Se non ricordo male era la scorsa primavera quando mi trovo sul cellulare un messaggio di Pitti Duchamp, sì anche questa volta, come quella volta che una chiacchierata è diventata un articolo, c’è di mezzo una conversazione tra noi. Non ti sto a dire tutto, ma il concetto fondamentale: “sono più cecata che mai… […] però un bel medico… […] da questa disavventura ne può venir fuori una bella storia.[…]
Eccomi qui a raccontarti qualcosa riguardo Mani sugli occhi romance contemporaneo edito da Words edizioni, casa editrice non nuova per i romanzi di Pitti Duchamp.
Iniziamo dalla cover? Ma sì, non lo faccio quasi mai, ma questa volta voglio mettere un appunto perchè non nascondo che una mezza stellina questo romanzo la perde a causa della cover. Non ritrovo quello che è la trama nella copertina che è stata scelta, sicuramente, con l’intento di sottolineare la grave miopia che attanaglia Scilla, ma, a parer mio, non attrae l’utente che la trova tra centinaia di altri libri in un negozio.
Passiamo ora al romanzo vero e proprio. Ancora una volta Pitti Duchamp decide di ambientare le vicende, per gran parte, nella sua Firenze per poi spostare i personaggi in Inghilterra e oltreoceano, ma infine tornano tutti a casa. Ma dovè casa? Casa è dove hai il cuore.
La trama è incentrata sulla figura di Scilla, giovane fiorentina in cerca di carriera, ma che varie vicissitudini bloccano in momenti differenti. Il romanzo ha inizio con un problema agli occhi della giovane ed avvenente Scilla e, grazie a questo disturbo della vista, si innescano una serie di conoscenze ed eventi che fanno sì che l’esuberante protagonista debba fare i conti con il suo lavoro, con i suoi sentimenti e col suo futuro. La nostra reporter è descritta, come Pitti Duchamp sa fare: molto bene. Le caratteristiche che delineano il carattere sono ben evidenziate, il gergo che lei usa la contraddistingue quando la mettiamo a confronto con altri personaggi che incontra sul suo tortuoso cammino.
Antitesi di Scilla è Agnese, non la riterrei nemmeno un cooprotagonista, è un personaggio che ha un ruolo ben definito nella storia e che serve a far emergere ancor più la nostra giovane reporter. Agnese è il medico preciso, perfetta nel vestire, con le amicizie giuste nella Firenze ricca, con un padre che le aveva aperto tutte le porte anche quelle che forse sarebbero rimaste per sempre chiuse; insomma l’opposto di Scilla che invece deve farsi largo a spallate per ottenere un po’ di visibilità, che frequenta ambienti altolocati per lavoro altrimenti non vi sarebbe ammessa.
Pitti Duchamp, ma il protagonista maschile?
Cara iCrewer, mi spiace ma questa volta il bello che non balla non lo troverai. Aiace non è bello ma piace, non è giovane ma maturo; un medico anzi un primario tra i più bravi nel suo ambito, un uomo tutto d’un pezzo che si accompagna ad Agnese più per dovere che per piacere. Aiace cambierà e crescerà, forse ancor più di Scilla, perchè durante il romanzo degli avvenimenti lo sconvolgono a tal punto che lui stesso fatica a riconoscersi. Mi è molto piaciuto come figura professionale, inizialmente un po’ meno come uomo, ma si sa gli uomini si accontentano per non fare troppa fatica; e poi… Poi arriva Scilla e tutto cambia, le priorità non sono più le stesse e a cinquant’anni Aiace da’ una svolta alla sua vita privata che aveva lasciato andare in balia delle onde.
Ambientato in parte all’interno di un ospedale, ho trovato descrizioni ben fatte, la cura dei particolari fa si che in quella camera post operatoria ti sembrerà di esserci stato. Ben evidenziate anche le differenze degli ambienti legati a Scilla rispetto a quelli di Aiace, questo mette ancor più in risalto l’estrazione sociale e il genere di vita dei due.
Brava a Pitti Duchamp, anche questa volta il tuo romanzo non è banale.
Di Pitti Duchamp ricordiamo la serie D’amore e d’Italia con Arabesco, Il pugnale e la perla nera, Lupo di Primavera. Tra i suoi romanzi di genere contemporaneo ti consiglio Sabbia Bianca.