Quando leggeremmo di tutto del nostro scrittore preferito
Sarà capitato a tutti almeno una volta nella propria vita di lettore di “provare” uno scrittore nuovo e restarne così folgorarti da impuntarsi solo su di lui e di recuperare tutto ciò che è stato pubblicato di lui in Italia o anche all’estero.
È come una droga, quando capita. O come un amore appena sbocciato: hai trovato lo scrittore della tua vita e hai bisogno di sapere tutto di lui per sentirti appagato e parte del suo mondo.
Perché succede? Cosa mai ci spingerà a non leggere altri se non questo scrittore?
Sinceramente, non ho una risposta a questa domanda. La lettura è soggettiva, quindi ognuno la vive in modo diverso. C’è a chi piacciono storie agghiaccianti, di quelle che non ti fanno dormire la notte, oppure chi preferisce una bella storia d’amore che sai che avrà sempre un lieto fine. Ciò che posso dire però, è quello che spinge me a leggere tutto di un solo scrittore.
Innanzitutto, la prima cosa che mi attrae in un autore è il suo stile di scrittura. Il romanzo può avere più di mille pagine o lunghe descrizioni, ma se riesco a vedere bellezza ed eleganza nel suo modo di scrivere, la poesia oltre le parole, anche il libro più pesante può essere una lettura piacevole.
Poi ci sono i personaggi. La loro caratterizzazione deve rendere ognuno diverso dall’altro, in modo tale che sia facile riconoscerli, riconoscermi in loro, affezionarmici o persino odiarli. I personaggi devono saper parlare, insomma, e non essere delle semplici macchiette che si aggirano per la storia.
Anche la varietà delle trame ha la sua importanza. Se il primo libro che leggo di questo autore mi conquista, è facile che decida di ripetere l’esperienza, scegliendone un altro della sua produzione. Se poi la vicenda proposta è diversa da quella che ho letto, sono ancora più invogliata a vedere lo scrittore alle prese con qualcosa di diverso, che appartenga al suo genere prediletto o meno. In questo modo capisco se ho riposto il mio amore di lettrice nelle pagine giuste o se ho preso un abbaglio.
Ma l’aspetto che mi sta particolarmente a cuore è l’emozione. Un bravo scrittore fa riflettere il lettore, toccando corde che nemmeno si sapeva di avere. Questo è un dono e non tutti ne sono capaci. Per fare ciò non serve tanto: basta una singola frase, che evochi un ricordo o ricalchi un tratto particolare che ho. È un attimo e mi rivedo in quelle parole stampate su carta, come se fossi io la protagonista del romanzo e non un personaggio immaginario, col quale magari ho poco da spartire. Questo è il potere dell’immedesimazione e un autore che riesce a farti vedere un pezzettino di te fra le righe non ha una qualità da poco. Se uno scrittore è capace di mostrarmi una piccola parte di me in ogni suo libro, non posso che considerarlo il mio preferito.