Anime antiche è romanzo lieve. Delicato.
È un romanzo che tocca il cuore e l’anima.
Ma andiamo con ordine, e prima di tutto devo dirti che Anime Antiche si legge davvero in pochi bocconi. Io sono uno di quelli che pensano che quando si leggono più di quaranta/cinquanta pagine per volta, allora il libro è buono, vale e piace. Certo, questo è soltanto il mio pensiero, ovvero quello di una persona che si obbliga di ritagliarsi del tempo per la lettura, nella già complicata giornata ricca di doveri e di impegni. Quando un libro mi piace davvero, quel tempo “ritagliato” finisco sempre per sforarlo, e così è stato per questo romanzo di Stefania Convalle. Ogni giorno mi son detto, dai leggo quarantacinque minuti prima di… e poi sempre a fare le corse, in ritardo per un appuntamento, e tutto questo per colpa della bravura dell’autrice.
Trovo sia giusto dire, prima di parlare finalmente del romanzo, che conosco personalmente Stefania, in quanto le nostre strade professionali si sono recentemente intrecciate, anzi direi proprio attorcigliate, ma ciò non toglie nulla alla mia trasparenza nel giudicare, o semplicemente raccontare le mie impressioni riguardo al romanzo.
Anime antiche, edito da Edizioni Convalle, casa editrice dell’autrice, innanzitutto è un romanzo d’amore. L’amore esce dalle pagine e si propaga nella stanza in cui si è immersi nella lettura come un gas, l’amore avvolge il lettore in una cortina di emozione che davvero riempie il cuore. E consentimi, amico lettore di libri.iCrew, parlare e scrivere d’amore non è una cosa così semplice. Il rischio di sfociare nel “già visto”, anzi mi correggo, “già letto” è enorme. La bravura di Stefania, in questo libro, è quella di inventarsi una straordinaria storia d’amore che sembra essere eterna. L’amore, e in generale i sentimenti, si propagano e resistono intatti nel tempo attraverso le diverse vite e reincarnazioni dei protagonisti, prendendosi cura delle loro anime e andando oltre all’aspetto materiale dei corpi che le contengono.
È chiaro che per scrivere un romanzo del genere, bisogna avere una fiducia incredibile nella reincarnazione, bisogna credere che esistano delle vite precedenti che in un certo senso condizionano quella del presente e sopratutto bisogna avere una grossa predisposizione all’idea che nulla accade per caso.
Io non lo so se possiedo tutte queste caratteristiche. Ecco perchè, a maggior ragione, il fatto che questo romanzo mi sia piaciuto molto è sicuramente un punto a favore dell’autrice. Qualche anno fa ho frequentato un amico che era un po’ fissato con queste cose, che mi parlava spesso di regressioni karmiche, mi raccontava di cerchi di fuoco che scorrevano su e giù per il suo corpo e di come ricordava di quando, chissà quanti secoli fa, lui era un pastore del Messico. Sinceramente non ho mai capito se mi prendesse in giro o se dicesse sul serio, ma ho sempre ammirato in lui il coraggio di affrontare questi temi e l’entusiasmo con cui ci si approcciava. A me sinceramente l’idea di sapere chi ero e da dove vengo spaventa un po’. Preferisco avventurarmi nella disperata continua ricerca del “chi sono” facendo esperienze e passando per gioie e dolori nei giorni di questa vita che posso toccare con mano. Le uniche mie finestre aperte sul tema sono qualche libro di Paolo Coelho e le incredibili canzoni del maestro Franco Battiato, niente di più.
Ma attenzione, Anime antiche, non è un manifesto o un elogio a tutte queste cose, è una storia d’amore che dura nei secoli prendendo volti e nomi diversi. Il mezzo con cui poi i cuori si riconoscono sono gli occhi.
I protagonisti sono tre: Greg, Muriel e Lorenzo. Il primo che si può davvero definire anima antica, la seconda una donna alla continua e perenne ricerca di se stessa e l’ultimo un libertino donnaiolo che forse in questa vita… Le store di questi tre personaggi, ben caratterizzati dalla Convalle, si intrecciano senza tempo e senza regole, si passa dall’amore di coppia, all’amore dell’amicizia per arrivare all’amore così amore da non riuscire a trovare altra parola per definirlo. In realtà c’è un quarto protagonista, e mi dispiace non poterne parlare perchè il rischio di rovinare il vero punto di forza di questo romanzo è alto. Posso solo dire che Stefania mi ha sorpreso.
Con la sua scrittura essenziale ed efficace, ha scritto un romanzo che suona molto “arcaico” come contenuto, ma che si legge tremendamente moderno. Muriel ha tutti i tratti dell’autrice, io che la conosco (da poco e quindi non benissimo) ci ho trovato tutta la sua poesia del credere alle favole, ma anche tutto il suo cinismo e la sua capacità di sdrammatizzare in qualsiasi momento. Le pagine e la storia non annoiano mai. La voglia di capire e di sapere, o meglio la curiosità di conoscere verso che strada si sta andando, e da quale strada si proviene, è sempre incalzante. Certo perchè il bello di questo romanzo è che il lettore legge la storia nel tempo presente, ovviamente rivolto con l’attenzione al futuro per vedere come evolverà, ma con anche un occhio più che curioso al passato e al percorso che hanno fatto i personaggi per arrivare al punto di inizio del romanzo: una panchina con Greg e Muriel che si incontrano. Due perfetti sconosciuti, o forse no?
Concludendo, Anime antiche è un libro che consiglio. Meglio se sei uno che crede nel karma, lo apprezzerai senza dubbio di più. Se invece sei un inguaribile romantico, o romantica, non c’è neanche bisogno che io ti dica di leggerlo, saprai trovare delle riflessioni sull’amore e sulla vita che non potrai fare a meno di sottolineare con la matita.
Io l’ho fatto!