Pene in cemento a Venezia, un’apparizione che ha suscitato le più svariate reazioni…
Caro iCrewer, hai letto anche tu le notizie riguardanti questo “regalo” lasciato in Piazza San Marco da un artista? Si tratta a mio parere di un evento certamente goliardico ma il messaggio del creatore e le reazioni che ha suscitato mi hanno dato molti spunti di riflessione.
Innanzitutto è un pene fatto col cemento: nel mio immaginario posiziono il cemento come un elemento pesante, fermo, senza personalità, oltre che un tipo di materiale che rimanda a distruzione dell’ambiente, effettuata soprattutto durante il secolo scorso tramite lo sviluppo dell’edilizia urbana (si dice infatti cementificazione selvaggia) e come utilizzo di una risorsa che non si coniuga molto armoniosamente con l’ambiente circostante.
Poi, è un pene con la mascherina. Qui non serve un genio per capire quale sia il messaggio che l’artista ha voluto trasmettere. Lui stesso, che vuole rimanere anonimo, in un’intervista ha dichiarato: “Il pene è un simbolo di vita, Venezia è viva e ha bisogno di vivere.” Gli elastici che legano letteralmente il pene rappresentano, come lui stesso afferma (e conferma):
Le restrizioni imposte dal corona virus, la distanza tra le persone, la paura del prossimo che è poi la paura di vivere
Infine, è un pene “deturpato” da scritte fatte col pennarello indelebile, a rimarcare un paio di concetti: le parole “Covid-19” e “Prostituzione” vanno a voler suscitare consapevolezza sui danni (economici e sociali) provocati dalle restrizioni e al tempo stesso la richiesta, l’invito, di non far sfruttare la città fino all’osso come è stato fino a prima della pandemia.
Il pene in cemento a Venezia è stato coperto dai Vigili pochi minuti dopo la sua apparizione misteriosa
Una giovane su Twitter denuncia il comportamento di alcuni vigili che, ritrovatisi impossibilitati a rimuovere l’opera d’arte hanno cominciato a vessare i passanti, minacciandoli addirittura di sequestrargli il telefono cellulare, col quale ovviamente avevano scattato foto e fatto video al pene sfacciato.
Io devo ammettere, caro iCrewer, che temo di ritrovarmi in una società sempre più bigotta, sempre più restrittiva, nella quale paradossalmente chiudiamo gli occhi di fronte a scempi politici, ambientali, criminali e poi ci scandalizziamo per un oggetto, per un simbolo, per una parte del corpo che rappresenta la voglia di vivere, e la sana gioia di godere appieno dei doni della vita.
Ho pensato allora di fare qualche ricerca e di… sponsorizzare un po’ di quella che è (l’ampissima, anzi praticamente infinita) letteratura sul pene, consigliandoti qualche lettura, nella speranza che il messaggio dell’artista venga recepito nella più positiva sfaccettatura e anche, perché no, approfittare di questa notizia per leggere qualcosa di nuovo e farsi magari due sane, vitali, allegre risate.
Uno dei libri sul pene che ti consiglio è:
Il libro del pene felice, di Aron Spitz
“Qual è la cosa più strana che avresti voluto sapere sul pene, ma non hai mai avuto il coraggio di chiedere? Il dottor Aaron Spitz ha questa risposta e molte altre.
Tradizionalmente oggetto di battute e doppi sensi, il pene è spesso incompreso, calunniato e maltrattato… Domande, preoccupazioni e tabù sull’argomento sono qualcosa di trasversale che tocca tutte le classi sociali, le razze e i generi. Come è fatto? Perché fa questo? Perché non fa quest’altro? Deve davvero essere così? Il dottor Spitz, professore clinico aggiunto presso il Dipartimento di Urologia della UC Irvine per quindici anni e ospite fisso di The Doctors, famoso talk show televisivo trasmesso da CBS, soddisferà ogni curiosità e vi guiderà attraverso le questioni più preoccupanti e spinose sull’argomento.
Il libro del pene felice affronta con chiarezza e un pizzico di umorismo tutte le questioni che riguardano questo importante organo, dalle infezioni trasmesse sessualmente alla scienza del flusso sanguigno, e propone un piano olistico in cinque fasi per la sua salute ottimale, che comprende raccomandazioni di alimentazione naturale, informazioni sui cibi più salutari ed esercizi mirati volti a garantirne efficienze e benessere. Utile e molto interessante sia per gli uomini che per le donne, Il libro del pene felice è lo strumento ideale per conoscere e curare questa importante parte del corpo maschile.”
Non poteva mancare un doppio riferimento alla parola “pene”, visto che il pene in cemento a venezia risulta davvero… granitico. Parola quindi intesa come organo maschile ma anche come sofferenze…
Ecco allora un libro edito Guanda
Pene d’amore, sette racconti erotici
“Da oltre un decennio sembra che la letteratura erotica debba essere “naturalmente” declinata al femminile, quasi che l’emancipazione della donna abbia anche implicato l’esposizione continua del suo corpo agli sguardi altrui. Cioè maschili. Quella che al suo sorgere si era affermata come una letteratura di liberazione, oggi appare sempre più costretta entro i limiti di un genere codificato e prevedibile. Se da una parte un terreno di narrazione si è trasformato in una sorta di ghetto, dall’altra ha trascinato con sé un enorme rimosso: il rimosso del corpo maschile.
Gli scrittori disertano la narrazione erotica, non tanto per un soprassalto di pudore, quanto per calcolata o sotterranea strategia. Mettere il corpo, e il cuore, a nudo significa esporsi agli sguardi pubblici, mostrare le ferite, dimostrare le debolezze. Ma la gestione del sé pubblico è una strategia di potere, e il potere vuole essere saldamente maschile, senza macchia alcuna.
Questo libro, attraverso i racconti di sette scrittori: Andrea Bajani, Gianni Biondillo, Valerio Evangelisti, Marcello Fois, Raul Montanari, Gianluca Morozzi, Tiziano Scarpa, cerca di rimettere in gioco una scrittura, quella maschile, che ha disertato l’eros. Cerca di restituire dignità, e coraggio, all’immaginario erotico maschile, alla decodificazione delle sue perversioni e frustrazioni, al libero sfogo delle sue fantasie, alla conta delle sue debolezze. Dà voce a chi non ha, colpevolmente, voluto parlare da troppo tempo: il sesso maschio.”
Vedendo quel pene in cemento a Venezia mi è subito venuto in mente di cercare qualcosa nella letteratura sul pene che ne raccontasse la storia . Ecco che ho trovato questo libro, edito Castelvecchi.
Storia del pene. Da Adamo al Viagra.
“Questo libro racconta la storia culturale e sociale del pene: visto di volta in volta come fonte di vita, simbolo di un sacrosanto patto con Dio, come emblema della vergogna o come scettro e bastone del comando, come semplice “attrezzo scenico” per l’industria farmaceutica, e – infine – come puro (impuro) strumento di penetrazione.
Il pene si è sempre situato al centro dell’evoluzione culturale dell’uomo (e della donna) in Occidente.
Con luminari del calibro di Leonardo da Vinci, Sigmund Freud, Walt Whitman e Norman Mailer, che hanno trattato da par loro questo soggetto, David Friedman passa con disinvoltura dal registro alto, supercilioso, a quello basso, popolaresco in questa sua divertente (ma in buona sostanza serissima) rassegna di usi e costumi che risalgono alla più remota antichità.
In età moderna il pene è oggetto e soggetto di mille desideri, frustrazioni e rimozioni, fino a segnare, oggi, il confine tra il lecito e l’illecito, fra l’allusione e l’osceno, l’erotico e il pornografico…. NOTA: il prodotto pubblicizzato nelle immagini rappresenta una guida all’uso del farmaco e non alle pillole effettive.
Caro iCrewer, spero che analizzando il “fattaccio” del pene in cemento a Venezia e leggendo questa scaletta di libri sul pene tu abbia fatto qualche risata, com’è successo a me durante le ricerche dei titoli da proporti, e che questo episodio venga vissuto per quel che è: un… richiamo all’attenti (il gioco di parole ci stava) per riuscire a valutare gli eventi per quello che sono, allegri se nel caso o da aberrare quando ledono qualsiasi diritto umano, per poter condurre una vita consapevole e soprattutto trasmettere i giusti valori ai nostri giovani.
Buone letture! Ah, premi play e goditi il video sul pene in cemento a Venezia 😉