Pif alla Feltrinelli di Bologna per la promozione del suo romanzo d’esordio
Sono le cinque di pomeriggio di venerdì 30 novembre e sono seduta sotto la galleria retrostante la libreria Feltrinelli di piazza Ravegnana, Bologna, per la presentazione di una novità della nota casa editrice. L’autore in questione è un conduttore televisivo, un regista, uno sceneggiatore e da qualche settimana è uscito il suo romanzo d’esordio: …che Dio perdona a tutti. Il suo vero nome è Pierfrancesco Diliberto, ma tutti lo conoscono come Pif.
Seguo Pif dai tempi de Il testimone, il programma di MTV in cui raccontava la realtà di tutti i giorni e le sue controversie con incredibile ironia e leggerezza, che ti portava sempre ad una riflessione finale. Questo suo stile non è cambiato con tipo di format: nel suo primo film da regista, La mafia uccide solo d’estate (2013), Pif è stato capace di narrare gli attentati mafiosi a Palermo negli anni ’70 attraverso gli occhi di un bambino alle prese con la sua prima cotta. Un film meraviglioso, a parer mio, da cui è stata tratta la serie tv omonima della Rai e che mantiene tutte le caratteristiche della pellicola.
In sostanza, ho sempre considerato Pif un personaggio televisivo, dunque non nascondo di essere rimasta sorpresa, quando ho visto in libreria il suo romanzo! Incuriosita, ho deciso di dare una chance a Pif scrittore e di andare alla presentazione.
Nel punto in cui si tiene l’incontro non c’è un vero e proprio palco, ma soltanto due sedie, lo stendardo della Feltrinelli, qualche copia del libro e una lampada riscaldante per gli ospiti. Davanti a loro, qualche fila di sedie per il pubblico, che, anche se manca ancora una buona mezz’ora alla presentazione, è già numeroso.
Mi accomodo e aspetto con trepidazione Pif, che arriva puntuale. Con lui c’è Silvia Avallone, autrice di Acciaio (2010) e Da dove la vita è perfetta (2017), con la quale dialoga per tutto il tempo della presentazione e presto l’incontro si trasforma in una vera chiacchierata fra amici. I due si sono infatti conosciuti circa un anno fa durante un’udienza privata con papa Francesco.
La prima domanda riguarda il titolo dell’opera: qual è il significato di quella frase mutilata, sospesa all’inizio. Pif spiega che in realtà essa è la censura di un colorito detto siciliano, che parafrasato significa: “raggira pure gli altri, tanto Dio perdona tutto a tutti“. Si può dire che questo titolo racchiuda la morale del romanzo, infatti leggendo con attenzione il testo, non si può non notare la critica alla società odierna dietro l’umorismo del protagonista, Arturo.
Arturo è un immobiliarista trentacinquenne, amante dei dolci alla ricotta e portiere della squadra di calcetto dell’agenzia. Non si è mai interessato all’amore, finché non incontra la pasticcera Flora. Dopo un inizio burrascoso, i due scoprono di essere fatti l’uno per l’altra, tuttavia Flora non accetta che il suo nuovo compagno non segua la fede cattolica. Per dimostrarle il contrario, Arturo inizia così un periodo di conversione, rubando il manuale di catechismo del figlio di un collega e seguendo alla lettera i suoi insegnamenti, che gli procureranno un sacco di guai!
Questa è la trama di …che Dio persona a tutti. Pif racconta che l’idea di parlare di una conversione più morale che religiosa gli è venuta da «Una domanda che è partita due anni fa, quando ho iniziato a scriverlo, e che la politica di oggi rende sempre più attuale: ma cosa succederebbe se noi vivessimo da cristiani, come ci hanno insegnato?». È ciò che Arturo fa, prendendo alla lettera il libro di catechesi e scoprendo il valore e l’importanza di aiutare il prossimo. Arturo può essere dunque considerato un eroe moderno, che ritorna alla bontà dei piccoli gesti, anche se per il motivo sbagliato.
La critica sta appunto qui: assecondando la richiesta di Flora di essere più “cristiano”, Arturo porta in superficie l’ipocrisia della società attuale, che mette i propri interessi davanti a tutto e usa la religione più come uno status symbol che come una vera fede. Ma l’ipocrisia sta soprattutto nel volersi dimostrare perfetti agli occhi degli altri, infatti il libro inneggia a ribellarsi contro questa concezione del voler apparire perfetti in ogni aspetto della propria vita. Per essere felici, non è necessario raggiungere un determinato livello sociale, ma basta godersi la vita come se ogni giorno fosse l’ultimo. Per far questo, bisogna saper rischiare e fare ciò che più piace. Un messaggio potente, che nel romanzo di Pif traspare molto chiaramente.
Durante la presentazione non si parla però soltanto del libro. Essendo Pif una persona impegnata sia sul piano politico che su quello sociale, spesso e volentieri il discorso sfocia nell’attualità ed è un piacere ascoltare le sue considerazioni. L’ora passa così velocemente, fra discorsi seri e pieni di riferimenti alla politica e alla cronaca, inframmezzati dalle battute pungenti e allo stesso tempo ironiche, che sono il suo marchio distintivo.
La presentazione si trasforma in un momento di riflessione sulla nostra Italia e la società di cui facciamo parte. Uno di quegli appuntamenti in cui, quando finisce e tu ti alzi dalla sedia, ti senti più consapevole del mondo che ti circonda, ma anche di te stesso.
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Bellissima presentazione!!! Mi hai convinto a leggerlo, sono curiosa!!!!
Grazie, cara, spero ti piaccia ^^
Mi hai incuriosita molto!!
Wow! Che forte…. quanto ti invidio!!!