La vita è dura, è complicata, è difficile!
Quante volte abbiamo sentito frasi del genere? Ma è davvero così?
Per rispondere a questa domanda oggi, con Filosofiamo, ho deciso di parlarti del rasoio di Occam, un principio filosofico formulato nel XIV secolo dal frate francescano Guglielmo di Occam.
Ma cos’è questo rasoio? E può davvero essere utile oggi una teoria filosofica nata nel Medioevo? Scopriamolo insieme!
Guglielmo di Occam e il suo “rasoio”
Detto “dottore invincibile”, Guglielmo nacque verso il 1290 a Ockham, nel Surrey, in Inghilterra. Entrato nell’ordine francescano, studiò e poi insegnò all’Università di Oxford. Occam visse in un periodo di grande fermento culturale, un periodo in cui le teorie filosofiche e scientifiche si sviluppavano con l’uso eccessivo di varianti e di possibili diramazioni nella complicazione dimostrativa. Molti filosofi, ad esempio, si sforzavano di dimostrare l’esistenza di Dio attraverso ragionamenti logici e “scientifici” ma, vista l’ardua impresa, le loro intricate teorie molto spesso finivano per produrre ulteriori problemi anziché arrivare ad una soluzione. Guglielmo di Occam allora decise di proporre una sorta di “guida” metodologica per affrontare i dibattiti teologici e filosofici del tempo.
Gugliemo, nei suoi scritti, non diede una definizione esatta del rasoio di Occam, denominazione che arrivò molto più tardi. Un filosofo francescano del Seicento lo tradusse in questo modo: Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem e cioè “Non bisogna moltiplicare gli elementi più del necessario”. In sostanza, affermava che, in un qualsiasi dibattito o riflessione filosofica, non dovremmo moltiplicare le ipotesi più del necessario. Se una teoria semplice spiega bene i fatti ed è dimostrabile con l’esperienza, non c’è bisogno di complicarla con elementi aggiuntivi. Nel suo contesto originale, il rasoio di Occam era uno strumento per gestire le complicate dispute teologiche, aiutando a evitare spiegazioni eccessivamente astruse o speculative.
Gugliemo, quindi, incoraggiava a scegliere sempre l’alternativa più semplice, quella che rispondeva meglio ai fatti senza necessità di aggiungervi ulteriori speculazioni astratte. Il suo metodo, inizialmente, non ebbe grande fortuna, anzi gli costò caro. Venne infatti accusato di eresia dal papa e costretto a trovare rifugio presso Ludovico IV di Baviera, imperatore del Sacro Romano Impero, trascorrendo il resto della sua esistenza a scrivere alcuni dei trattati più significativi dell’epoca.
Il rasoio di Occam oggi
Nonostante le sue teorie costarono a Guglielmo una vita in esilio, il rasoio di Occam, invece, ebbe una grande fortuna nei secoli successivi, come ci illustra mirabilmente Stefano Ciliberti nel suo interessantissimo saggio Quel vecchio rasoio ancora buono. Storie del Medioevo per capire il presente (Edizioni Dedalo). Fu il principio guida che permise, ad esempio, di passare dal sistema eliocentrico, eccessivamente complicato e “astratto”, a quello geocentrico, più immediato e facilmente dimostrabile.
In effetti, il rasoio di Occam, anche detto, non a caso, principio di economia, è uno dei principi su cui si fonda il metodo scientifico moderno. Quando gli scienziati cercano di spiegare un fenomeno naturale, ad esempio, applicano il principio di parsimonia per favorire le ipotesi più semplici, evitando complicazioni inutili. Ad esempio, nella fisica, le teorie più semplici tendono a essere preferite perché più facili da testare e verificare.
Ma il principio di economia di Occam è attivo anche in ambiti non legati al mondo della fisica. Se ne trovano tracce nel mondo dell’economia, della medicina, del marketing, del design e della moda ed è anche uno dei modelli matematici più utilizzati per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Il “rasoio” viene utilizzato addirittura nel campo delle materie umanistiche, ad esempio, oltre che in filosofia ovviamente, anche in filologia, la scienza che si occupa di ricostruire i testi antichi.
E a noi invece? Il rasoio di Occam può essere utilizzato nella vita di tutti i giorni?
Assolutamente sì, anzi! In un mondo sempre più caotico e confuso che tende a bombardarci di stimoli, alternative, opzioni e possibilità dovremmo cercare di lasciarci guidare dal principio di economia. Quando ci ammaliamo, ad esempio, in presenza di un sintomo comune come la tosse la causa più probabile è quasi certamente quella più semplice, come un raffreddore, preferibile rispetto ad opzioni più esotiche e rare (ma lasciamo che sia il medico a deciderlo!). Se non troviamo le chiavi di casa, è più facile ipotizzare che le abbiamo dimenticate nell’auto e non che le abbiano rubate!
Nel mondo dei social, poi, il rasoio di Occam può essere una guida preziosa nel gestire le informazioni. Con la quantità di notizie, teorie e opinioni che circolano quotidianamente, possiamo facilmente essere sopraffatti. In questo contesto, applicare il principio di economia significa essere critici nei confronti delle spiegazioni più complesse o cospirative e favorire quelle più dirette e ragionevoli. Se un evento può essere spiegato con una causa semplice e verificabile, probabilmente non c’è bisogno di cercare risposte più complesse o fantasiose.
In conclusione, il rasoio di Occam non è solo un principio filosofico astratto, ma uno strumento pratico che può guidarci nella scienza, nella tecnologia e nella vita quotidiana. Ci ricorda che, quando ci troviamo di fronte a molte opzioni o spiegazioni, spesso è meglio partire dalla più semplice. Non sempre questa sarà la risposta definitiva, ma ci aiuterà a evitare di perderci in dettagli inutili, concentrandoci su ciò che conta davvero e riducendo ansia e stress.
Insomma, per tornare alla domanda iniziale: la vita è veramente così complicata? La risposta è, forse, quella più semplice: Forse sì, ma a volte siamo soltanto noi a renderla tale.