La prima stesura di Prigioniera Libera nasce negli anni 2008/09 dal bisogno interiore della pianista e compositrice Anna Dari di esprimersi, oltre che con la composizione musicale, anche attraverso la parola, riprendendo quella giovanile vena poetica abbandonata da decenni nel cassetto.
Ho raccolto in rete questa informazione cercando di conoscere meglio Anna Dari, autrice di Prigioniera Libera 2.0, auto pubblicato il 30 Aprile 2020 e ho capito il perchè del 2.0. In realtà mi aveva molto incuriosito già dal titolo l’uso di questa dicitura.
I linguaggi moderni mutuano spesso dalla tecnologia termini che estendono a situazioni che di tecnologico non hanno niente: un libro non è tecnologia ma può diventare 2.0 se il suo autore lo “rivede e corregge”: così è successo per Prigioniera Libera 2.0 di Anna Dari.
Prigioniera Libera 2.0 è un libro articolato. Nota bene: uso il termine generico di libro perchè confesso non saprei davvero come definirlo. Non posso usare la parola romanzo, in quanto non è un romanzo nell’accezione comune del termine; non posso usare il termine raccolta di poesie pur essendo la poesia molto presente nell’opera, perchè il libro non è solo una raccolta di poesie: quindi, ho scelto di definire Prigioniera Libera 2.0 un’autobiografia e non so se l’autrice (o tu lettore che lo leggerai) si troverà concorde con la mia definizione oppure se le andrà un po’ stretta.
Come spesso mi trovo a puntualizzare, ribadisco che una recensione è solo un parere personale che può essere o meno qualificato, che può o meno trovare concorde chi legge, che può o meno piacere. Resta un parere basato sui gusti personali. Punto.
Prigioniera Libera 2.0, un ossimoro nel titolo
La scelta del titolo Prigioniera Libera racchiude una figura retorica usata in poesia che prende il nome di ossimoro. L’ossimoro è per definizione una figura retorica consistente nell’accostare, nella medesima locuzione, parole che esprimono concetti contrari. Quindi la contraddizione del titolo potrebbe essere il fil rouge di tutto il libro. È un’ipotesi. Oppure l’ossimoro potrebbe indicare la condizione umana di Anna Dari. È un’altra ipotesi.
Di fatto Prigioniera Libera 2.0 è un libro che racchiude una storia, la storia personale di Anna Dari: la sua condizione di vittima della depressione, una malattia che può diventare invasiva ed invalidante e non lasciare scampo; una malattia che rende prigionieri di sé stessi se non si cerca e trova, nella propria interiorità, la libertà in una via di fuga per reagire. Anna Dari trova nella scrittura, nella musica e nella poesia la sua libertà, la cura per uscire dal tunnel, per evadere dalla prigione della sua depressione.
Vuole liberarsi dal carcere della depressione Anna Dari e lo fa come può e come sa: lo fa attraverso le opportune cure mediche; lo fa ricorrendo alla musica e componendo melodie struggenti (che ho gustato) di cui l’autrice consiglia l’ascolto citandone i titoli nel libro; lo fa raccontandosi in prima persona in Prigioniera Libera 2.0; lo fa componendo parole che somigliano alla poesia; lo fa con la pittura, altra sua modalità di cura. Sono i suoi modi, sono le sue inclinazioni che la aiutano a guarire, a passare dalla condizione di prigioniera a quella di libera.
[…] l’artista inizia un viaggio introspettivo dentro la sua sofferente anima iniziando a scrivere piccoli testi poetici abbinati ai brani pianistici, con un “operazione mentale a ritroso”, riportando cioè la mente e il cuore esattamente nello stato d’animo in cui lei stessa aveva composto la musica. Nascono così le sue prime poesie, e poi una dopo l’altra, tutte le altre non più abbinate necessariamente alla musica ma ai momenti di vita più intensi legati al suo quotidiano.
Non posso definire poesia i componimenti di Anna Dari in Prigioniera Libera 2.0: sono piuttosto piccoli intervalli fra i racconti delle reali vicissitudini dell’autrice, sono incisi scritti in forma di poesia fra i dolori della sua anima e le difficili vicende che la vita non nega a nessuno. Sono sfoghi dell’anima e fanno bene, diventano curativi se chi li porta dentro come un macigno, trova il modo di sputarli fuori. È la cura per quel male oscuro che la medicina moderna chiama depressione. La poesia, con tutto il rispetto per il dolore e la grande sensibilità dell’autrice, è altro.
Se posso permettermi un piccolo appunto, senza voler interferire con la creatività della nostra autrice, io separerei nettamente la musica, la prosa e la poesia. Lasciando da parte la poesia, Prigioniera libera 2.0, potrebbe diventare una vera e propria autobiografia. La parte in prosa è scorrevole, fluida, godibile. Una storia vera, raccontata in prima persona, una testimonianza reale che potrebbe aiutare ad uscire dal tunnel della depressione le tante persone che ne sono vittime.
Da patita musicofila invece, da ascoltatrice compulsiva di musica e affini non addetta i lavori, alla Anna Dari compositrice darei un 110 e lode! Fra l’altro la nostra autrice in qualità di compositrice ha ricevuto parecchi riconoscimenti e quindi il suo valore è indiscusso.
Anna Dari, chi è…
Diplomata in Pianoforte presso il Conservatorio A. Vivaldi di Alessandria, Anna Sfregola in arte Dari, dopo una iniziale attività concertistica, per 18 anni si dedica esclusivamente all’insegnamento.
Appassionata di musica jazz insegue per molti anni il sogno di improvvisare al pianoforte: nel Luglio 2007, a causa (o per merito?) di un profondo stato depressivo, il sogno diventa realtà e compone a memoria il primo brano Broken heart (Cuore in frantumi), dal sapore blues. In seguito arrivano altri brani che riscuotono il consenso del pubblico e della critica.
A Torino, presso il Teatro Orpheus l’8 marzo 2014, in occasione della Festa della Donna, Anna Dari partecipa al Concerto Mozart e le donne durante il quale esegue i brani, La Forza della vita nella versione per piano e orchestra d’archi e Una carezza per Chiara per violoncello e piano, dedicato quest’ultimo a tutte le bambine e le donne vittime di violenza sessuale.
Contemporaneamente scrive una raccolta di poesie dal titolo Suoni e Colori dell’anima da cui sono tratte le poesie che Anna collega ai brani musicali, creando così una commistione tra musica e poesia. Dal 2015 all’estate 2017 un lungo periodo di crisi e silenzio compositivo. In seguito compone Assolo e Sognando il mare, brani più intimi e minimali. Nel marzo 2018 riprende a suonare dal vivo e nell’ottobre dello stesso anno pubblica il primo EP, Dreaming with Annie.