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Perché dimentichiamo la maggior parte delle trame dei libri e dei film

Ornella Feletti 7 anni fa Commenta! 3
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Ben tornati in iCrewplay lettori, oggi vi parlo di un fenomeno che sicuramente è capitato a tutti voi, ma che è così comune da non destare preoccupazioni. Sarà capitato a tutti voi di dimenticare la trama di un Film o di un Libro che avete appena terminato nonostante in realtà vi abbia appassionato ed empaticamente vi sentiate legati ad un fatto o un avvenimento raccontato o descritto.

Contenuti
Cocktail Party TrapLa realtà è che siamo fatti cosìPlatone lo aveva “predetto”Suplus di informazioni100mila parole scritte al giorno

Cocktail Party Trap

Ovvero una situazione in cui tutti noi almeno una volta nella vita ci siamo imbatutti o abbiamo vissuto in prima persona. Ce lo spiega il giornalista del New Yorker Ian Crouch, che come esempio porta una conversazione che potremmo avere tutti noi con un collega: il soggetto in questione improvvisamente cita a memoria una frase di un libro ed immediamente la nostra memoria la riconosce, ma altrettanto improvvisamente ci rendiamo conto che della trama in realtà ricordiamo poco o nulla. Stessa situazione potrebbe capitare riguardo ad un Film appena visto al cinema.

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La realtà è che siamo fatti così

Già nel 19esimo secolo lo psicologo e filosofo tedesco Hermann Ebbinghaus, teorizzò la cosiddetta “curva dell’oblio“, che è più accentuata nelle 24 ore successive all’apprendimento. In pratica tendiamo a dimenticare più facilmente nell’immediato a causa di una predisposizione fisiologica del nostro cervello, causata dal non tornare sull’oggetto in questione.

Platone lo aveva “predetto”

Già Platone infatti, nei suoi dialoghi socratici scriveva che la scoperta delle lettere avrebbe reso gli studenti più inclini a dimenticare. A causa del non più presente obbligo a ricordare a memoria ciò che si studiava (tradizione orale).

Chissà cosa avrebbe pensato se avesse potuto vedere come, al giorno d’oggi, basti un solo clik per ricevere informazioni che vanno dalle più mediocri e superficiali, alle più complesse ed atipiche.

Suplus di informazioni

C’è però da dire a nostra discolpa, che nell’era in cui viviamo, siamo sottoposti ad un surplus d’informazioni che sovra-stimola il nostra cervello. Rendendone la concentrazione molto più difficile da mantenere, proprio a causa dei continui stimoli esterni che ricevere. Basti pensare a chi durante la visione di un film al cinema, intrattiene vere e proprio conversazioni telefoniche.

100mila parole scritte al giorno

Uno studio del 2009 ha rivelato che il lettore americano medio entra in contatto ogni giorno con 100 mila parole scritte. E’ facile pensare che il numero di parole sia addirittura aumentato, pensiamo infatti a quanto leggiamo ogni giorno tramite cellulari o pc. Le parole con cui veniamo a contatto per informazione e non per studio sono infatti tantissime ed è lecito pensare che la maggior parte di esse non rimanga nella nostra memoria se non il tempo di un click.

 

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