Una nuova rubrica che parla un linguaggio antico e sempre nuovo: la poesia.
Che differenza c’è fra prosa e poesia? la poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ci mette un bel pò
Ho preso in prestito la frase di un poeta famoso, Charles Bukowski, per inaugurare questo nuovo spazio di iCrewPlay dedicato alla poesia, ai poeti, e agli eventi che ruotano attorno ad essa e a tutti voi che, come me, frequentate pagine di poesia.
Poesia e vita: vita è poesia, un titolo che non nasce a caso e che gioca con una “e” congiunzione ed una “è” forma verbale, in mezzo a due vocaboli che si interscambiano come in un gioco: la poesia è intrisa di vita vissuta, come ogni altro genere letterario, è dalla vita che i poeti traggono ispirazione e la poesia stessa si nutre di vita. Nello stesso tempo, la vita è poesia perchè nel bene o nel male, con le gioie e i dolori da cui nessuno è esente, ogni vita, ogni battito di cuore, ogni alito può diventare poesia.
La poesia non è un genere letterario relegato agli inguaribili romantici (io stessa non mi reputo tale) che amano le rime baciate tipo cuore-sole-fiore-amore, la poesia è scandagliare le profondità e sintetizzarle in poche parole, è riuscire a sentire il profumo, cogliere il colore e le sfumature da ogni singolo vocabolo che compone un “mazzo” di parole.
Perchè la poesia? Perchè in un mondo sempre più materialista e tecnologico, l’uomo ha bisogno di quel tocco magico che riconduce all’essenza delle cose: la poesia è cogliere l’essenza di ogni cosa e tradurla in immagini da offrire al lettore, è decifrare il mondo cantandolo, trasformandolo in pensiero tangibile.
Spero di non avervi annoiato con le mie disquisizioni da fanatica frequentatrice di poesia e poeti; per inaugurare questa nuova pagina voglio parlarvi, anzi scrivervi, di un’iniziativa che può sembrare un po’ folle ma che invece è veramente poetica oltre che originalissima. A voler considerare poesia fa anche rima con follia e cosa sarebbe l’intera esistenza senza un pizzico di follia?
Avete mai pensato che si possano scrivere versi sulle foglie secche, cadute dagli alberi in autunno? Io no. E penso neanche voi. Elena Zaharova, si.
Elena Zaharova, giovane grafica americana di origini sovietiche, ha avuto l’idea un po’ folle, ma straordinariamente poetica, di scrivere versi sulle foglie portando una ventata di bellezza e originalità in alcuni parchi americani: Manhattan, Washington Square, Union Square, Madison Square, Bryant Park e Tompkins Square.
Le foglie cadute dagli alberi rappresentano la caducità stessa della vita e il tempo che, inesorabile, scorre, ma ogni attimo non va sprecato e può essere riempito dalla bellezza dei versi di autori famosi come Bukowski, Angelou, Neruda e altri che Elena Zaharova ha scelto per scrivere sulle sue foglie poetiche.
Le foglie, scritte a mano, sono state poi lasciate dalla stessa Elena vicino alle fontane dei parchi sopra citati, sulle panchine, sotto gli alberi in modo da mescolarsi con le altre foglie: proprio ad indicare come la poesia può mescolarsi con la vita e diventare quotidiano.
Un gesto di gentilezza, di pura poesia, un pensiero delicato che si contrappone alla frenesia di un mondo sempre in corsa che sembra aver dimenticato le emozioni. L’esistenza fragile di una foglia che porta un messaggio inciso può, per un attimo, regalare un’emozione a chi lo vede, lo raccoglie e lo legge.
Tutto questo è poesia. E molto altro ancora. Regaliamoci, quindi, con questo piccolo spazio settimanale, un ritaglio, un angolo dedicato alla bellezza delle parole che, usate ad arte, creano armonia e diventano musica e se, ironicamente, Umberto Eco afferma che:
tutti i poeti scrivono cattiva poesia. i cattivi la pubblicano, i buoni poeti la buttano nel cestino
noi, raccoglieremo le poesie dal cestino della carta straccia e ne faremo fiori di parole.
A rileggerci, se vorrete, venerdì prossimo.
Mamma mia che poesia eccezionale bravissima
Grazie Alba, spero che continuerai a seguire questa rubrica….ed anche le altre di iCrewPlay. Alla prossima e buona serata.
Una bella iniziativa
Grazie mille Sandra. Ricordati che aspetto una tua pubblicazione. Un abbraccio.