Caro iCrewer, ti parlo oggi dell’ultimo volume della trilogia dell’autrice amburghese Carmen Korn, una serie di libri questa che ho molto amato.
Figlie di una nuova era, il primo volume e titolo di tutta la trilogia, mi era capitato in mano quasi per caso e lo avevo trovato fascinoso e capace di suscitare nel lettore quel sentimento di familiarità e nostalgia che fa affezionare alle saghe. Il secondo: E’ tempo di ricominciare, mi ha tenuto attaccata alle pagine suscitandomi sentimenti contrastanti e l’ultimo, quello di cui oggi siamo a parlare, è la degna conclusione di un affresco magistrale non solo di Amburgo, ma dell’intera Germania durante il ‘900. Il secolo breve, lo chiamò Hobsbawm, iniziato nel 1914 e finito appena dopo il crollo del Muro di Berlino, nel 1991. Un secolo densissimo, forse il più ricco di eventi contrastanti: incredibile progresso scientifico, grande benessere condiviso ma anche grandi crisi economiche e ben due guerre totali che hanno resettato il mondo per due volte nell’arco di cinquant’anni. Henny, una delle protagoniste della saga, nasce nel 1900 e insieme alle sue amiche Ida, Kathe e Lina, percorre le strade della sua vita contornandosi di compagni di viaggio, amici, parenti, figli, mariti. Dalla fine della prima guerra mondiale fino alla fine del secolo i protagonisti dei libri vivono, senza doverli raccontare, gli avvenimenti che hanno reso il mondo come lo vediamo adesso. Dal potere del nazismo ai bombardamenti della seconda guerra mondiale alla rinascita degli anni cinquanta fino alle rivolte degli anni sessanta e al terrorismo rosso dei settanta. Le rivoluzioni sociali degli anni ottanta e la fine del secolo con il crollo del muro che aveva diviso il mondo in due blocchi.
La famiglia di amici delle quattro protagoniste si ritrova in questo ultimo volume cresciuta e allargata, con le protagoniste ormai anziane ma sempre registe silenziose nelle vite dei loro cari. Si affrontano temi importanti: l’omosessualità in anni in cui era reato. Il suicidio, i primi interventi di chirurgia estetica che hanno reso l’invecchiamento alla stregua di una brutta malattia, il tutto scritto con un linguaggio semplice e ben architettato, dialoghi verosimili e mai sforzati, ambientazioni casalinghe e realistiche. Mi è piaciuto notare, in questo ancora di più che negli altri libri, la mancanza di un protagonista: non è presente infatti la classica dinamica della storia dell’eroe che parte da un mondo suo proprio, attraversa una serie di peripezie e ostacoli e poi approda al cambiamento e a un nuovo stato dell’essere. Il racconto qui è incentrato sullo scorrere delle vite, con le vicende di gioie e dolori, con i piccoli atti di eroismo e di meschinità della vita, con le scelte e i bivi che tutti siamo costretti a imboccare. Un racconto corale che fa immergere il lettore in queste storie senza per forza doversi aspettare il colpo di scena, l’avventura a tutti i costi, l’episodio strappalacrime che, di norma, è considerato segno di un buon libro.
Consiglio il libro di Carmen Korn ?
Ecco, caro iCrewer, questo di Carmen Korn è un ottimo libro anche se non fa stare con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Unica pecca, che ho riscontrato anche negli altri libri, il cambio repentino di punto di vista, segnalato graficamente dalla spaziatura di un rigo che tuttavia non prepara il lettore allo stacco. Fa venire un po’ di mal di mare.
A parte questo, trilogia consigliatissima.