Buon Natale iCrewer! Ieri ho cominciato a narrarti il mio breve racconto natalizio, Johnny Basset e l’arrivo del Natale.
Dopo aver lasciato il cagnolino addormentato nella sua cuccia, oggi, continuiamo con la seconda parte, ti va? Chissà che incontri avrà fatto Johnny Basset durante la notte! Per scoprirlo non resta che proseguire la lettura del racconto natalizio!
Un racconto natalizio: Johnny Basset e l’arrivo del Natale
A destare Johnny Basset fu uno scampanellio sospetto. Strano. L’unico tintinnio che si sentiva di solito era quello della sua targhetta, ma questo non era il caso. Era notte fonda e intorno a lui non si muoveva nulla. Il giardino era immobile, tutto ricoperto di neve; nemmeno il gatto era passato a giocare.
E allora, dov’erano le campanelle? Quella giornata proprio non ne voleva sapere di essere normale! Al cagnolino non rimase altro da fare che alzarsi per l’ennesima volta – davvero, perché era così difficile fare la nanna in pace? – e andare in perlustrazione.
Cominciò da dietro casa, dal pollaio: capitava spesso che i pavoni volassero fuori dalla recinzione e andassero a spasso, magari loro sapevano cosa stava succedendo. Anche lì, però, tutti dormivano. A casa delle zie le luci erano spente, quindi di certo non erano loro a suonare. E allora chi?
Johnny Basset decise di fare sul serio, di sfoderare il suo super potere: il fiuto! Posò il naso sulla neve, si concentrò e iniziò ad annusare. Fiuta e fiuta. Fiuta e fiuta. S’inoltrò tra gli alberi da frutto, scansò le panchine e proseguì, fino a quando il suo naso non si scontrò… con uno zoccolo? Eh sì che l’ultima volta che aveva controllato, non c’erano cavalli da quelle parti!
Alzò i suoi grandi occhi color cioccolato per scrutare i nuovi arrivati: erano strani pure loro! Erano sette, con il pelo lungo – nocciola sulle zampe, la pancia e la schiena, bianco sul collo – e in testa delle corna! La prima della fila, poi, quella il cui zoccolo aveva avuto un incontro ravvicinato con il muso di Johnny Basset, aveva il naso rosso.
«Oh oh oh!» la risata catturò l’attenzione di Johnny, che trotterellò verso l’omone seduto su una… cos’era? Di sicuro non una sedia, e neanche un divano, e nemmeno un letto. Johnny Basset lo sapeva bene: in casa quei mobili c’erano, e lui li aveva già testati!
«Buon Natale, Johnny Basset!» disse l’uomo, sporgendosi e usando una delle sue grandi mani guantate per grattare le orecchie del Basset. Ora che lo osservava da vicino, il cagnolino si accorse che il vestito non era solo rosso, ma c’erano anche delle parti bianche che sembravano morbidissime – perfette per giocare – e sulla pancia pronunciata luccicavano bottoni dorati. L’uomo aveva occhi gentili e un grande sorriso.
«Io sono Babbo Natale e queste sono le mie renne. La capofila si chiama Rudolf e ha il compito più importante: scegliere in che direzione trainare la slitta.» ah, allora era una slitta, non un divano!
«Però, Johnny Basset, cosa fai ancora sveglio? Dovresti essere a nanna, come tutti i bambini e i cuccioli. Solo così posso lasciarvi i regali!» Regali? Regali! Le carte colorate della mamma! Allora era proprio la persona di cui il papà aveva parlato!
L’uomo scese dalla slitta e si avviò verso il portico, chiamando a sé il cagnolino.
«Dai forza, vieni a dormire!» e Johnny si lasciò convincere facilmente: dopotutto, la sua cuccia sembrava così calda e accogliente, rispetto alla neve del cortile!
La mattina dopo, affianco al muso di Johnny Basset c’era un pacchettino rosso, con il fiocco morbido e dorato. Era stato Babbo Natale a lasciarlo! Lo prese delicatamente in bocca, andò alla porta d’ingresso, e batté con la zampetta sul vetro, fino a quando la mamma non si accorse di lui.
«Ma come, anche tu un regalo? Dai entra, che li apriamo tutti assieme!» e così Johnny si precipitò in salotto, scodinzolando a più non posso.
Dentro la scatolina c’era una piccola famiglia di omini di pan di zenzero – c’era pure un cagnolino! – e qualche biscottino a forma di osso. Sul fondo una scritta, ricoperta da brillantini dorati:
«Buon Natale!»
Spero ti sia piaciuto il mio racconto natalizio.