Quale sarà la nostra nuova normalità nel post COVID-19? Nessuno lo sa con sicurezza. L’unica certezza, forse, è che la normalità a cui aspiriamo non sarà quella di prima. Il distanziamento sociale, il lavoro da remoto, la contrazione dell’economia, l’aver sperimentato una nuova gestione della famiglia e del nostro tempo, il ridimensionamento del nostro spazio d’azione, la convivenza forzata con qualcosa di impalpabile ma letale come un virus, la necessità di venire a patti con la paura, anche per i più piccoli. Sono tutte esperienze che ci hanno profondamente cambiato.
E se la fame di socialità è aumentata nella stragrande maggioranza di noi, siamo anche più consapevoli di quello che questa quarantena ci ha permesso di fare e a cui non siamo più disposti a rinunciare.
Ma non ci sono strade certe da percorrere in questo percorso, e allora, come si può fare?
Le 44 idee di Be Unsocial per il nostro post COVID-19
La rivista di antropologia digitale Be Unsocial – che si occupa di mappare i territori della Rete e i comportamenti degli esseri umani attraverso la tecnologia e i linguaggi che vengono usati nelle relazioni sociali – ci dà una sua personale risposta. Ha riunito in questo ebook dal titolo Back to the Future, scaricabile gratuitamente dal loro sito, le idee di 44 intellettuali tra umanisti, narratori ed esperti di comunicazione. 44 idee, 44 riflessioni, 44 possibili itinerari per uscire e vivere nella nostra nuova normalità che, a breve – si spera –, sarà alle porte.
Alcuni estratti dall’ebook Back to the Future
“La mia sensazione in questi giorni è questa, un ruotare vorticoso in cui le cose essenziali sono ferme. Un cambiare tutto in cui in realtà non cambia niente, non i fondamentali almeno.” – Gaia Passamonti, Pensiero visibile.
“L’urbanistica postpandemica dovrà ripensare le città come ecosistemi circolari non dissipatori, tornando in omeostasi con il pianeta.” – Maurizio Carta, professore ordinario di urbanistica all’UniPa.
“Quando la comunicazione riconquisterà il dominio dei nostri corpi, auspico che rimanga in tutti noi la coscienza dell’importanza dell’uso consapevole delle parole; non giuste a priori, ma in base al contesto, agli interlocutori e alle nostre intenzioni.” – Vera Gheno, sociolinguista
“Andrà tutto bene se lo faremo andare bene.” – Michela Locati, creative strategist
“Una delle tante cose che ci stanno trasformando e che credo rimarrà a lungo, anche quando torneremo alla (nuova) normalità, riguarda il nostro mutato rapporto col tempo.” – Michele Boroni, comunicatore.
Ma perché questo titolo?
Il titolo è un omaggio all’omonimo film, Ritorno al Futuro, e, in particolare, a questa frase che Doc dice a Marty McFly: “Strade? Dove andiamo noi non servono strade!”. E forse è così anche per noi: non ci servono strade come quelle che siamo abituati a vedere per affrontare il post COVID-19, ma nuove rotte che una DeLorean possa percorrere con la leggerezza di cui parlava anche Italo Calvino nelle sue Lezioni Americane.
L’indice di Back to the Future, per il nostro post COVID-19
Accettare il caos — Alessandro Garofalo
I giorni migliori della nostra vita — Andrea Natella
Tutto cambia, niente cambia — Gaia Passamonti
Prove di futuro — Paola Borrione
È l’ora delle città circolari — Maurizio Carta
Benvenuta vulnerabilità — Raffaele Boiano
Dichiarazione di indipendenza da internet — Valerio Bassan
Post sbronza da celebrity culture — Timothy Small
Conservare la centralità delle parole — Vera Gheno
Siamo testimoni del nostro futuro — Lea Iandiorio
Più di prima — Hamilton Santià
La rosa sentinella — Alberto Albertini
Tutto passa — Luca Iaccarino
La fisicità dei musei — Valentina Manganaro
Educazione alla morte — Davide Sisto
Come gli animali — Flavio Stroppini
Rivendicazioni e balconi — Michela Locati
Al luna park della tecnologia — Annalisa D’Errico
Mens sana — Domitilla Pirro
Porte aperte — Jacopo Franchi
Un minuto a mezzanotte — Gloria Puppi
La narrativa del virus — Alice Siracusano
Il migliore dei momenti — Giuseppe Mazza
Il tempo nuovo dei contenuti — Michele Boroni
Meno ricchi, più pazienti — Cristiano Carriero
Esploratori digitali — Andrea Morbio
La stagione 2020 — Agnese Vellar
O cambiamo o ci estinguiamo — Alessio Romano
Convivo ergo sum — Cristina Cassese
Un paio di occhiali — Nicole Romanelli
Ho scoperto di non essere necessario — Dino Amenduni
Cambiare i comportamenti individuali — Alessandro Avataneo
Un gradito ritorno alla lentezza — Francesco Gavatorta
Il lievito della consapevolezza — Alessandra Chiappori
Pensare al futuro sarà un metodo — Enrico Ratto
La cartografia diventerà irrinunciabile — Ferdinando Morgana
Niente sarà più come prima!!1!1! — Paolo Borraccetti
Ode all’indipendenza dall’ambito — Mafe De Baggis
Virus is punk — Livio Milanesio
Che storie scriveremo — Alessio Cuffaro
Media virus — Simone Arcagni
Convivere con l’incertezza — Bruno Mastroianni
Come biglie nell’aria — Leonardo Staglianò
E dopo, chissà — Paolo Iabichino
L’autore della copertina è l’illustratore Francesco Poroli.