Premio Campiello 2020, la cinquina finalista
Patrizia Cavalli con Con passi giapponesi, Einaudi Edizioni
Sandro Frizziero con Sommersione, Fazi Editore
Francesco Guccini con Trallumescuro. Ballata per un paese al tramonto, Giunti Editore
Remo Rapino con Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, Minimum Fax Edizioni
Ade Zeno con L’incanto del pesce luna, Bollati Boringhieri Edizioni.
Un Premio Campiello particolare quello di quest’anno: gli invitati ufficiali sono stati circa 1400 tra ospiti istituzionali, rappresentanti del mondo imprenditoriale, della cultura e delle case editrici. Non saprei dirti invece quanti, come me, hanno seguito la diretta in streaming. Sicuramente siamo stati parecchi. Accomunati oltre che dalla curiosità anche dalla speranza che la connessione non saltasse. Di fatto si è comportata bene, non è saltata. Brava pure la connessione!
La cerimonia di ieri sera ha visto, prima della proclamazione del primo classificato, i cinque finalisti premiati a vario titolo. I premi previsti dalla Fondazione Il Campiello sono stati offerti dall’Associazione degli Industriali Veneti. E non ti nascondo che è stato insolito e malinconico vedere, di volta in volta, i premiati a debita distanza da chi avrebbe dovuto consegnare loro il premio, premi che di fatto non sono stati consegnati, causa le solite norme anti-covid. Strano a raccontarsi ma sopratutto a vedersi: il covid, maledetto virus, ha davvero stravolto la normale prassi di questo tipo di cerimonie e non solo.
Nella diretta streaminng di ieri sera, è stato proclamato anche il vincitore del Campiello Giovani. Assegnato quest’anno ad una ragazza, Michela Panichi, autrice di Meduse: vent’anni, tanta voglia di scrivere e la dedica della vittoria alla nonna. E anche se per ovvi motivi di spazio devo essere sintetica, non posso omettere che il Premio Speciale alla Carriera della Fondazione Il Campiello, è stato attribuito quest’anno ad Alessandro Baricco.
Premio Campiello: un po’ di storia
Nato nel 1962, in Veneto grazie all’impulso della famiglia Valeri Manera, è un’iniziativa degli industriali veneti. Dal 1966 è stata istituita la sezione Campiello Giovani, riservata a giovani scrittori di età compresa tra i 15 e i 22 anni.
Nella sua lunga storia, il Premio Campiello, ha visto confermato il successo di pubblico e di critica ed è diventato uno dei più prestigiosi premi italiani. E, a proposito, vorrei farti conoscere le tappe fondamentali che, annualmente seguono ogni anno lo stesso schema:
1) Redazione del regolamento
2) Conferenza stampa di presentazione
3) La selezione della cinquina finalista
4) Cerimonia di premiazione del vincitore che si tiene a Venezia, ed è un appuntamento esclusivo, rigorosamente su invito. Nel corso della cerimonia viene espletato lo spoglio dei voti e proclamato il vincitore.
Piccola curiosità: il nome “campiello”, tipico spazio della vita pubblica veneziana, sottolinea sia la partecipazione di una giuria ‘popolare’ per la scelta del vincitore, sia il legame con Venezia. Il Premio è promosso e gestito dalla Fondazione Il Campiello, composta dalle Associazioni Industriali del Veneto e dalla loro Confindustria regionale. Nel corso degli anni è diventato uno dei più importanti riconoscimenti nel panorama delle competizioni letterarie italiane. È un esempio di riuscita e strategica connessione tra mondo dell’impresa e della cultura.
La formula del Campiello
Il meccanismo per giungere al vincitore garantisce trasparenza e autonomia di giudizio da parte dei giurati. Prevede una duplice giuria.
La Giuria dei Letterati, formata da personalità rappresentative del mondo culturale italiano, seleziona i cinque finalisti, in occasione della Cerimonia di Selezione. Ad essa spetta anche l’assegnazione del Premio Campiello Opera Prima e la scelta del vincitore del Campiello Giovani. Il Presidente cambia ogni anno, è una personalità di rilievo del mondo della cultura, ma non legata al mondo letterario ed editoriale.
Alla Giuria dei Trecento Lettori spetta il compito di decretare il vincitore assoluto. I giurati vengono selezionati sul territorio nazionale in base alle varie categorie sociali e professionali, cambiano ogni anno e i loro nomi rimangono segreti fino alla Cerimonia di Premiazione finale; ogni componente può partecipare ad una sola edizione.
Mentre seguivo ieri sera immaginavo, quasi empatizzando con loro, la tensione e l’emozione dei cinque finalisti: un libro, un romanzo, una storia raccontata costa ore e ore di scrittura, di correzioni, di ripensamenti, di parole scelte ad arte e collocate nei posti giusti: quasi un’opera architettonica costruita a poco a poco, parola dopo parola, frase dopo frase.
Immagino che vedere la “propria creatura” apprezzata da altri, esperti, addetti ai lavori, semplici lettori, o premiata sia la ricompensa alla tanta fatica, ai giorni e alle notti passati a pensare e a scrivere. Scrivere è anche passione per fortuna e meno male! Penso che non si possa fare lo scrittore, piuttosto si è scrittori. c’è differenza.
Premio Campiello, il vincitore
Sul finire della serata, l’ultimo atto: veloce e sbrigativo in verità. Spogliate tutte le schede non resta altro che ascoltare dalla voce del Presidente di Giuria la classifica finale. Che puntualmente arriva partendo dal basso: il quinto posto è per l’unica donna presente nella cinquina finale, Patrizia Cavalli con Con passi giapponesi, Einaudi Edizioni; al quarto si classifica il mio preferito fra i cinque, ti ho fra l’altro segnalato il suo ultimo libro prima che entrasse a far parte della rosa finale del Premio Campiello, Francesco Guccini con Trallumescuro. Ballata per un paese al tramonto, Giunti Editore. E vabbè come ho scritto sopra: cuore ed intuito non sempre vanno d’accordo.
Terza posizione del Premio Campiello 2020 per Ade Zeno con L’incanto del pesce luna, Bollati Boringhieri Edizioni; mentre la seconda postazione tocca a Sandro Frizziero con Sommersione, Fazi Editore. A questo punto, se ricordi la cinquina finale, il primo posto è deducibile: rullo di tamburi (che non c’è stato ma io l’ho immaginato) ed applausi a scena aperta per Remo Rapino con Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, Minimum Fax Edizioni.
Puoi anche non crederci ma già dai primi risultati avevo intuito che Remo Rapino potesse essere il possibile vincitore: quasi sempre posizionato fra le due prime postazioni nei risultati parziali che la Giuria forniva. Non è che ho impiegato tanto intuito a capirlo!
Ti ho proposto uno pseudo reportage chilometrico, caro lettore e finisco qui adesso, con la promessa di approfondire meglio i contenuti dei libri premiati. Consentimi di lasciarti con le impressioni a caldo del vincitore del Premio Campiello 2020, Remo Rapino che, oltre a dire: –Sono felice di essere felice-, immagina di dare voce a Consiglio Liborio lo strano protagonista del suo romanzo, che così avrebbe commentato:
… è stata ‘na bella cosa vagliò!