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Lettura: Recensione: Against, di Scarlett Reese. Seconda Parte
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Recensione: Against, di Scarlett Reese. Seconda Parte

Cristiana Meneghin 5 anni fa 2 commenti 4
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Against di Scarlett Reese, Words Edizioni

Caro iCrewer se sei tornato a leggermi non posso fare altro che introdurre questa recensione con un ringraziamento e giungere subito al punto cruciale, quello per cui sono in contrasto con quanto sostenuto in questo testo.

In questo libro l’autrice va a cozzare contro una mia personale battaglia che sto conducendo da qualche mese, capisco che nessun’altra persona, oltre a me avrebbe mai notato questa cosa e un po’ mi scuso se posso sembrare così pesante, ma non è certo colpa mia se il destino ha portato a me questo testo.

È da un po’, circa un anno, per la precisione che sto scrivendo un libro dedicato alla lotta per la felicità. Sono infatti convinta che La felicità non ci è data, ma va guadagnata, questo è il sottotitolo del mio libro di prossima uscita e sì me lo sono spoilerato, ma pazienza, mi serve per spiegarti come io non possa essere d’accordo con il comportamento dei protagonisti Leiny ed Alek.

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A mio parere la felicità non è una condizione in cui naturalmente ci troviamo, ma è solo coltivandola e fuggendo dalla sofferenza che la possiamo ottenere, vorrei riportare un pezzetto del monologo che Tiziano Ferro ha fatto a Sanremo e che mi ha stupito per l’empatia che si collega a quello che io stessa penso: l’amore è un lavoro lento e faticoso… Nessuno dovrebbe mai vivere soffrendo, nessuno dovrebbe voler morire, perché subire non è una disgrazia è una scelta. Non bisogna mai arrendersi alla sofferenza, la felicità non è un privilegio, è un diritto.

Si può sempre scegliere tra il bene e il male ed è questo che Leiny ed Alek non fanno, non lo riescono a fare, il loro amore non li salva, ci sono troppo dentro forse o forse non ne hanno semplicemente il coraggio.

A un certo punto Leiny capisce cosa dovrebbe fare, ma non lo sceglie, non ci prova nemmeno, continua a comportarsi come sempre è stata abituata; vede la felicità, ma non la coglie. Le parole di Alek dimostrano il loro non voler uscire da quella condizione.

La loro incapacità di mostrare coraggio e non intendo il coraggio di massacrare le persone e commettere crimini orrendi per vendetta o passione, ma il coraggio del perdono che porta alla speranza e al voltare pagina, il coraggio di essere il cambiamento che vorrebbero vedere nel mondo, questa incapacità e non l’amore è la loro debolezza ed è questo che li porta a non evolvere durante il testo e a restare identici dall’inizio alla fine.

Questa redenzione, il salire dalla sofferenza alla felicità, il dimostrare che un mondo migliore è possibile non avviene e per me è un po’ triste, noi scriviamo per lasciare messaggi.

È questo il messaggio che vogliamo lasciare?

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2 commenti 2 commenti
  • Words Edizioni ha detto:
    Febbraio 26, 2020 alle 14:50

    Grazie per aver dedicato del tempo a questa lettura. Ci spiace che questo romanzo non rientri nei tuoi gusti. Speriamo che le nostre prossime proposte possano essere da te maggiormente apprezzate 🙂

    Rispondi
    • Cristiana Meneghin ha detto:
      Febbraio 26, 2020 alle 15:19

      Vi ringrazio per il vostro commento. Sono certa che potete fare GRANDI COSE, attendo di vederle e apprezzarle.

      Rispondi

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