Lo scrittore irlandese Paul Lynch, vincitore del Booker Prize 2023, ha portato a Roma il suo nuovo romanzo “Il canto del profeta”. Questo libro racconta una storia ambientata in un’Irlanda in disfacimento, dove diritti considerati acquisiti sono in pericolo e le persone possono sparire senza motivo.
Il messaggio di Paul Lynch
Lynch spiega che “Il canto del profeta“ non è un romanzo distopico. Gli elementi del libro sono infatti disseminati nella nostra realtà. In alcune parti del mondo, questo romanzo è un monito di ciò che potrebbe accadere, mentre in altre racconta una realtà già presente. Durante la sua permanenza a Roma, Lynch è intervenuto sul palco del Palatino per il Festival Letterature, presentando l’inedito “Quando abbiamo paura del silenzio, abbandoniamo il nostro io”.
La paura e la tribù
Lynch sottolinea una legge universale: quando si ha paura, si torna all’idea di tribù. La domanda cruciale diventa allora: di cosa hanno paura le persone? Nel XX secolo, l’individualismo è stato imposto come ideale, ma oggi questo principio ha un costo troppo elevato. Ogni individuo si muove in un sistema che offre sempre meno.
Internet e la frammentazione della realtà
Secondo Lynch, Internet ha atomizzato la coscienza, intesa anche come consapevolezza. Questo ha creato una parcellizzazione della narrativa del reale, cancellando la conservazione della realtà e l’ideale di una vita comunitaria. La frammentazione della coscienza impedisce agli individui di vivere insieme in armonia, minando la coesione sociale.
La perdita della fede e il simbolismo
Nell’inedito scritto per il Festival Letterature, Lynch riflette sulla perdita della fede. Molte persone non hanno più fede, ma gli individui sono animali simbolici e hanno bisogno di simboli. La fede viene spesso sostituita da divertimento e distrazione, creando una realtà superficiale che allontana gli individui da tutto ciò che è sacro. Questo li distanzia dal loro io profondo e dall’autenticità, impedendo loro di comprendere il proprio posto nell’universo.
La religione e il culto dei leader
Lynch osserva che la religione, in molti casi, è diventata una proiezione verso leader di estrema destra, come Donald Trump. Trump è visto come una figura semidivina, cui viene attribuito un forte valore simbolico. L’attentato del 14 luglio 2024 è un esempio di questo fenomeno: un’immagine di Trump, con il pugno alzato e circondato dagli agenti dei servizi segreti, ha rafforzato il suo consenso e probabilmente garantito la vittoria alle prossime elezioni presidenziali.
Il romanzo e la sofferenza
In “Il canto del profeta”, Larry, un sindacalista, scompare misteriosamente. Sua moglie Eilish, una biologa, e i suoi figli devono affrontare le leggi d’emergenza. Eilish, tuttavia, rifiuta di credere che tutto stia precipitando, confidando nel buon senso. Il romanzo esplora la nostra incapacità di comprendere la sofferenza. Lynch cita Nietzsche, secondo cui la pietà richiede grande immaginazione. La nostra difesa contro le immagini terribili che vediamo quotidianamente crea una barriera che ci impedisce di provare empatia.
Il potere della narrativa
Secondo Lynch, la narrativa e le storie possono salvarci. Attraverso la parola, si riesce a creare empatia, non simpatia. Il romanzo rende l’empatia di nuovo possibile, permettendoci di penetrare la complessità delle esperienze umane. L’empatia, afferma Lynch, è essenziale per comprendere profondamente il mondo e le persone intorno a noi.
Quali sono le tue riflessioni sulla frammentazione della realtà descritta da Lynch? Pensi che la narrativa possa davvero aiutare a creare empatia e a risolvere le divisioni sociali?