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Lettura: Quel che resta del regime, di Silvia Luscia: la recensione
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Quel che resta del regime, di Silvia Luscia: la recensione

Lisa Zillio 4 anni fa Commenta! 5
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Quel che resta del regime: Percorso di memoria e coscienza nella Romania Comunista tra propaganda e persecuzione culturale-religiosa, scritto da Silvia Luscia e pubblicato da Elison Publishing, ricostruisce sotto diversi punti di vista la dittatura comunista in Romania e le sue conseguenze.

Contenuti
La pluralità di sguardi che caratterizza Quel che resta del regimeQuel che resta del regime: di cosa parlaSilvia Luscia

La pluralità di sguardi che caratterizza Quel che resta del regime

Quel che resta del regimeÈ una lettura impegnativa, da non prendere sottogamba proprio per la portata storica dell’argomento. Ma nonostante questo possa spaventare il lettore nelle prime pagine, voglio rassicurarti che non ce n’è motivo. Silvia Luscia riesce a raccontare quel che resta del regime in modo scorrevole, portando diversi punti di vista, inserendo fotografie da lei stessa realizzate e le illustrazioni di Mattia Frialdi.

Ed è forse questa la cosa che più ho apprezzato di Quel che resta del regime: la varietà, la completezza, la pluralità di sguardi. In particolare mi sono davvero piaciuti i passi scritti da Herta Muller, Premio Nobel per la letteratura nel 2009, nata nel 1953 in Romania da una famiglia che faceva parte della minoranza tedesca della regione del Banato.

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C’è però una cosa che mi ha reso un po’ difficoltosa la lettura, almeno nella sua edizione in ebook: l’uso delle note a piè pagina. Le note sono fondamentali nella comprensione del testo. Per esempio, quella su Herta Muller fornisce tutte le informazioni necessarie per capire il suo coinvolgimento, dalle persecuzioni nei confronti dei rumeni di madrelingua tedesca ai suoi primi scritti – censurati – contro il regime di Ceausescu, fino al Premio Nobel. Sono però note molto lunghe che interrompono la narrazione perché si dipanano su più pagine e quindi leggendo le note vai avanti e poi torni indietro per riprendere la storia principale e poi di nuovo avanti e indietro.

Alla lunga mi ha creato qualche fastidio, ammetto, ed è un peccato perché questo saggio merita di essere letto tutto d’un fiato. Un’idea potrebbe mettere dei box informativi, che comunque tagliano la narrazione ma in uno spazio definito e facile da leggere o saltare a seconda della nostra conoscenza sull’argomento.

Quel che resta del regime: di cosa parla

Quel che resta del regimeQuesto testo è un contributo alla conoscenza e lettura critica della dittatura comunista in Romania, anche con documenti inediti del tribunale di Sibiu. È un argomento poco trattato in Italia, anche perché parte ingente dei contributi storiografici non sono tradotti e restano rinchiusi negli stretti vincoli della loro lingua madre e degli archivi di Stato della Romania.

La ricostruzione qui presentata parte dal punto di vista di coloro  che si trovarono in Romania e che hanno condiviso una difficile cammino identitario: scrittori, poeti, sacerdoti, presunti o veri appartenenti al Movimento di Resistenza Nazionale, nonché i numerosi figli dello Stato, testimoni questi ultimi spesso passivi e inermi, ma che hanno pagato il pesante saldo della politica delle nascite voluta dal Governo Socialista. Siamo innanzi a un saggio-racconto, in cui la Grande Storia è qui solo una carta orientativa grazie alla quale il lettore ritrova i caratteri del totalitarismo, ma integrati dalle testimonianze letterarie e giornalistiche per “viverne” il senso.  

Il testo si chiude con un reportage fotografico dell’autrice in terra romena, rielaborato poi in chiave artistica dalla matita di Mattia Frialdi, illustratore del presente volume. Le immagini assumono di volta in volta carattere simbolico,  mostrando l’eredità e le contraddizioni che il regime ha lasciato in un Paese in cui tradizione e modernità cercano di integrarsi in un percorso non sempre conforme alle previsioni economico-politiche degli statisti europei.

In conclusione, consiglio di leggere Quel che resta del regime se si vuole approfondire la conoscenza sulla dittatura comunista in Romania, perché ne permette una visione da diversi punti di vista, coadiuvata da documenti e testimonianze, oltre che da fotografie e illustrazioni.

Silvia Luscia

Laureata in lettere moderne presso l’Università Cattolica di Brescia, Silvia Luscia è cultrice della materia della disciplina ICT presso la medesima Università Cattolica e docente di lettere presso diversi istituti d’istruzione superiori della provincia di Brescia. Silvia Luscia è anche ricercatrice, scrittrice e sceneggiatrice teatrale. Nel suo sito Didatticamente, puoi trovare altre informazioni su di lei oltre a materiale didattico su diversi argomenti.

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