Caro iCrewer, in questi giorni ho letto il libro di Marco Ghergo, Ab Umbris edito da Elison Publishing. Il libro, uscito il 4 ottobre 2021, è disponibile su Amazon in versione cartacea e in ebook.
Una lettura non propriamente adatta a questi giorni di festa, ma sicuramente un romanzo horror che cattura l’attenzione fin dalla prima pagina. Marco Ghergo ha scelto accuratamente ogni singola parola, proprio per creare la giusta atmosfera di suspense.
Ab Umbris di Marco Ghergo
Marco Ghergo in Ab Umbris descrive la storia dell’avvocatessa Isabella Ferri. Una donna, che fin da piccola, ha dovuto lottare per dimostrare alla madre e al padre le sue capacità e le sue abilità. Una donna forte e determinata che combatte per vedere essere riconosciuti i suoi meriti e la sua forza, in una famiglia estremamente patriarcale. Un nucleo familiare che la osteggia e la relega ai margini dello studio legale della famiglia Ferri.
Anche la madre di Isabella la mette in difficoltà e crede che il titolare dello studio debba essere un uomo e non una donna. Leggendo queste scene, ho pensato che lo scrittore volesse trasmettere messaggi molto più nascosti ed enigmatici.
L’avvocato Ferri rappresenta quella parte della società misogina che relega le donne a ruoli secondari; la madre, Luisa, rappresenta quelle donne che ostacolano e denigrano le altre donne e che credono che esse non abbiano possibilità di esporsi ed essere indipendenti.
Ma questa è solo parte della mia interpretazione. Non credo che il romanzo sia solo una storia horror, dove qualche fantasma riesce in qualche oscura maniera a ritornare in vita, ma penso sia simbolo della rivalsa del potere femminile.
Marco Ghergo non racconta in maniera lineare la storia di Isabella, ma usa in modo semplice ed efficace i flashback. Il mistero che aleggia intorno all’avvocatessa, è un mistero che la vede protagonista anche da bambina.
L’avvocatessa Isabella Ferri vive una vita, sì osteggiata da una società troppo maschilista, ma semplice e monotona. È sposata con Carlo, un uomo alquanto strano che pare non abbia nessun contatto con lei e nessun interesse in comune. Un uomo che non sostiene sua moglie, ma che mi è parso sminuirla e non darle la giusta importanza.
I due coniugi hanno anche una figlia, Giulia, di 12 anni, che inizia a vivere la sua vita da semplice e comune adolescente. Una ragazza chiusa e legata perennemente al suo smartphone. Ma proprio da questa bambina iniziano i misteri.
Una notte, Isabella, svegliata da uno strano bisbigliare e da strani rumori, trova la figlia camminare sull’impalcatura che riveste il palazzo di famiglia. La piccola Giulia ha in mano un piccione e legge strani messaggi dalle sue interiora. Una scena macabra e strana in cui Isabella è preoccupata per la piccola. Giulia pronuncia parole strane in latino, fra tutte la madre riesce a capire chiaramente la frase: Revoca ab Umbris. Un messaggio non sconosciuto, e che ritroveremo ripetuto diverse volte, sia quando Isabella è piccola, sia tra gli appunti del marito.
Incubi e allucinazioni si fondono con il mondo tangibile. A volte non riuscivo a capire il margine tra realtà e fantasia, e questo è dovuto all’abilità di Marco Ghergo, che come un abile pittore ha donato perfette sfumature e chiaroscuri al romanzo. Solo nella parte finale del libro sono riuscita a decifrare tutti i messaggi e i simboli disseminati tra le pagine.
Mi è piaciuta molto l’unione di diversi elementi; un romanzo che toccava il contemporaneo e il passato, l’esoterico e l’indubitabile, il sacro e il profano. Spero di leggere altri suoi romanzi, perché davvero mi ha incuriosito il suo modo di scrivere e fino dove può arrivare con la fantasia e con gli enigmi.