FRANCESCA SAVINO – La terra è in pericolo
Caro iCrewer è venuto il momento di Francesca Savino e della seconda parte de La terra è in pericolo uno dei racconti presenti nella raccolta Quando il fine non giustifica i mezzi. In questi giorni, in cui ognuno sta reinventando la propria quotidianità, una storia che in futuro, forse…
Questo racconto vi farà entrare in un’atmosfera di calma e serenità. Non indugio oltre, ti auguro buona lettura!
>>>SECONDA PARTE<<<
L’inizio della fine
“Oggi saluto tutti e domani me ne vado, così la mia famiglia non è costretta a soffrire per un mio arresto.”
“Chang, io per un po’ dovrò andare via dallo Stato, ma ti ho dato comunque un po’ di soldi perché possiate finire i lavori che vi ho commissionato!”, John si congeda dai suoi amici
“John, non ti preoccupare ora di questo. Spiegami perché vuoi scappare? E’ vero hai rapinato delle banche, ma in fondo non hai mai fatto male a nessuno. Poi sei un ragazzino chi penserebbe a te? Ti prego, non partire amico! Per andare dove? Sei poco più che un bambino, come farai a vivere?”
“Chang, anch’io ti voglio bene amico, ma devo farlo se resto qui rischio di essere arrestato! Sono riuscito a rapinare delle banche, vedrai me la caverò… Ogni tanto, se puoi vai a trovare i miei genitori. Io, domani mattina, anziché andare a scuola, prenderò il treno con la destinazione più distante, poi vedrò cosa fare. Non ti preoccupare, ti scriverò! Ciao Chang, ciao Sergon!”
“Mamma, mi sono fermato in pasticceria. Per questa sera ho preso dei pasticcini. Ho preso 8 in educazione tecnica!”
“Sul serio, John, sei riuscito a prendere 8 in educazione tecnica? Voglio vedere!”
Suona il campanello, la mamma va ad aprire la porta.
“Prendi pure il disegno, apro io, sono papà e Michelle!”
Mentre la famiglia Smith si siede a tavola suona di nuovo il campanello.
“Chi sarà all’ora di cena? Vado io ad aprire!”
“Buonasera!”
“Buonasera, polizia! Lei è il signor Michael Smith?”
“Sì, sono io. Ma posso sapere cosa ci fate qui?”
“Abita qui John Smith?”
“Sì, è mio figlio, perché lo cercate?”
“Lo cerchiamo per portarlo alla centrale di polizia e interrogarlo per accertare i fatti!”
“No, aspettate un attimo… alla centrale di polizia, interrogarlo, quali sono questi fatti da accertare? Ha dodici anni!”
“Suo figlio è accusato della rapina in quattro banche, per un ammontare totale di 5 milioni di dollari.”
“Ma lo vede anche lei che è un ragazzino, alto 1 metro e 47 centimetri. Non sarebbe mai in grado di compiere un simile gesto!”
“Questo lo determineranno le indagini, contattate il vostro avvocato. Un genitore può venire con noi.”
La signora Smith è agitata e preoccupata: “Vado io con John, Michael chiama l’avvocato, il migliore! Nostro figlio non deve passare in galera neanche una notte, in mezzo ad assassini e stupratori!”
“Mamma non essere così preoccupata, non mi succederà nulla di più dei rischi già calcolati.”
“Ma cosa stai dicendo John, tu non c’entri niente e lo dimostreremo!”
Giunti al commissariato John e la mamma vengono accompagnati nella stanza degli interrogatori dove un poliziotto con una faccia paffuta e sorridente chiede: “Allora ragazzo, in quali loschi traffici ti sei invischiato?”
“Non parlo, finché non arriva il mio avvocato!”
“Ma John, diglielo che non c’entri con le accuse che ti rivolgono!”
La donna inizia a piangere, presa dalla paura e dall’ansia di non aver mai capito suo figlio! Solo dopo un paio d’ore di attesa e di pianto finalmente arriva l’avvocato.
“Signora lei ora può uscire, suo figlio è assistito dal legale!”
“Ma… io… mio figlio…”
“Signora le ho detto di uscire! Lei ha cinque minuti per parlare con il suo assistito, trascorsi i quali verrà il Capitano della polizia locale ad interrogare il sospettato!”
La signora Smith, suo malgrado, esce dalla stanza e viene accompagnata in un’altra con un vetro opaco, che le consente di vedere suo figlio.
“Grazie! Perché è così gentile?”
“Ho un figlio della stessa età e so come mi sentirei e in cosa spererei! Per me i capi si stanno tutti sbagliando, con quel viso lì… una rapina! Ah ah ah!”
“Grazie! Lei è un buon uomo! Ma secondo lei si sta mettendo male?”
“Non so cosa dirle… aspettiamo il corso delle indagini!”
Trascorsi alcuni minuti dall’arrivo dell’avvocato, il Capitano entra: “Allora, ragazzo fino adesso abbiamo scherzato, ora si fa sul serio. Io sono il Capitano della Polizia locale. Tu hai commesso, secondo le nostre indagini, quattro furti, per un totale di 5 milioni di dollari, pari a circa 9 milioni di changos. Abbiamo già controllato con la tua scuola, le mattine dei furti tu eri assente. Cos’hai da dire a tua discolpa?”
“Ciò che ho fatto, aveva una motivazione superiore!”
“Quindi ammetti di essere tu il rapinatore, ma non vuoi dire per cosa sono stati usati i soldi… beh, poco importa, il reato c’è. Hai commesso un reato, ripetendolo per ben quattro volte, quindi sarai processato come un adulto.”
“Mi scusi Capitano, non crede di esagerare? È solo un ragazzino!”, si intromette l’avvocato per trovare un accordo.
“Io non esagero mai!”
“Arrestalo e mettilo in cella fino al processo!”.
“Mi scusi Capitano, sono la madre, potrebbe stare con me fino al processo, le do la mia parola che non scapperà!” La madre tenta di evitare l’arresto del figlio, poiché il solo pensiero che passi la notte in cella le provoca un attacco di tachicardia.
“Ho detto che sarà arrestato e rimarrà in cella fino al processo!”
“Quando c’è un posto in tribunale?”
“Lunedì alle 13,00 Capitano!”
“Questa mattina?” chiede la mamma speranzosa che la situazione si risolva velocemente.
“No, signora, tra una settimana!”
“Una settimana in cella… il mio bambino!”
“Signora, questa è una centrale di polizia, non lo studio di uno psicologo. Starà bene. Se verrà dimostrata la sua innocenza resterà in cella solo qualche giorno, in caso contrario sarà il giudice a stabilire la pena adeguata!”
Il Capitano è inflessibile, indipendentemente dall’età del colpevole.
“In cella qualche giorno… mio figlio! E’ innocente!”
“Mamma, vai a casa, ci vediamo lunedì in tribunale!”
Il processo
“Tutti si alzino in piedi, sta per entrare il giudice John Justice.”
“La giuria si presenti al sottoscritto e di seguito l’imputato.”
“Mi chiamo John Smith, 12 anni, studente!”
“Tutti seduti. L’avvocato dell’accusa illustri la situazione.”
“Giudice e signori della giuria, John Smith è accusato di quattro furti in quattro banche. Ha commesso un reato penale per ben quattro volte, come dimostreranno gli interrogatori, quindi chiediamo che venga giudicato e processato come adulto!”
“L’avvocato della difesa, cosa risponde?”
“John ammette i reati a lui ascritti, ma continua ad affermare di averlo fatto per un bene superiore!”
L’accusa chiama alla sbarra la Preside della scuola dove John frequenta la seconda media.
“Preside, lei può confermare che le mattine in cui sono avvenuti i furti alla banca di Redstone, Brownstone e Stone John Smith non era presente a scuola?”
“Lo confermo, nei registri degli insegnanti è segnato assente!”
“La difesa può contro interrogare il teste”
“Come descriverebbe John Smith?”
“Un ragazzo serio, disponibile, studioso, attento, responsabile!”
“Grazie, può tornare a sedersi!”
“L’accusa chiama a testimoniare il tecnico che ha analizzato i video!”
“Dalle analisi da lei effettuate direbbe che la corporatura dell’imputato corrisponde?”
“Sì, la corporatura dell’imputato corrisponde a quella delle riprese video!”
“La difesa può contro interrogare il testimone”
“Dalle analisi da lei effettuate quella corporatura corrisponde a molti ragazzi dell’età di John?”
“Sicuramente è una corporatura media per un ragazzo della sua età!”
“L’accusa ha finito i test, si riserva in futuro!”
“La difesa può chiamare i suoi test!”
“La difesa chiama il signor Chang a testimoniare”
“No, lui no! Non dovevi chiamarlo!”
“John, io sono pagato dai tuoi genitori per difenderti ed evitarti la galera o peggio!”
“Signor Chang, lei mi ha detto che è in grado di spiegare il perché John abbia fatto quei furti!”
“John era seriamente preoccupato per la situazione climatica! Mi ha trovato per caso, una mattina ha conosciuto me e Sergon” e mostra delle foto.
“Cioè… lei vuole dirci che i furti erano per quel coso? E cosa c’entra con la situazione climatica?”
“Giudice, le mie parole non servirebbero a niente, è possibile vedere un video?”
“Un attimo che ci organizziamo! Mi portate una televisione per collegare il cellulare e un pannello per la visione?”
“Subito giudice!”
Un cancelliere entra dopo 2 minuti con il pannello per la visualizzazione e una televisione dove collegare il cellulare del signor Chang.
Si vedono le immagini di Sergon che mangia la carne, poi, dalla sua bocca inizia ad uscire una lingua di fuoco con colori strani, si bruciano, così, i rifiuti della plastica; l’immagine successiva è Sergon che, dopo aver mangiato un bel po’ di carne, spara una lingua di fuoco con colori strani e brucia i rifiuti del secco.
Molte persone della giuria iniziano a lacrimare. I giurati e il giudice assistono, quindi, al terzo miracolo dove Sergon dopo aver mangiato un bel po’ di pesce spicca il volo, inizia a sputare acqua verso l’alto, che si nebulizza verso il cielo. I giurati non capiscono, fino a che, accelerando il video intuiscono che quel “coso” sta chiudendo il buco dell’ozono.
L’ultima immagine è una specie di sacchetto che galleggia sull’acqua, muovendosi assorbe i rifiuti del mare e lascia uscire l’acqua per osmosi.
La giuria è tutta in lacrime.
“La difesa ha terminato.”
“Anche l’accusa ha terminato”
“Signori vi invito a fare l’arringa finale, poi mi ritirerò con la giuria per deliberare!”
“Signore e signori della giuria, la difesa ha tentato di farci vedere un video commovente, ma qui siete chiamati a giudicare secondo la legge. John è colpevole, per sua stessa ammissione! A voi, la sentenza!”
L’avvocato della difesa, controbatte: “Quello che avete visto non era solo un video commovente, era la verità. Abbiamo un mondo migliore grazie all’intraprendenza di John. A voi, la sentenza!”
“Signori, ci ritiriamo a deliberare!”
La giuria si ritira in camera chiusa. Il giudice prova a esprimere il suo parere, sperando che coincida con gli altri così da concludere velocemente il processo: “Signori, il ragazzo ha ammesso di essere colpevole, direi che non c’è molto da discutere!”
“È vero… è colpevole, ma non possiamo processarlo come un adulto!” risponde uno dei giurati.
“Per me non è colpevole, ha solo fatto qualcosa che molti di noi non avevano il coraggio di fare!” controbatte un altro.
“È vero, è colpevole, il furto c’è stato, ma un po’ di riformatorio sarebbe più che sufficiente!” le opinioni dei giudici sono le più diverse.
Le discussioni continuarono per molte ore, il giudice fu costretto a chiedere delle stanze per dormire, assicurandosi che non ci fosse nessuna interferenza dal mondo esterno.
La sentenza
“John Smith, si alzi! La giuria e il giudice hanno deciso, non all’unanimità! Lei è stato giudicato colpevole dei reati di furto nelle quattro banche, per un totale di 5 milioni di dollari. La legge è uguale per tutti e secondo il nostro codice civile il fine non giustifica i mezzi. Per tanto la condanno, John Smith, a 2 ergastoli, uno per ogni 2 furti. In virtù del fatto che non sono scontabili in una vita, condanno John Smith alla pena di morte. Ha capito la sentenza?”
“L’ho capita e sono pronto!”
“Mio figlio!!!!!” La signora Smith si dispera.
“Non lo possono fare, ricorreremo in appello!”
“Mamma, non ti preoccupare per me, muoio sapendo che ora c’è un mondo migliore. Un mondo dove si è capito come smaltire la plastica, facendo un combustibile a basso costo, come smaltire i rifiuti di secco, facendo un combustibile per le auto, un mondo dove l’aria sarà più respirabile, perché ora non c’è più il buco sullo strato di ozono, dove si riformeranno i ghiacciai e la natura tornerà a vivere, dove i mari e gli oceani sono puliti! Io sono felice, perché lascio alle popolazioni future un mondo migliore!”
La pena di morte per John Smith è stata applicata il 22 aprile 2050. Da allora, in questa data si celebra “La giornata della terra” e tutti rendono omaggio a John Smith e ai miracoli che ha compiuto!
Questa è solo una leggenda: Chang e Sergon purtroppo non esistono E neanche John.
La giornata della terra si celebra dal 1970!
Esiste però Greta Thunberg. Non è una bambina come tutte le altre: ha la sindrome di Asperger, patologia che crea problemi a rapportarsi con gli estranei. Questo la rende ancor più speciale! Nonostante questa patologia lei tutti i sabati manifesta davanti al parlamento svedese, parla ai politici al solo scopo di sensibilizzarli di fronte al grave problema ambientale.
Con la stesura di questo racconto si spera di aver smosso qualche animo.
>>>FINE<<<
A domani con un altro racconto sa Quando il fine non giustifica i mezzi