Poesia e musica per il nostro incontro di oggi, un connubio perfetto, per esprimere quanta bellezza ci può essere fra note e parole… (e dopo le poesie Pop, quelle Jazz…)
Poesia e musica, sono da sempre un binomio che procede a braccetto, come amore e sesso, come giustizia e libertà, come amicizia e lealtà: possono esistere da soli ma se sono insieme è meglio.
Da ragazzina (era il periodo delle radio libere rabberciate con mezzi di quasi fortuna, tenute in vita con tutto il trasporto e la voglia di riuscire a trasmettere via etere che si ha da giovani neofiti del microfono e delle amplificazioni), curavo un programma radiofonico di musica e poesia (ebbene si, la passione per entrambe si perde nella notte, se non dei secoli, degli anni) all’avanguardia per quei tempi e per un paese a Sud del Sud, come il mio: ricordo che era seguito, anzi addirittura aspettato. Era, probabilmente, oltre uno spazio radiofonico nuovo ed insolito, un piccolo angolo di bellezza, a cui tanti dedicavano un po del loro tempo e della loro attenzione, magari soltanto per attingerne serenità. Certo mi dirai: “a che servono musica e poesia in un mondo che mira e mette in rilievo solo il profitto?” “A niente”, posso risponderti, “a niente che sia solo materiale o utilitaristico ma, tolta l’aridità di queste due cose, sono il resto. Sono tutto il resto di cui è fatto l’animo umano, nella sua più alta espressione.”
Perchè la musica può essere poesia e la poesia è fatta di musicalità e non soltanto da un punto di vista strettamente tecnico, tutto questo un musicista-poeta di fama internazionale come Paolo Fresu, deve averlo non soltanto capito benissimo ma addirittura trasformato in una raccolta di pensieri, poesie e frasi dal titolo Poesie jazz per cuori curiosi, edito da Rizzoli, con le fantasiose illustrazioni di Anna Godeassi, pubblicato nel Novembre 2018.
Paolo Fresu è un trombettista sardo, bolognese di adozione, sposato ad una violinista, con la passione per la musica jazz nel sangue, passione che lo ha portato a suonare nei teatri di tutto il mondo con il suo Quintet, un gruppo di musicisti che lo accompagna. Numerosissime le collaborazioni con artisti e musicisti di fama internazionale, come numerosi sono i premi e i riconoscimenti che gli sono stati conferiti in giro per il mondo.
“Quale può essere il senso dello scrivere per un jazzista? Nel mio caso credo sia l’innata curiosità verso due linguaggi diversi -la musica e le parole- che si annusano e si toccano. Un intenso bisogno di raccontarmi […] Musica e parole convivono, non solo nell’architettura di una canzone o di un’opera ma nel quotidiano, fatto di suoni e di espressioni verbali…” e non ci può essere spiegazione migliore di questa che lo stesso autore da, per chiarire il concetto del suo poetare e del suo fare musica.
pOESIA è SUONO
SUONO CHE COLPISCE E ABBAGLIA
COLPISCE NELLO STOMACO
COME UN PUGNO
Due linguaggi, la musica e la poesia che, per il musicista-poeta, si alimentano e si completano a vicenda, vanno a braccetto, come scrivevo io all’inizio.
Poesie jazz per cuori curiosi, è concepito da Paolo Fresu, come una serie di riflessioni, di pensieri, di suggestioni, appuntati su fogli qualsiasi, durante i suoi spostamenti in treno o in aereo: “Sono i testi possibili di un album improbabile di un musicista che suona la tromba…[…] Ho sempre scritto. Scrivere è come suonare.”
La creatività di un artista si esprime con ogni mezzo e, in fondo, sia il linguaggio musicale che quello poetico sono e restano un modo per comunicare le sensazioni più intime, un modo di dare voce all’anima: Se non fosse nel nostro cervello,/ dove sarebbe il nostro pensiero?/ Forse nel cuore?/ Oppure nello stomaco?/ E se fosse nelle gambe?/ Sarebbe in movimento./ Capace di correre e scalare./ Capace di saltare e prendere il volo./ Un pensiero che si arrampica ostinatamente/ e che a volte cede il passo.
Con la speranza di non averti annoiato, ti rimando al prossimo venerdì con questo spazio di piccola bellezza spicciola e i miei consigli di lettura: dopo le Poesie Pop di Stefano Buzzi, le Poesie jazz di Paolo Fresu, ci stavano… o no?
Tu non annoi , Pina….sai parlare di poesia molto bene e quella di oggi è una recensione doc..per una come te che si circonda di poesia e poeti.
Sì, il binomio misica/ poesia è da sempre apprezzato e tanti cantautori vengono definiti poeti..la musica è un veicolo diretto e veloce. La poesia è davvero come dice Fresu ” il bisogno di raccontarsi” di esprimere emozioni e sensazioni che arrivano a chi ascolta e se tutto è accompagnato da bella musica…l emozione arriva!!!
Sono molto gratificata dal tuo commento Susi, sopratutto perché so che viene da una persona attenta e sensibile come te.
Come ben dici, i cantautori, (non tutti, consentimi) italiani e non, possono ben definirsi poeti.