A duecento anni dalla sua nascita, L’infinito coinvolge ancora. La celebrazione dei versi di Giacomo Leopardi, vede migliaia di ragazzi e adulti, coinvolti in un flash-mob: dall’ottocento al duemila il salto può essere breve, se è poetico.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di la da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
(L’infinito, Canti, XII, Giacomo Leopardi)
Pensa ad una folla di studenti e adulti che in molte piazze, strade, scuole e cortili d’Italia, il 28 Maggio scorso, alla medesima ora, tutti insieme, secondo il rito dei moderni flash-mob, recitano questi conosciutissimi, “antichi e sempre nuovi”, versi di Giacomo Leopardi; immagina che queste voci siano arrivate anche alle orecchie di “Giacomo dolce, cantore di Silvia”, lì, dove si trova adesso, nell’Olimpo riservato ai poeti di razza pura. Prova ad immaginare la sua reazione, altro che “il cor non si spaura”! Si sarà chiesto con stupore…“e che fu”? (così, alla siciliana anche se lui era marchigiano) Ma, forse, poi avrà timidamente sorriso imbarazzato, i grandi poeti, quando non sono vati istrionici e aulici (come D’annunzio, per esempio), sono schivi, riservati e si stupiscono se qualcuno li ammira pubblicamente. E pensa ancora alle intere generazioni che in duecento anni hanno apprezzato, provato emozione, commozione e stupore, leggendo, studiando, analizzando e commentando questi versi… e non dirmi che non hai mai usato, per celia o per concretezza, l’espressione “e il naufragar m’è dolce in questo mare”, almeno una volta nella vita… Perchè, è vero, la poesia pura non ha ne tempo ne spazio, invade anche il quotidiano e non è giovane ne vecchia, non conosce limiti e confini, se non quelli mentali di chi non la gradisce.
Due secoli e non dimostrarli, l’elisir di lunga vita inglobato in endecasillabi sciolti, allitterazioni, assonanze ed enjambement (non ti spiego adesso il significato di questi termini tecnici, magari lo farò in un’altra occasione, se vuoi, puoi trovarlo consultando un semplice vocabolario) che pur nel limite di un linguaggio a noi distante, rendono questi versi attualissimi. La contemplazione nel silenzio della solitudine, il dialogo interiore con l’io più profondo dove risiedono le emozioni più vere e pure, il senso dell’eterno ripetersi del tempo, il ritmo lento dei pensieri che annegano nel mare dell’immensità…. e potrei ancora trovare decine di parole e frasi per descrivere ciò che questa lirica esprime: altri lo hanno fatto e lo faranno ancora, meglio e più di me: i versi di Giacomo Leopardi non hanno certo bisogno di essere spiegati da una semplice estimatrice della poesia, quale posso essere io. Aggiungo semplicemente che L’infinito è il più famoso dei Canti, il dodicesimo per l’esattezza e comparve per la prima volta nella rivista bolognese “Il nuovo raccoglitore”, per poi confluire nella raccolta dei Canti nel 1831, tra i Piccoli Idilli. Inutile aggiungere qui notizie sulla biografia del poeta più famoso d’Italia: la sua vita, i suoi dolori e le sue passioni, raccontati da due secoli, non hanno segreti, se non quelli che lui stesso ha custodito nel suo cuore, quando ancora gli batteva in petto. Anzi, se vuoi conoscere qualcosa in più ti rimando all’articolo relativo al Parco Letterario a lui dedicato, curato da una nostra redattrice, Anna Francesca.
L’originale trovata del flash-mob (raduno di persone convocate in un luogo pubblico, tramite internet, e-mail o sms per inscenare un’azione insolita e poi disperdersi rapidamente) per celebrare il bicentenario de L’infinito, è venuta ad una discendente diretta di Leopardi, la Contessa Olimpia Leopardi che, con il Ministero per la Pubblica Istruzione, la collaborazione di Casa Leopardi, la RAI e il Comune di Recanati, ha organizzato i festeggiamenti per l’illustre compleanno, coinvolgendo più di 2.800 studenti ad una collettiva lettura dei celebri versi, proprio nella Piazzola de Il Sabato del villaggio, sulla quale si affaccia la casa di Giacomo Leopardi e lungo tutto il centro storico di Recanati, sua città natale.
All’iniziativa si sono uniti migliaia di ragazzi e adulti in tutta Italia: istituti scolastici, biblioteche, piazze e strade idealmente e simultaneamente uniti per recitare i versi eterni de L’infinito. Questa nostra terra italica, quando vuole, sa trovare l’unità e se serve la poesia a realizzarla, ben vengano i poeti e i versi. Siamo o non siamo un popolo di poeti, navigatori e santi? E se abbiamo un po abbandonato le esplorazioni in mare perchè non c’è più niente da esplorare e la santità è diventata sorpassata e poco moderna, ci resta solo la poesia, forse, a rendere migliore l’esistenza.