Ma tanto i concorsi letterari sono tutti truccati… anche Amazon storyteller lo sarà.
E va bene tanto si sa già chi vince.
Comunque i concorsi letterari non servono a nulla e non riscontrano il gusto del pubblico.
Queste sono solo alcuni dei giudizi sui concorsi letterari. Non li chiamo pregiudizi perchè in effetti non sono opinioni senza nessun fondamento ma verificate e rese concreti da innumerevoli casi letterari. Ebbene anche in questo caso il colosso del web Amazon ci stupisce con un’iniziativa che concede il potere alla lettura e al gradimenti del pubblico.
Ma partiamo dal fondo: ecco i libri e gli scrittori finalisti del grande concorso che ha visto partecipare migliaia ma davvero migliaia di libri e altrettanti autori rigorosamente indipendenti ovvero self-publisher. Autori che, sebbene non facciano riferimento a una casa editrice, hanno passato il giudizio del pubblico in termini di recensioni e di vendite sul portale Amazon e quello di una giuria di esperti scelti da Amazon Publishing, l’editore Amazon che sta via via acquisendo per la propria scuderia i più bravi autori italiani.
- La corrente invisibile di Salvino Muscarello
- La madre di Marco Lugli
- Centro di Amalia Frontali e Rebecca Quasi
- Archetypes: Le immagini del male di Andrea Rhon
- Le sorelle delle case popolari di Gabriele Marchingiglio
Tra questi, uno solo verrà premiato con un assegno da tremila euro, l’inserimento del proprio libro in audible, l’applicazione degli audiolibri di Amazon, sempre più popolare, una campagna Amazon da ventimila euro e alcune altre quisquilie meno importanti.
L’evento in diretta si terrà oggi 11 novembre alle 11, sulla pagina fb di Libriamo, sito da cui è tratta anche l’immagine di questo articolo. Amazon storyteller promette di essere il concorso più ambito del panorama letterario nei prossimi anni.
Reading power! Amazon storyteller 2020
Ebbene, chi lo ha detto che il self è un mondo di scarti? Ho sentito valanghe di lettori di ciofeche stabilire che un autore che pubblica in self è uno che è stato automaticamente scartato dalle case editrici ‘vere’. Non tengono minimamente conto, da persone ignoranti quali dimostrano di essere, di una serie di fattori importanti per cui un autore, ancorchè bravissimo, decide per sua libera scelta di pubblicare in self anzichè affidarsi a una casa editrice.
Punto numero 1: i tempi. Un editore ha un calendario da rispettare e, a meno che un autore non riesca a mangiare con la scrittura, è molto difficile che possa dedicare tutto il proprio tempo ai libri.
Punto numero 2: la libertà. Un editore pretende di mettere mano al libro dell’autore, cambiare parole, concetti, addirittura interi capitoli anche contro la volontà del cedente dei diritti. Stessa questione la cover: cover orribili che farebbero raccapricciare un porcospino e che sono la disperazione degli autori.
Punto numero 3, e non è da sottovalutare: i guadagni. Mentre un editore lascia un piccolo margine di guadagno per il ‘fabbricante’ del prodotto che vende, il self publishing permette a un autore di avere qualche bella soddisfazione anche economica (soprattutto con la gestione dei libri in esclusiva da parte di Amazon).
Amazon storyteller 2020. Oggi la premiazione su Libriamo.
E’ comprovato che spesso gli editori scelgono gli autori in base alla loro community di followers, ovvero a quanti lettori hanno già, per conto loro, senza che la casa editrice debba investire neanche un centesimino in promozione. Ebbene, dopo questa dissertazione c’è da chiedersi perchè un autore dovrebbe ancora oggi, affidarsi a un editore quando la distribuzione è completamente a carico degli store on line?
Sì perchè oltre ad Amazon, abbiamo l’imbarazzo della scelta: kobobooks, che afferisce direttamente a Mondadori e ha sviluppato un proprio dispositivo parallelo all’e-reader kindle: Kobo, appunto. Lo store di Apple su Itunes, che ha una propria app sui dispositivi apple. Lo store di Google addirittura, che ha anche la funzionalità di lettura dei libri. E poi i derivati: gli store di Feltrinelli o di Giunti che pescano dai più grandi.
Un mercato che sempre più va a soppiantare quello degli editori, poco più che stampatori di libri già pubblicabili per conto loro. Gli editori non hanno più editor, non hanno più correttori (e se ce li hanno la maggior parte sono correttori di riviste e giornali, non di libri) non hanno più addetti allo scouting perchè è Amazon che fa tutto questo per loro per esempio, con Amazon storyteller o con il sistema delle recensioni (reading power!). Mi chiedo di nuovo: hanno ancora senso gli editori?