolge una fascia d’età, quella dei 35-40 anni, che si sente frustrata per l’impossibilità di fare progetti a lungo termine e per dover continuamente lottare per affermare il proprio valore professionale.

Anna, la protagonista, mi è piaciuta molto, lei ha fatto di ogni “situazione” che le è capitata un’opportunità, anche se non ne è molto consapevole, e fa un bilancio piuttosto negativo della sua vita personale e professionale.

In realtà è una persona piena di passione, ed è vero, non ha un lavoro stabile ma ha sicuramente talento ed è capace di reinventarsi ogni volta, il coraggio non le manca, e arriverà il momento giusto per dimostrarlo, anche a sé stessa.

A rallegrare la sua vita ci sono il Caffè Voltaire, con le amiche Randa e Federica. Le loro sono storie che si intrecciano perfettamente alla sua, dandole divertenti tocchi di colore. Randa, ad esempio, è un personaggio esilarante che vive una vita sopra le righe, e Federica lascia tutte le sue certezze e convinzioni di una vita per l’Amore.

C’è poi anche Lodovico Zani, che avrà un ruolo importante nelle vicende in cui si troverà coinvolta Anna.

Ma il nonno è il mio preferito.

Lui si che sa sempre cosa dire ad Anna e riportarla sulla giusta strada quando lei non riesce a capire cosa fare. La guerra l’ha segnato profondamente e gli ha insegnato che la vita è un dono troppo prezioso per sprecarlo nascondendosi dietro inutili ansie e sensi di colpa.

Violetta: nella vita non si scappa. A meno che non ci siano delle pallottole che ti fischiano intorno. Da quelle sì, ma da tutto il resto no. Hai capito?»

Caffè Voltaire: ho scelto bene?

Assolutamente si!: la prima impressione non mente (quasi) mai!: la lettura di questo romanzo è stata molto molto piacevole.

Ti divertirai leggendo i pensieri di Anna e avrai occasione di riflettere su diversi spunti che troverai in questo brillante romanzo.

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