Caro iCrewer, ho appena terminato la lettura di Amor che torni… di Lodovica San Guedoro, edito dalla casa editrice bilingue Felix Krull Editore e pubblicato nel settembre 2019. Il romanzo è il seguito di Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdè…, che avevo affrontato poco tempo fa e non mi aveva entusiasmato.
Lo avevo cominciato con la speranza di poter rivalutare l’opera per intero, purtroppo l’opinione che avevo del primo romanzo è rimasta immutata ed è stata confermata dal secondo volume della serie. Amor che torni… prosegue infatti gli eventi di Pastor e non aggiunge nulla di nuovo o di diverso rispetto al precedente capitolo. È una lunga appendice che, come il primo libro, non mi ha convinto del tutto e ora ti spiego il motivo.
Amor che torni…: un commento
La struttura del romanzo
Come prima cosa, parto dallo stile di scrittura. Riconosco che Lodovica San Guedoro abbia una formidabile padronanza della lingua italiana, tuttavia non è un linguaggio che mi attira e invoglia nella lettura. Sebbene la forma sia curata e lirica, risulta troppo artificiosa per me, che sono abituata a stili narrativi più scorrevoli, semplici e che ricalcano il parlato. Ci tengo a precisare che non considero una cattiva pratica l’uso di un linguaggio alto nei romanzi contemporanei, tuttavia in questo caso si sente che è costruito e poco naturale, e questa stonatura è stata per me un ostacolo.
Inoltre l’autrice si perde in lunghe descrizioni, anche di concetti e situazioni già trattate all’interno dell’opera, e questo ha appesantito ulteriormente la mia esperienza di lettura. Fortunatamente, il romanzo è suddiviso in capitoli e l’ho molto apprezzato: Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdè… ne è sprovvisto e ne avevo risentito in termini di concentrazione. La presenza di capitoli in Amor che torni… ha reso quindi la lettura meno faticosa, permettendomi di riposare la mente ad ogni interruzione e di affrontare con più facilità le cinquecento pagine del volume.
La trama
Purtroppo nemmeno la trama mi ha entusiasmata. La narrazione continua la disastrata e disfunzionale storia d’amore fra Lodovica e Kasim e si mantiene sulle stesse note del libro precedente. Non ho quindi trovato elementi di novità né tanto meno un cambiamento significativo nei protagonisti, che me li facesse rivalutare in positivo.
In questo romanzo, le strade dei due amanti si intrecciano nuovamente e cercano di trovare un equilibrio fra le loro vite, che sono così diverse da essere inconciliabili. È un legame che lentamente si appiattisce e che non lascia nulla dietro di sé, nessuna emozione e nessuna pulsione: soltanto due identità distanti e distinte, che forse per inerzia hanno rinunciato ad avvicinarsi.
Amor che torni… è quindi un lungo torpore, che solo il finale è riuscito a stravolgere. Nelle ultime pagine c’è infatti un colpo di scena totalmente inaspettato, che mi ha lasciato l’amaro in bocca e una nota di tristezza. Questa è però l’unica eccezione di una trama che non mi ha suscitato forti emozioni, quindi ho deciso di premiare lo sconvolgente finale con una mezza stellina in più alla mia valutazione generale.
Sono consapevole che molti lettori non condividono il mio giudizio su Amor che torni…, poiché hanno trovato le vicende qui narrate coinvolgenti e piene di sentimento. Purtroppo io non ero la lettrice giusta per la serie Un’educazione sentimentale di Lodovica San Guedoro, che è composta dai due volumi Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdè… (2017) e Amor che torni… (2019), entrambi editi da Felix Krull Editore, la casa editrice bilingue con sede a Monaco di Baviera che la San Guedoro gestisce assieme al marito Johann Lerchenwald, anche lui scrittore.
Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé … è una testimonianza meticolosa, intima e potente di un sentimento d’amore finalmente vissuto in modo non convenzionale. L’Autrice dà voce ad una sensibilità, senza sesso e senza età, poco esplorata dalla letteratura, specialmente da quella contemporanea, che privilegia forme stereotipate di relazione amorosa: dinamiche più riconoscibili, certo, nelle quali è però sempre più arduo riconoscersi. Una sensibilità che io stessa, giovane lettrice e giovane donna, ho sempre avvertita e rinnegata, pur di corrispondere all’ideale di sensualità femminile che vedevo spopolare e al quale ho davvero creduto di dovermi adeguare. Questo libro ha rappresentato per me una sorta di rivoluzione, la liberazione da un peso, il dissolvimento del timore d’esser sola, estranea alla sessualità per com’essa ci è raccontata: una favola pornografica, peraltro poco incantevole. Non dev’essere stato facile, per l’Autrice, mettersi a nudo e parlare d’amore, in un mondo che d’amore non vuol sentir parlare. E la sua denuncia suona per questo ancora più grave. La sofferenza, qui, è come cenere: dice di un sentimento divorante e di aspettative tradite. Stordisce, avvolge il cuore come un sudario di polvere, ne ovatta l’eco di dolore. Ma quella sensibilità non può che rinascervi, moltiplicarsi nel petto di lettrici e lettori, e lacerare sempre di nuovo il velo dell’incomprensione.
Chiara Melandri
Sono piuttosto meravigliato, io trovo in verità la lingua in questo libro molto viva e spontanea oltre che elegante e raffinata. La trama piatta? Ma non può esserlo per principio! È poi proprio l’incompatibilità apparente che, in contrasto dialettico con la compatibilità profonda, genera la storia d’amore reale e il romanzo stesso, con tutta la sua bellezza e il suo dolore. Come già “Pastor…”, “Amor che torni…” non è infatti una qualsiasi storia inventata, ma una fedelissima autobiografia.
Sono piuttosto meravigliato ,io trovo la lingua in questo libro molto viva e spontanea ,oltre che elegante e raffinata. La trama non è piatta ,anzi mi è par
sa avvincente . Sui caratteri incompatibili è proprio qui il bello, è proprio nella differenza il motore di ogni storia d’amore che ti catturi e ti rimanga impressa nella memoria!